Broccostella- Dopo circa sei mesi dal drammatico incidente che lo aveva visto coinvolto, Luciano Urbano è tornato a casa, tra le braccia della sua famiglia. Un rientro tanto atteso, da tutti. La speranza di rivedere l’uomo in piedi, sorreggersi autonomamente ed andare incontro ai suoi affetti non è mai vacillata. Ad aspettarlo la moglie Antonella Polsinelli, coinvolta anch’essa nel sinistro che, in quella maledetta mattinata, ha segnato la vita di entrambi per sempre; con lei i figli Michela, Simone e Francesca, i tre nipotini, i generi e la nuora, i parenti, i vicini di casa, gli amici, i colleghi di lavoro.
Luciano è rientrato in piedi, un passetto alla volta, con l’andatura incerta ma lo spirito del guerriero di sempre: varcando l’ingresso di casa aveva il viso solcato dalle lacrime, si è fatto il segno della croce, poi ha salutato i presenti. L’incidente, lo ricordiamo, si è verificato lo scorso 20 maggio sulla Strada Statale 749, la superstrada Sora/Cassino, in territorio comunale di Atina. Uno scontro frontale tra la Fiat Tipo con un altro veicolo, una Jaguar, che sin da subito ha fatto temere il peggio per la coppia di Broccostella. Una sfida dura, affrontata con tanta forza e coraggio, arrivata all’improvviso sconvolgendo le vite di tutti i componenti della bellissima famiglia. «Per come ne siamo usciti è stato un miracolo – ci dicono Luciano ed Antonella – Il peggio è passato, adesso vogliamo solamente vedere il sole, anche quando piove».
Dopo essere stati estratti dall’abitacolo della loro automobile, entrambi i coniugi sono stati inizialmente trasportati presso il Santa Scolastica di Cassino. Luciano, autista Cotral, ha subito ben quattro interventi chirurgici, particolarmente delicati, tre alle gambe ed uno al braccio, tutti presso l’Umberto I di Roma: la prima operazione immediatamente dopo il trasporto in eliambulanza dall’ospedale di Cassino alla struttura della capitale, per stabilizzare le gambe, è durata tutta la notte. Poi i successivi interventi di chirurgia ricostruttiva, uno di circa 10 ore, il terzo di 7 ore: il meticoloso lavoro del professor Filippo Laurenti e dalla sua equipe del Policlinico su due arti le cui ossa erano letteralmente ridotte in frantumi. In questo periodo sono state necessarie continue trasfusioni di sangue, tanti gli amici donatori che hanno voluto aiutare Luciano in una delicatissima fase. L’ultimo volta in sala operatoria è stata per intervenire sul braccio, 2 ore.
Dopo circa due mesi e mezzo di degenza Luciano ha iniziato la riabilitazione in due rispettive strutture romane. Solamente mercoledì, 8 novembre, la famiglia ha potuto riportarlo a casa. Una grande festa, ad aspettarlo parenti, vicini, amici, colleghi. L’uomo continuerà a fare riabilitazione, almeno due volte al giorno, presso la sua abitazione dove la famiglia ha allestito una camera prettamente dedicata a lui ed al fisioterapista. Il percorso riabilitativo è ancora lungo, sono programmate altre operazioni chirurgiche, ma Luciano non si scoraggia, la determinazione lo accompagna passo dopo passo, ha bene in mente i suoi obiettivi, primo tra tutti quello di tornare a camminare in maniera autonoma, nonostante abbia l’arto destro che ormai viene definito come “la gamba di ferro” e l’altro, il sinistro, compromesso in diversi punti; entrambi si sostengono grazie alle placche, ai chiodi, alle viti impiantati durante gli interventi di osteosintesi.
Poi c’è Antonella. Quando è stata estratta dalle lamiere aveva perso i sensi, immediatamente trasportata al Santa Scolastica di Cassino, dopo gli esami ecografici, è andata subito in sala operatoria: le è stata asportata la milza che le procurava un’emorragia interna importante. Un coma di 20 lunghissimi giorni, quando poi Antonella si è svegliata e le sue condizioni lo hanno permesso, è stata trasferita nella clinica Santa Teresa di Isola del Liri. Antonella aveva riportato una frattura alla clavicola per cui è stata sottoposta ad intervento chirurgico; traumi anche all’altro braccio, risolti con 40 giorni di tutore. Fa fisioterapia da circa cinque mesi. I controlli per valutare la ripresa, il ritorno alla corretta postura, sono a cadenza periodica: indossa il busto che la sostiene, lo specialista che la segue non esclude un altro intervento prima di iniziare la terapia riabilitativa per schiena e gambe.
Una sfida difficile, un “percorso” verso la normalità affrontato in primis dai figli, con mamma e papà in ospedale, incoscienti, a lottare per la vita. Simone, in forza presso la Stazione dei Carabinieri di Vicalvi, quella maledetta mattina era in servizio: ha subito in maniera diretta il trauma della drammatica notizia, riuscendo a mantenere la lucidità per seguire tutte le manovre di soccorso ed essere punto di riferimento in quegli angosciosi momenti. Una delle ragazze, Michela, era in dolce attesa della sua secondogenita: in questi mesi difficili anche la piccola Jennifer ha aspettato che i nonni tornassero a farle le coccole; Nicole invece è nata alcune settimana addietro, portando in casa la felicità, un motivo in più per guardare avanti, con il sorriso sul volto e l’ottimismo nel cuore. Qualche giorno prima del lieto evento, zia Francesca ha concluso la formazione necessaria all’abilitazione per OSS, un’altra grande soddisfazione.
Adesso la famiglia è sicuramente più serena, nel loro nido, ognuno tra le braccia dell’altro. La paura è passata, il peggio è stato affrontato, restano le ferite ancora non del tutto rimarginate, sicuramente tanti dolori, delle brutte cicatrici ma si evita di guardarle. Gli occhi sono solamente per le persone vicine, per essere felici di esserci, di poter continuare a sorridersi, a stringersi affettuosamente, ad amarsi. In questo drammatico percorso non è mai mancato il supporto dei parenti, degli amici, dei colleghi di lavoro: telefonate, messaggi, anche un pensiero sui social, in qualche modo tutti hanno atteso notizie buone. La vicinanza di ognuno ha contribuito a sostenere moralmente la famiglia, a far sì che la speranza non si affievolisse, che la voglia di ritrovare alla vita di sempre non mancasse mai. Un esempio d’amore, di determinazione, di coraggio, per tutti, affinché nessuno si arrenda alle sfide che la vita ci mette davanti, all’improvviso, le quali vanno affrontate con forza e buona volontà, per tornare a gioire. Complimenti a Luciano, ad Antonella, ai loro figli, all’intera famiglia, gli auguri più sinceri per un futuro di serenità insieme.