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Consorzio Industriale del Lazio, il commissario tenta di tappare una falla da oltre 15 milioni di euro

Ente regionale unico tra fondi infrastrutturali e legge Fiat. Mentre la crisi produttiva ed occupazionale continua a travolgere l'automotive

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Sono più di 15 milioni di euro i crediti che il Consorzio Industriale del Lazio deve recuperare. Si tratta del resto di riequilibrare un bilancio che è nato difficile da far quadrare soprattutto a causa degli squilibri nei conti messi nella pancia del grande consorzio unico soprattutto dai consorzi industriali di Cassino e Rieti. La fusione in un ente unico per tutta la Regione nasce dall’unione del Consorzio per lo sviluppo industriale della Provincia di Rieti, del Consorzio per lo sviluppo industriale di Roma e Latina, del Consorzio per lo sviluppo industriale del Sud Pontino, il Consorzio per lo sviluppo industriale del Lazio meridionale (Cosilam) e del Consorzio per l’area di sviluppo industriale della Provincia di Frosinone, come stabilito dalla Legge Regionale 7, dell’ottobre 2018.

Francesco De Angelis, esponente dem ciociaro di lungo corso, è stato dal 2021 ad inizio marzo 2024 a capo del Consorzio Industriale del Lazio; ma venne nominato il 3 dicembre 2018 Commissario Regionale Consorzi Industriali del Lazio con nomina di Nicola Zingaretti ed ha seguito tutta la procedura di accorpamento. Il professore Raffaele Trequattrini, che era stato membro del consiglio d’amministrazione del Cosilam per tre anni e, dopo, presidente del Cosilam, su proposta della componente privata del Consorzio, ha assunto il ruolo di commissario del Consorzio unico il primo marzo 2024 con decreto del presidente Francesco Rocca e coi favori politici di FdI. Il 19 giugno il commissario Trequattrini ha messo a punto un programma di recupero crediti con relativa roadmap ed istituzione di un gruppo di lavoro per attività di supporto.

Gruppo di lavoro e professionisti esterni per avviare il recupero dei crediti

Il gruppo di lavoro dovrà individuate tutte le posizioni dei crediti commerciali ancora aperte per ambiti provinciali; determinare le eventuali posizioni per le quali vi sono già procedure legali in corso; predisporre per ogni creditore di un fascicolo contabile da inviare alla società esterna individuata per il recupero crediti. Coordinatore del gruppo di lavoro interno è stato designato il responsabile contabilità e bilancio Giovanni Buzzacconi. Per il recupero crediti per l’agglomerato di Rieti è stato individuato lo Studio Legale Avv. Marco Isceri, per l’Agglomerato di Frosinone/Cassino Fantozzi & Associati Studio Legale Tributario e per l’Agglomerato di Latina/Gaeta studio legale Avv. Alessandro Bonura. Ma la fase immediata da avviare riguarda l’esatta individuazione dei crediti commerciali da poter riscuotere. Intanto, quanto al lavoro da portare avanti nel programma consortile, va detto siamo praticamente alla fase decisiva visto che la durata della carica di Commissario Straordinario e di sub-Commissario Straordinario (rispettivamente del citato Trequattrini e dell’ex sindaco di Pontecorvo Riccardo Roscia), è allineata a 12 mesi dalla scadenza dei rispettivi mandati, che hanno avuto termine entrambi in data 4 marzo 2025. Quindi siamo nella fase di raccolta dei risultati anche se l’impostazione del cosiddetto Consorzio 5.0 appare piuttosto lontana e poco raggiungibile dagli attuali vertici.

In agenda piano infrastrutture ereditato da De Angelis e programma legge Fiat

Sono due gli asset su cui muoversi. Innanzitutto quello costituito dai cinquanta milioni di euro da investire in infrastrutture, per un piano straordinario che coinvolge praticamente l’intera regione, finanziato da Zingaretti e annunciato da De Angelis ma solo adesso entrato nella fase attuativa. La copertura economica degli interventi è assicurata attraverso il Piano di Sviluppo e Coesione della Regione Lazio, con risorse rinvenienti dal FSC 2021-2027. Quaranta gli interventi relativi a viabilità ma anche circa dieci milioni di euro destinati agli impianti di depurazione. Secondo asset è costituito dal rifinanziamento della cosiddetta Legge Fiat: tecnicamente la legge regionale 46/2002. Per il momento il commissario ha istituito un gruppo di lavoro. La Regione Lazio ha destinato 50 milioni di euro al Consorzio Industriale del Lazio per redigere il Programma Operativo d’Interventi e di questo si dovrà occupare il team individuato da Trequattrini fra dipendenti interni: Giuseppe Del Signore (con il ruolo aggiuntivo di coordinatore del gruppo visto il profilo professionale di Quadro), Giampiero Dolce, Barbara Torrice, Gianluigi Fiorillo e Marco Del Nero.

La trappola della semplice gestione di fondi pubblici insufficienti

Ora la questione di fondo è che giustamente Trequattrini – ad inizio anno ed a prescindere dalle mancate risposte alle obiezioni espresse a suo tempo dettagliatamente dal nostro quotidiano – ha dichiarato di volersi impegnare “ogni giorno per costruire un Consorzio che non sia solo un ente di gestione, ma un vero motore di sviluppo per il Lazio”. In agenda invece ritroviamo ad oggi solo la gestione di fondi, finalizzata a rotatorie, strade e depuratori nel caso degli interventi lasciati da Zingaretti o del finanziamento di risorse alle aziende dell’indotto auto, della stagione Rocca, peraltro con una quantità di denaro del tutto esigua e per nulla adeguata rispetto ad aziende abituate a investimenti decisamente ingenti per sostenere le produzioni del comparto. A questo si aggiunga che la Provincia di Frosinone ha smarrito da tempo il ruolo di cabina di regia e di luogo dove esaminare la situazione economico-sociale e adottare linee di azione conseguenti. Il tutto avviene mentre il settore automotive continua nell’assottigliamento della base produttiva e nell’espulsione di dipendenti dalle ultime linee produttive nel sito di Piedimonte e nell’indotto piegato dalle scelte dolose dei francesi (Filosa o non Filosa non sembra cambiare granché).

Se un’area vasta in più è comunque sempre meglio che…niente

Il Cassinate corre veloce verso una crisi economica e sociale pesante e senza alternative, con una classe dirigente ancora al suo posto nonostante non sia stata in grado nemmeno di immaginare le conseguenze del suo mancato intervento durante anni di crollo dell’automotive. Invece gestire e coordinare le attività economiche per raggiungere specifici obiettivi di sviluppo è funzione necessaria e indispensabile di qualsiasi contesto territoriale evoluto e consapevole di voler mantenere livelli di benessere e servizi alla popolazione residente. Il gioco al massacro passa proprio dalla misurazione della distanza tra ordinaria gestione di fondi pubblici disponibili e spinta ad idee e progetti in grado di creare sviluppo e far disfare le valigie a tanti dei nostri figli. L’impressione è che non ci siamo proprio. Bene, quindi, un Vittorio Celletti che immagina almeno un’area vasta a sud simile a quella del capoluogo anziché la polemica inservibile del solito, irrecuperabile, decisore istituzionale.

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