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Fondi pubblici e incarichi fittizi, si allarga l’inchiesta: interrogato Gianluca Quadrini. Altri cinque indagati

L'inchiesta coinvolge altre cinque persone. La Procura starebbe valutando in queste ore l’emissione di misure cautelari personali e interdittive

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Si è tenuto questa mattina, presso il Tribunale di Cassino, l’interrogatorio di Gianluca Quadrini, attuale consigliere provinciale ed ex presidente della XV Comunità Montana di Arce, al centro di una vasta indagine giudiziaria che ha scosso il panorama politico e amministrativo del territorio.

L’atto istruttorio, previsto dalla riforma Nordio, rappresenta una tappa fondamentale del procedimento: prima di pronunciarsi sull’eventuale applicazione di una misura cautelare, il GIP è tenuto ad ascoltare l’indagato, come garanzia di contraddittorio. La Procura di Cassino, infatti, ha formalmente avanzato richiesta di misura restrittiva nei confronti di Quadrini, alla luce di quanto emerso dalle indagini della Guardia di Finanza.

Sei indagati, per l’accusa fondi pubblici usati per fini personali e politici

Oltre a Quadrini, l’inchiesta coinvolge cinque altri soggetti, tra cui vertici di società in house e pubbliche, avvocati e imprenditori.

Le ipotesi di reato formulate dalla Procura spaziano dalla truffa aggravata e continuata (art. 640, commi 1 e 2 c.p.), al concorso (art. 110 c.p.), fino alla falsa fatturazione e alla distrazione di fondi pubblici. Il sistema, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbe stato strutturato per convogliare risorse pubbliche verso soggetti vicini o funzionali alla rete politico-amministrativa di Quadrini, aggirando le normative su trasparenza, affidamenti e inquadramenti contrattuali.

Dipendenti pubblici impiegati come segretarie personali

Le società partecipate dalla Provincia di Frosinone, avrebbero formalizzato contratti di lavoro somministrato con alcune dipendenti, che però – secondo l’accusa – non prestavano realmente servizio presso le sedi indicate, ma venivano invece impiegate come collaboratrici personali di Gianluca Quadrini, con compiti legati alla promozione politica e attività estranee alle finalità istituzionali.

I vertici delle due società sarebbero ritenuti responsabili di aver autorizzato pagamenti e rimborsi per un ammontare di 4.882 euro, basati su fogli di presenza e relazioni false, a copertura di attività che non sarebbero mai state svolte. La Procura ipotizza che dietro questa dinamica vi fosse una strumentalizzazione delle risorse pubbliche per finalità personali e politiche.

Permessi scolastici irregolari: Quadrini sotto accusa anche come docente

Il secondo fronte dell’indagine riguarda l’attività di docente svolta da Quadrini presso un istituto tecnico di Ferentino, dove risultava in servizio con un contratto da 18 ore settimanali. L’indagato avrebbe fruito per l’intero anno scolastico di permessi istituzionali pari a 48 ore mensili, sostenendo di essere ancora consigliere provinciale delegato. In realtà, tale carica era cessata e non comunicata alla scuola. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, tale omissione avrebbe indotto in errore l’Istituto Don Morosini e il Ministero dell’Economia, generando un danno erariale e un illecito utilizzo dei permessi pubblici.

Appalti a cooperative e rendiconti falsificati

Ulteriori contestazioni riguardano appalti affidati a una cooperativa riconducibile ad uno degli indagati, per un valore di quasi 90.000 euro tra il 2019 e il 2020, legati a progetti di sviluppo del territorio nei comuni montani.

Tuttavia, le attività previste nei contratti non sarebbero mai state realmente svolte: i fascicoli consegnati alla pubblica amministrazione includevano fogli di presenza retrodatati, firme irregolari e relazioni finali alterate, in diversi casi sottoscritte mesi dopo da soggetti estranei alle attività dichiarate. Alcune collaboratrici indicate nei contratti non avrebbero mai effettuato le prestazioni previste.

Uno degli avvocati risulta indagato per aver contribuito alla produzione di fatture false, necessarie per giustificare l’erogazione dei fondi pubblici. Secondo la Procura, l’intera operazione si fondava su un sistema documentale fraudolento.

Verso le misure cautelari

Le indagini proseguono su più fronti, con nuove acquisizioni documentali, audizioni e accertamenti bancari. La Procura di Cassino starebbe valutando in queste ore l’eventuale emissione di misure cautelari personali e interdittive nei confronti degli indagati, sulla base della gravità dei reati ipotizzati e della reiterazione sistematica delle condotte.

L’interrogatorio di Quadrini potrebbe rappresentare l’ultimo passaggio prima di un eventuale provvedimento del GIP, atteso nei prossimi giorni. Intanto, il caso si allarga, con potenziali riflessi anche sul piano politico e amministrativo provinciale.

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