È dal 2016 che dovevano essere accorpati, i tre consorzi di bonifica della provincia di Frosinone. Ma mentre nel resto del Lazio l’operazione è riuscita, con la creazione di realtà coincidenti con aree vaste provinciali (a Latina c’è ad esempio la Bonifica Lazio Sud Ovest), in Ciociaria restano pienamente in vigore i “regni” del Valle del Liri di Cassino (che include il Conca di Sora) e del consorzio “A sud di Anagni”, con due differenti direttori generali ed una commissaria proveniente dalla giunta Zingaretti – Sonia Ricci – dal 20 luglio 2022 saldamente impegnata a svolgere le sue attività. Il tutto in attesa che si possa finalmente procedere alla fusione ed a convocare l’assemblea dei consorziati per eleggere gli organismi di governance, come previsto ordinariamente dagli statuti. Del resto si è disposto che “il rinnovo della carica di Commissario Straordinario abbia durata fino all’insediamento degli organi del Consorzio di Bonifica Lazio Sud Est”. E se il “miracolo” ancora non si compie chi volete che scandalizzi la straordinarietà gestionale che, si sa, nel nostro Paese non passa di moda.

Da oltre 3 anni Ricci commissaria in attesa della fusione degli enti
Nel gioco delle due gestioni separate – nel quale va detto che centrodestra e centrosinistra si sono classificati alla “pari” sulla linea della assoluta e tranquilla continuità e condivisione di scelte – i consorziati del Valle del Liri versano poco meno di 10 milioni di euro di contribuzioni annuali: 9milioni 646mila per l’esattezza, su un totale di 23milioni e 696mila euro di entrate. Mentre le riscossioni nell’ente dell’area nord ammontano a 1 milione e 700mila euro annui, su entrate complessive per circa 2 milioni e 300mila euro ad esercizio. Ora il problema è che da oltre un lustro i comitati dei contribuenti protestano considerando inique e ingiustificate le cartelle. In particolare quello guidato da Lucio Bove e Elio Corsetti ha organizzato decine di manifestazioni. Banchetti, interventi, esposti e ricorsi: il cittadino non può fare di più se il sordo proprio non vuol sentire.
La protesta dei comitati, pessima figura dei politici dei due schieramenti
Peraltro all’inizio gli esponenti del centrodestra – allora all’opposizione – spopolavano tra slogan e dichiarazioni di condanna per la gestione dello sperpero consortile, per sciogliersi come neve al sole non appena andati al potere in via Colombo. Il centrosinistra con le sue facce sorridenti non si faceva vedere prima, quando tutti avevano la loro poltrona, durante la gestione Zingaretti, ed ha avuto la decenza di non presentarsi neppure dopo, una volta finito in minoranza a spartirsi quel che è rimasto coi giochi a “traversone”. Tre, due, asso, re, cavallo, fante e l’attenzione generale crolla. Chi mai si ricorderà che la Regione aveva annunciato le fusioni entro e non oltre i 24 mesi dal varo della riforma?
Il muro di gomma contro cui sono finiti 8 sindaci (Broccostella si sfila)
Che ci si trovi di fronte ad un muro di gomma politicamente omogeneo, lo si deduce dalla circostanza che il 4 maggio 2025 nove sindaci della provincia di Frosinone hanno inviato un’interrogazione ai sensi dell’art. 103 del Regolamento del Consiglio Regionale del Lazio con “richiesta di risposta scritta alle delibere di uscita dal perimetro di contribuenza dei consorzi di bonifica”. I destinatari che dovevano o potevano rispondere come il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, il Presidente del Consiglio Regionale Antonello Aurigemma e l’Assessore al Bilancio Programmazione economica, Giancarlo Righini, a tutt’oggi, non hanno risposto. In seguito a questo prolungato silenzio i sindaci hanno chiesto un incontro con il Prefetto di Frosinone inviando una lettera al dottor Ernesto Liguori. Non si sa mai: magari chi rappresenta il governo fa ricordare agli eletti che si sale al potere attraverso qualche forma di consultazione popolare. Forse.
“Le gestioni consortili generano disagi e malcontento tra i cittadini”
Ma nel frattempo i comuni sono diminuiti da 9 a 8 perché a Broccostella hanno evidentemente issato bandiera bianca di fronte all’andazzo delle bonifiche con annessi e connessi. Così i soli Luigi Germani (primo cittadino di Arce), Pietro Francesco Maria Volante (Atina), Antonio Iannetta (Belmonte Castello), Gabriella Protano (Colfelice), Pierino Liberato Serafini (Fontechiari) Donato Enrico Bellisario (Pescosolido), Antonio Iaconelli (San Biagio Saracinisco) e Giovanni Di Meo (Vallerotonda), hanno sottoscritto una pec indirizzata al prefetto e, per conoscenza, al presidente della Provincia Luca Di Stefano. Hanno sottolineato non solo la mancata risposta all’interrogazione alla Regione del 4 maggio scorso ma anche che “i comportamenti dei consorzi di bonifica hanno creato enormi disagi e malcontenti nei cittadini da loro amministrati”.
Dal 2021 approvate delibere per uscire dalla contribuenza
I sindaci si riferiscono a Valle del Liri di Cassino, Conca di Sora e A sud Anagni. Da questa situazione di stallo – che a molti pare più che altro furbesco – nasce la necessità di avere un incontro con il dottor Liguori “al fine di trovare una soluzione condivisa all’annoso problema che, da diversi anni, interessa alcuni comuni della provincia di Frosinone”. Del resto 9 consigli comunali hanno adottato delibere per uscire dal perimetro di contribuenza da 4 anni a questa parte. Ed i cittadini avranno pure diritto ad avere una risposta dai loro rappresentanti più prossimi.
Il palazzo del rappresentante del Governo come ultima spiaggia
Il Comitato Civico Arcese intanto “esprime il proprio apprezzamento per l’invio della richiesta d’incontro con il Prefetto di Frosinone da parte degli otto sindaci della provincia (…), cui va dato atto della loro vicinanza ai cittadini vessati dalle
assurde pretese dei consorzi di bonifica. (…) Il Comitato auspica che questo incontro avvenga il più presto possibile e che la massima autorità dello Stato a livello provinciale possa, in qualche modo, aiutare i primi cittadini a trovare una soluzione a questo problema che ormai si trascina da diversi anni”. Bove e Corsetti imitano Manfredi: “Fusse che fusse la vorta bbona”.