“Il teatro è una zona franca della vita, lì si è immortali” affermava un mito assoluto come Vittorio Gassman. Parole che conosce bene Francesca Reina, attrice, regista e insegnante di recitazione teatrale. Nata e cresciuta a Frosinone, Francesca ha fatto del palco e delle quinte la sua ragione d’esistenza. Il teatro è l’aria che respira, il cibo di cui nutre la sua anima. La sua ‘alma’ che si accende davanti quel sipario che tanto ama, che ha profondamente educato con Pirandello e Brecht, Goldoni e Campanile e tanti altri. Ma Francesca, oltre ad essere un’attrice di talento puro e completa – grazie al canto e alla danza (soprattutto flamenco) – è anche un’apprezzata regista e una docente di esperienza, tanto amata e stimata sia dagli alunni più piccoli che dai suoi studenti più grandi.

Benvenuti a teatro. Dove tutto è finto ma niente è falso
Francesca ha mosso i suoi primi passi sul palco ai tempi delle scuole superiori. “Avevo 18 anni – ricorda l’attrice – e una compagnia del territorio venne a proporci a scuola il laboratorio e la realizzazione di uno spettacolo. Quella partecipazione ha cambiato la mia vita. Subito dopo entrai in pianta stabile nella compagnia, ex Gruppo Zion e attualmente Teatro Labrys. Fortunatamente non mi sono più fermata! Quelle emozioni che regala il teatro sono uniche, sul palco ci si sente vivi, si possono esprimere mille personaggi diversi, anche molto lontani da noi, eppure ognuno racconta una nostra piccola sfaccettatura. Personalmente, sul palco, mi sento a casa. È la cosa che mi riesce meglio, la più naturale. Per questo, tra i miei diversi lavori nello stesso ambito, quello che sento più mio è proprio l’essere attrice. Per quanto concerne la regia mi definisco una regista ‘non pura’, in quanto mi occupo della direzione esclusivamente di spettacoli miei. L’insegnamento, poi, è parte fondante della mia persona: conduco laboratori da quando ho 20 anni e ne sono passati 24. Insegno a bambini ma anche ad adulti e ad esempio, a Frosinone, ho un gruppo si sole donne over 60 da 8 anni e di cui sono fierissima. Ma nasco e morirò come attrice”.
Mille volti, un sol cuore
Nella sua ultraventennale – nonostante l’età – carriera, Francesca ha cucito addosso a sé una moltitudine di personaggi e a tutti, indistintamente, ha donato il suo cuore. Ricorda ognuno di loro, ma inevitabilmente a qualcuno è più legata con un doppio legaccio sentimentale e affettivo. “Il personaggio a cui voglio più bene è sicuramente Celeste di ‘Ninetta e le altre. Le marocchinate del ’44’. Una ragazza ingenua, che crede nell’amore ma che non lo ha trovato. Una giovane di campagna nel periodo della guerra, con tante ansie eppur con tanto coraggio. Interpreto questo ruolo da 15 anni nello spettacolo a cura della regista Damiana Leone con la compagnia ‘Errare Persona’. Poi vedremo se in futuro la mia scaletta cambierà!”.
Dramma e sorriso per un talento poliedrico
Tra i tanti generi teatrali affrontati, l’attrice sa come districarsi ed eccellere in ognuno di essi. “Un ruolo drammatico è sempre più complicato – spiega l’artista ciociara -, ci si arriva dopo. Per mia natura personale, mi sento più portata a divertire, a interpretare ruoli comici o quantomeno brillanti. Ricordo il mio esordio, a 18 anni con la pièce drammatica ‘Volevamo essere gli U2’ di Umberto Marino: sentii un’esplosione nel corpo, è stato pazzesco. Per questo motivo, posso affermare che comunque, al di là del genere, le emozioni davanti al pubblico restano le stesse. Personalmente, anche quando sono dietro le quinte a dirigere, avverto la stessa scarica di adrenalina. Sono tante le responsabilità sulla riuscita. Quando sei in scena devi sempre buttare un occhio anche ai compagni, a meno che non si stia recitando un monologo. Quando invece si cura la regia, il peso forse diventa esclusivo sulle proprie spalle poiché bisogna restare attenti a tutto. Ma il fuoco arde in egual modo”.
Lavori in corso…
“Ho la fortuna di collaborare con tante compagnie di Frosinone e non, e con tanti registi – prosegue Francesca nel suo racconto -. Questa estate abbiamo finalmente messo su una nostra compagnia che si chiama Actoanimae Teatro ed era un sogno che volevo realizzare, abbiamo tanti progetti e sono felicissima per questo. Attualmente sono molto impegnata nello spettacolo natalizio ‘Quando i Santi arrivano marciando’ per la regia di Velia Viti, professionista di Roma. Lavoro al fianco di una cantante pazzesca, Donatella Santilli con il supporto dei Tabs, gruppo musicale di Anagni. Si tratta per cui di un musical con cui esordiremo domani, 27 dicembre, a Formello, in provincia di Roma, alle ore 21.00″.
Ispirazioni e modelli
“Adoro la scrittura di Pirandello – ci svela Francesca Reina – , sicuramente tra i miei autori preferiti, ma spazio molto, cerco spunto anche in tanti scrittori sconosciuti ai più. A livello attoriale, la mia attrice di riferimento è sempre stata Anna Marchesini, a mio avviso una professionista unica nel suo genere. Certo che ad oggi, seguire queste orme è molto difficoltoso. Io mi definisco una professionista perché, appunto, sono attrice per professione. Se mi si chiede quale sia il mio lavoro, io rispondo dicendo attrice. Ma intraprendere una carriera artistica, partendo da un piccolo centro, è sempre molto complicato a meno che non si abbiano porte già spalancate, soprattutto negli ultimi anni. Non è facile, ma fino a quando ci si crede, bisogna spingere e andare avanti. Sono sicuramente più le soddisfazioni che le remunerazioni”.
Teatro, un amore che si ‘vive dal vivo’
la recitazione teatrale è molto diversa da quella cinematografica e televisiva, vuoi per l’assenza del fattore ‘in tempo reale’, vuoi per l’assenza del pubblico live, vuoi per canoni stessi di interpretazione. E Francesca ha sempre preferito il teatro al resto, come ci spiega: “A teatro c’è uno scambio di emozioni tra attori e pubblico che non è presente nel cinema e nella tv. Si regalano e ricevono emozioni in un filo diretto con la platea, un fattore determinante per i professionisti del settore. Ed è il motivo per cui invito la gente a tornare a teatro proprio per emozionarsi, per cercare uno scambio vicendevole soprattutto in questi tempi, dopo essere stati sempre guardinghi a causa della situazione sanitaria nazionale”.
La Ciociaria approda a Broadway
Francesca rammenta quando portò la sua Celeste in trasferta a New York per una replica di ‘Ninetta e le altre’, un viaggio lunghissimo e ricco di soddisfazioni per tutto il gruppo teatrale. In quell’occasione si verificò un divertente aneddoto. Con i suoi compagni decise di andare a vedere uno spettacolo a Broadway: “Uno dei protagonisti dello show era un italo americano e chiese se ci fosse un italiano tra il pubblico, in particolare qualcuno proveniente dal frusinate…per farla breve, anche lui aveva origini ciociare!”.