Uno studente su due ha scommesso almeno una volta nel 2024. E tra i giocatori minorenni, oltre 150.000 sono già a rischio, mentre 115.000 rientrano nella fascia “problematici”. Sono numeri che fanno tremare quelli dei Gratta e Vinci e delle videolottery, perché non parliamo di adulti al bar, ma di ragazzi tra i 15 e i 19 anni. A diffondere il dato è stato il Consiglio Nazionale delle Ricerche, durante gli Stati generali sul contrasto al gioco d’azzardo, organizzati dalla CGIL alla Camera del Lavoro di Milano.
La fotografia è netta: il 62% degli studenti ha giocato almeno una volta nella vita, il 57% solo nell’ultimo anno. In Lombardia, i numeri sono leggermente inferiori, ma il trend è lo stesso: il 54% ha giocato, l’11% online, nonostante i divieti.
L’età si abbassa, il rischio cresce
Giocano sempre più giovani, e sempre prima. E se le scommesse sono in cima alla classifica dei giochi più popolari, è il comportamento che accompagna il gioco a preoccupare: uso di sostanze, litigi in famiglia, conflitti con amici, problemi con la scuola e con la polizia, in alcuni casi persino debiti e bugie per ottenere denaro. Il gioco d’azzardo – come certifica l’indagine ESPAD – sta diventando un indicatore di disagio e non più solo una “brutta abitudine”.
Milano, dove l’azzardo è di casa
Ma non sono solo i giovani. Il quadro complessivo lombardo è segnato da un’iperconcentrazione urbana: a Milano, nel 2023, la spesa media pro capite ha raggiunto i 2.713 euro, un record assoluto che somma 1.402 euro su rete fisica e 1.311 su rete online. Altro che gioco “residuale”: a conti fatti, il capoluogo gioca il triplo rispetto a molte province del Sud Italia.
Nel resto della Regione, però, il fenomeno è tutt’altro che omogeneo: in 160 comuni lombardi la raccolta su rete fisica è stata pari a zero. E in 4 comuni, non si è registrato nemmeno un euro nemmeno online. Un’Italia a doppia velocità anche dentro i confini della Lombardia, dove la presenza o l’assenza di terminali di gioco cambia la vita delle persone.
Donne, gioco online e stress sociale: la trincea invisibile
Tra i fenomeni emergenti, la crescita dei conti gioco intestati a donne: +64% dal 2018 al 2023, contro il +41% degli uomini. E con il canale digitale in costante espansione – nel 2023 ha superato gli 82 miliardi di euro a livello nazionale – il gioco è entrato nella routine quotidiana, silenziosamente, spesso senza controllo.
Chi ha un profilo problematico, secondo il CNR, dorme poco, ha un reddito basso, vive solo o in coabitazione precaria, ha subito violenza fisica o sperimenta forte stress economico. E, in molti casi, non riconosce di avere un problema.
CGIL: “Non bastano divieti, serve educazione al digitale e alla vita”
Dai sindacati arriva un monito chiaro: “Questa è una bomba sociale e culturale, non solo economica”, ha spiegato la CGIL Milano. “Serve una presa in carico collettiva: dalla scuola alla sanità, dai servizi territoriali alle famiglie. Perché i giovani che oggi scommettono da minorenni rischiano di diventare adulti con dipendenze invisibili”. – Fonte Agenzia Dire www.dire.it –