Un caso di violazione della segretezza della corrispondenza militare ha riguardato il Ministero della Difesa. Un militare dell’esercito ha denunciato che un plico contenente documentazione riservata e registrazioni audio, inviato in via XX Settembre, all’attenzione dell’onorevole Guido Crosetto, non è mai pervenuto a destinazione. La corrispondenza, inviata nell’ambito del diritto di comunicazione diretta previsto dall’ordinamento militare, avrebbe dovuto rimanere strettamente riservata, ma secondo le dichiarazioni emerse nelle ultime ore, il contenuto del plico sarebbe stato oggetto di una violazione. Dalle dichiarazioni rese durante un’interrogazione della Procura Militare di Roma è stato rivelato che il plico era in realtà pervenuto non sulla scrivania del ministro ma allo Stato Maggiore dell’Esercito ed è stato aperto da personale non autorizzato.
Anche registrazioni audio di colloqui riservati usciti dalla filiera autorizzata
Tra i documenti contenuti nel plico vi erano anche registrazioni audio di colloqui riservati, tra cui uno con il Comandante del 3° Reggimento Supporto Targeting “Bondone” di Cassino e con la presenza di altri militari del comando. La circostanza che il contenuto del plico sia stato rivelato e che il plico sia stato aperto da persone non autorizzate configura un reato di violazione della segretezza della corrispondenza, sancito dall’articolo 129 del Codice penale militare di pace, dall’art. 616 del Codice penale, e dalla violazione del diritto costituzionale alla segretezza della corrispondenza (art. 15 della Costituzione). La denuncia ha gettato una luce poco rassicurante sulla gestione delle comunicazioni riservate all’interno del Ministero della Difesa. La vicenda assume un aspetto ancora più eclatante se si considera che il contenuto del plico riguardava delle critiche dirette nei confronti dei superiori gerarchici, e uno di questi potrebbe essere stato uno dei destinatari indiretti della corrispondenza.
Il caso è destinato ad alimentare interrogazioni parlamentari
La vicenda ha suscitato preoccupazione tra ufficiali dell’Esercito e tra esponenti dei vertici della Difesa, con richieste di chiarimenti sul possibile coinvolgimento di funzionari ministeriali nella gestione non trasparente della corrispondenza. Le accuse di violazione del segreto, sottrazione di corrispondenza e soppressione di documenti sensibili potrebbero configurare reati penali anche aggravati, in base alle circostanze in cui si è verificata la fuga di informazioni riservate. Il caso pare destinato a sollevare nuove interrogazioni parlamentari. È stata infatti già annunciata un’interpellanza parlamentare al Ministro Crosetto per chiarire il coinvolgimento del Gabinetto del Ministro e le misure che intende adottare per evitare il ripetersi di simili violazioni.
Procure ordinarie di Roma e Cassino e procura militare indagano
Nel frattempo, l’indagine delle Procure ordinarie di Roma e di Cassino e della Procura Militare prosegue, con l’intento di fare luce su come un documento riservato destinato al Ministro sia finito nelle mani di terzi e quali misure preventive possano essere adottate per tutelare la riservatezza delle comunicazioni sensibili all’interno delle forze armate. Gli accertamenti dovranno chiarire se sono rilevabili irregolarità all’interno della catena di comando.
