Una storia surreale quella che arriva da Frosinone. Protagonista un pregiudicato sulla cinquantina, residente nel capoluogo. L’uomo era agli arresti domiciliari ma in pochi mesi ha messo in moto un meccanismo continuo e anomalo che ha coinvolto ambulanze, medici e forze dell’ordine. Ora il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Frosinone ha disposto l’aggravamento della misura a suo carico, con la custodia cautelare in carcere.
Accessi anomali al Pronto Soccorso: la polizia chiede l’aggravamento
L’uomo, secondo quanto ricostruito dagli agenti delle Volanti, coordinati dal Dirigente Gianluca Di Trocchio, ha effettuato decine di accessi al pronto soccorso dello Spaziani negli ultimi due mesi, spesso anche più volte al giorno. A chiamare i soccorsi era lui stesso, segnalando di volta in volta malesseri diversi e sintomi non meglio precisati. In molti casi, come sospettano i poliziotti, avrebbe approfittato del trasporto in ospedale anche per consumare i pasti, presentandosi in coincidenza con gli orari di pranzo o cena.
Ogni accesso comportava, oltre all’intervento dell’ambulanza, anche la presenza di Polizia o Carabinieri, necessaria per le verifiche previste nei confronti di una persona sottoposta a misura restrittiva. Gli accertamenti sanitari, tuttavia, si concludevano quasi sempre con una dimissione a stretto giro senza diagnosi rilevanti.
La Squadra Volante della Questura di Frosinone, riscontrata la sistematicità degli episodi, ha inviato una segnalazione alla Procura, evidenziando una strumentalizzazione del sistema sanitario ai fini dell’elusione delle prescrizioni domiciliari. Il magistrato, accogliendo la richiesta, ha firmato l’ordinanza che ha portato l’uomo in carcere.
Una vicenda che ha messo sotto pressione mezzi di soccorso, ospedali e forze dell’ordine, trasformando una misura alternativa alla detenzione in una vera e propria beffa ai danni del sistema pubblico.