Ad inizio luglio in commissione è stato affrontato il tema della riduzione del vincolo cimiteriale. Ne è nata, tra l’altro, una polemica politica tra Fratelli d’Italia e Lega a margine della possibile sanatoria dei fabbricati interessati proprio all’uscita dalla fascia di rispetto. In realtà ne nascerebbe una ‘zona bianca’ senza destinazione urbanistica di cui dovrebbe occuparsi un successivo piano particolareggiato per sancire sia classificazioni che possibili condoni. Il consigliere comunale di FdI Sergio Crescenzi, da sempre attivo sulle questioni che riguardano il quadrante di Colle Cottorino in particolare, avverte: “In riferimento al vincolo cimiteriale, tanto atteso (giustamente), non risponde al vero la storia che alcuni raccontano e cioè come i tanti ‘abusivi’, pur conoscendo tale vincolo, avrebbero comunque realizzato immobili all’interno dell’area in questione. Infatti mi chiedo e chiedo: al momento della costruzione di questi edifici, dov’era la politica e la stessa struttura tecnica visto e considerato che è il tacito assenso ad aver permesso che l’abuso si realizzasse?”.
“Falsa la storia dei furbi abusivi e basta con gli annunci pre-elettorali”
Venendo all’attualità, il consigliere Crescenzi ricorda come “per attuare la riduzione del vincolo adesso si renda necessario programmare una riqualificazione dell’intera area che riguarda Colle Cottorino ma anche le zone limitrofe. C’è la necessità di intervenire con la realizzazione di nuove strade in entrata e uscita dal quartiere, ad esempio verso la Casilina da via Cese Corridori, verso la strada statale 155 dal secondo ingresso del cimitero, la sdemanializzazione del fosso Rio e varie altre cose”. Tirando le somme, “al di là di qualche annuncio preelettorale di qualche paladino della zona – sottolinea Crescenzi -, che parla per avere visibilità, ricordo che sono stati previsti in bilancio del fondi ma destinati ad uno studio di fattibilità che deve ancora passare in consiglio comunale”.
Forno crematorio, danni da ritardato avvio: possibile segnalazione alla Corte dei Conti
Crescenzi quindi ricorda – anche riferendosi alle varie uscite su giornali e siti di altri esponenti – che “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Comunque l’intervento più ampio dovrà procedere di pari passo con la messa in funzione del forno crematorio, anch’esso oggetto di studio. La struttura è già esistente, funzionante e considerata la consistente spesa dell’investimento non è escluso che una segnalazione venga fatta alla Corte dei conti per verificare i danni prodotti dal notevole ritardo di attivazione”. I lavori sono stati ultimati nel 2007, l’impianto non è stato attivato a causa del mancato rilascio dell’autorizzazione per le emissioni in atmosfera. Potrà effettuare 4 cremazioni al giorno per 250 giorni l’anno (mille l’anno).
Ma è in mobilitazione un movimento dei cittadini contrari, che si riconoscono in una serie di associazioni: Comitato No Forno Crematorio, Associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente, Fare Verde Città e Provincia di Frosinone, Comitato Selva dei Muli, Convivium Perenne e Comitato Fontana Unica. L’amministrazione comunale considera l’intervento necessario, considerate la crescente domanda di cremazione e la ridotta disponibilità dei loculi. Per questo è previsto anche un ampliamento del cimitero con 1200 loculi aggiuntivi da realizzare per step successivi.