Arpino – Un “killer seriale”, così la comunità ha definito l’uomo che ha piazzato delle esche avvelenate nelle pertinenze della sua proprietà, nel rione Cauto del quartiere Civita Falconara, nel pieno centro storico della città di Arpino: una persona malvagia, evidentemente insofferente ai gatti. Due pelosetti rinvenuti morti in due distinti giorni: Lupin nella mattinata di sabato e ieri, domenica, il cadavere della seconda, una mamma gatta, esanime, anch’essa con la bava alla bocca. Tutti appartenenti ad una colonia felina regolarmente registrata, i pelosetti non sono dei randagi bensì “gatti del quartiere”, adottati dai residenti che provvedono a nutrirli e coccolarli, badando alle distinte esigenze, ad offrire un riparo collocando anche delle cucce per i vicoli, molti sono stati sterilizzati.
I residenti confermano che i gatti uccisi erano entrambi adulti, sfamati ed accuditi come di consueto, insieme agli altri, da lì a qualche ora ritrovati morti per i vicoli. Si esclude categoricamente una epidemia di panleucopenia in virtù del fatto che i mici non mostrassero alcun sintomo prima del rispettivo decesso, nessuno dei pelosetti della colonia sembrerebbe avere febbre alta, niente tracce di vomito o diarrea, niente inappetenza. Inoltre, ad accreditare la tesi dell’avvelenamento ci sono i sospetti dei cittadini, tutti verso una sola persona che, a quanto pare, odierebbe i gatti del rione.
Le immagini dei miciotti morti fanno rabbrividire, divulgate sui social per denunciare questa gravissima mattanza, nel tentativo di sensibilizzare il responsabile. Gli episodi sono stati segnalati sia alla Polizia Locale che ai Carabinieri della locale stazione di Arpino: le forze dell’ordine stanno raccogliendo alcune testimonianze ma sono necessarie delle prove concrete. Purtroppo la morte di Lupin e della sua amica mamma gatta non sono una circostanza isolata: su Facebook tante le espressioni di indignazione e rabbia, qualcuno, preso dalla concitazione dettata dal rammarico, esterna delle “minacce”.
La redazione di Frosinone News torna a dimostrare la propria solidarietà e la vicinanza ai residenti del Cauto di Arpino, ribadendo il concetto già espresso: simili vicende non trovano alcuna giustificazione, la crudeltà di questi assassini non ha niente di umano. Avvelenare un animale è un atto malvagio perché la sofferenza che tale vile gesto provoca a qualsiasi bestiola è atroce. Ed è noto a tutti quali siano gli effetti di un avvelenamento per cui, chi commette un’azione così spietata è doppiamente colpevole, nella mente e nell’animo. Si ricorda che avvelenare un animale è considerato un reato penale, punibile per maltrattamento di animali. Nel caso in cui l’avvelenamento sia causa della morte si configura l’uccisione di animale, con pene detentive piuttosto severe.
