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Il sogno della fusione ideale tra le province ciociara e pontina naufraga tra Roma e gli…affari

Fari puntati sull’esproprio del sito ex Frigomarket Pacifico di Latina Scalo: con tutti e due i piedi dentro un fascicolo penale

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Il primo a rincorrere l’obiettivo era stato un sindacato, poi è stata la volta delle associazioni di categoria e di qualche ente derivato: gettare un ponte tra le province di Frosinone e Latina per farne un territorio più forte, completo, attrattivo e capace di resistere e rispondere alle continue incursioni del potere romano. Non c’è neppure stato bisogno di cambiare nome, è bastato raddoppiare la provenienza geografica e spalancare le porte ad una nuova dimensione, non soltanto economica, non soltanto politica, ma soprattutto culturale.

Il vero suggeritore di questo cambiamento epocale soltanto iniziato e mai perfezionato, era stato Giuseppe Ciarrapico con le sue gazzette locali, anche se l’idea madre del funambolico imprenditore era quella di avere tra le mani due strumenti di potere per accrescere le proprie entrature nell’establishment romano, e non per distaccarsene. E quando le gazzette nel Lazio, nell’Abruzzo e nel Molise erano diventate dodici, circondata Roma, Ciarrapico era diventato senatore. Al servizio di Roma. E quel seme sbilenco gettato lungo l’asse ideale di collegamento della Monti Lepini continua a dare frutti diversi da quelli sperati e forse mai davvero cercati. Come dimostra la storia recente dell’ultimo ente in ordine di tempo ad assumere la veste di ente trasversale, dopo la Camera di Commercio e dopo Unindustria: il Consorzio Industriale Frosinone-Latina.

A dire il vero il Consorzio era venuto alla luce con grande anticipo su tutti gli altri con la duplice denominazione Roma-Latina, e l’assunzione della denominazione di riferimento delle due province del basso Lazio era sembrata un tentativo vero di affrancamento dalla Capitale, ma era solo una sciocca illusione. Il Consorzio è stato il primo a rientrare nel ventre materno di Roma cambiando nome ancora una volta per diventare Consorzio Industriale del Lazio, a testimoniare nuovamente che quella della fusione ideale tra le province ciociara e pontina non è soltanto un’illusoria forzatura, ma un trampolino di lancio per raggiungere Roma, sempre lei. Non fanno eccezione sindacati né associazioni di categoria. È la storia di sempre, puntare in alto, fare carriera. E chissà che non sia anche la storia migliore, perché se volessimo giudicare da quello che abbiamo visto recentemente guardando da vicino il Consorzio Industriale Frosinone-Latina, oggi Consorzio del Lazio, la duplicità dei territori sottoposti alla guida di un unico ente può generare mostri.

Il caso ex Frigomarket Pacifico di Latina Scalo

Se il Presidente è di Frosinone, a Latina si balla. E viceversa. Altro che omogeneità culturale dei territori; l’unica omogeneità che si manifesta è quella intorno alle opacità, alle forzature, al modo corsaro di gestire un ente. È scontato che a Frosinone sapessero dell’esproprio del sito ex Frigomarket Pacifico di Latina Scalo, anche se non hanno previsto la fine che avrebbe fatto, con tutti e due i piedi dentro un fascicolo penale, con la Procura che ha già scavato rifiuti nel terreno e che adesso si appresta a scavare qualche verità nascosta tra le carte di un affare impronunciabile.

Ma Roma non è soltanto accentratrice, è anche mamma, come testimonia il livello di protezione che dai vertici della Regione Lazio e con il concorso di qualche parlamentare ciociaro ben allineato e un consigliere regionale pontino bene introdotto, si dispiega attorno al caso Frigomarket, per il quale è già pronta la bozza di una proposta di legge che vanta anche l’okay della Commissione regionale attività produttive.

Ora c’è la possibilità che l’iter subisca qualche rallentamento, perché il proponente di quella legge si chiama Enrico Tiero. Ma i patti si rispettano. E per voler approvare una legge che ammette la possibilità di esercitare il commercio al dettaglio nelle aree industriali sottoposte ai vincoli del PRT consortile, qualche mano deve essere stata stretta. Verosimilmente una mano della provincia di Latina e l’altra di Frosinone. Più una di Roma. Più fusione di così.

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