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Frosinone, dopo il punto d’oro a Palermo i ciociari guardano con fiducia ai prossimi impegni

I rosanero hanno sfiorato il gol ma non sono riusciti a piegare la resistenza ciociara. Ora testa a Padova e Sudtirol

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Serie B – Il Frosinone torna dalla difficile trasferta di Palermo con un pareggio a reti bianche che vale molto più di quanto dica il tabellino. In un “Barbera” gremito da oltre trentamila spettatori, i giallazzurri hanno saputo reggere l’urto di una delle squadre più attrezzate per la promozione, mostrando solidità difensiva, spirito di sacrificio e anche un pizzico di fortuna. A fare la differenza, più dei numeri, sono stati i due legni colpiti da Pohjanpalo, simbolo di una partita in cui i rosanero hanno sfiorato il gol ma non sono riusciti a piegare la resistenza ciociara.

Le statistiche confermano l’equilibrio: il Palermo ha concluso di più (13 tiri contro 10), ma il Frosinone è stato più preciso nello specchio (4 contro 2). Anche sul possesso palla e sui passaggi la forbice è stata minima: 273 riusciti per i padroni di casa contro i 254 ospiti, con percentuali pressoché simili.

La difesa tiene botta

Il pacchetto arretrato è stato l’aspetto più convincente della serata. Palmisani, pur non dovendo compiere interventi clamorosi, ha trasmesso sicurezza e si è fatto trovare pronto nei momenti chiave. Bracaglia è stato probabilmente il migliore del reparto: efficace nei duelli con Pohjanpalo, si è distinto per lucidità e attenzione per tutti i novanta minuti.

Accanto a lui, Marchizza ha garantito solidità sulle palle alte, mentre Gelli, all’esordio dal primo minuto, ha mostrato personalità e senso della posizione, distinguendosi per pulizia nei rinvii. Più complicata, invece, la partita di Oyono, spesso messo in difficoltà dalle discese di Augello: attento dietro, ma poco intraprendente in proiezione offensiva.

Centrocampo: luci e ombre

In mezzo al campo, il Frosinone ha sofferto il ritmo del Palermo ma è riuscito a mantenere ordine. Koutsoupias è stato il più intraprendente: due occasioni create nel primo tempo, tanta corsa e diversi contrasti vinti che hanno dato respiro ai compagni. Calò, al contrario, non ha brillato come ci si sarebbe aspettato: pochi spunti degni di nota e una manovra che non ha trovato sbocchi.

Dalla panchina, Cichella ha portato freschezza senza però incidere davvero, mentre l’ingresso di Gelli senior ha regalato maggiore equilibrio e qualche minuto di esperienza utile nella fase finale.

Attacco spuntato ma non privo di segnali

Il reparto offensivo è quello che ha convinto meno. Raimondo ha lottato su ogni pallone, sacrificandosi anche in fase difensiva, ma ha inciso poco sotto porta: due tentativi, nessuno nello specchio. Da segnalare l’episodio con Diakité a inizio ripresa, con il VAR chiamato a valutare un possibile rigore poi annullato per fuorigioco.

Kvernadze non è riuscito a entrare davvero in partita, pur mostrando una buona precisione nei passaggi. Al contrario, Ghedjemis è stato la luce dell’attacco: quando ha avuto il pallone ha sempre dato la sensazione di poter creare pericoli, con dribbling riusciti e iniziative che hanno spesso acceso le ripartenze. Barcella si è visto soprattutto nel primo tempo, risultando vivace, mentre nella ripresa è sparito dai radar.

Dalla panchina non sono arrivate svolte decisive: Zilli ha provato a rendersi utile con movimenti intelligenti, Masciangelo ha faticato a trovare spazio sulla fascia.

Un Frosinone giovane e coraggioso

Massimiliano Alvini può essere soddisfatto: con la squadra più giovane del campionato (media età 23,4 anni), il suo Frosinone ha resistito contro un avversario temibile e in uno stadio bollente, mantenendo per la seconda volta consecutiva la porta inviolata. Certo, in avanti c’è molto da lavorare: nessun cross utile è arrivato dalle corsie e la manovra offensiva è apparsa prevedibile. Ma la compattezza e lo spirito di gruppo sono segnali incoraggianti.

Con la sosta alle porte, i giallazzurri possono guardare alla classifica con fiducia: imbattuti e con zero gol subiti, hanno gettato le basi per una stagione in cui l’obiettivo primario resta la crescita, ma senza escludere sorprese. Ora testa ai prossimi impegni: prima con il Padova – a 1 punto, reduce dalla sconfitta con l’Empoli al debutto e poi dal pari in casa della Carrarese – e poi con il Sudtirol – a 4 lunghezze, figlie di un pareggio con il Catanzaro e una vittoria interna sulla Sampdoria -.

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