L’avevamo intervistata un po’ di tempo fa Luisiana Zappa, giovane frusinate protagonista dell’edizione portoghese di Masterchef. Luisiana ci aveva raccontato della sua passione per la cucina, di come era arrivata al famoso format televisivo e dei suoi progetti per il futuro, sempre con la Ciociaria nel cuore. Adesso la sua avventura tra i fornelli in Portogallo è finita e non è filato tutto liscio, anzi. La 35enne nel corso di questi mesi è dimagrita 6 chili, ha vissuto momenti intensi ma anche tante emozioni negative, frustrazioni che ha deciso di raccontare pubblicamente, in un lungo sfogo postato sui social. Dopo aver lasciato la cucina televisiva, la chef ha voluto rendere noto ogni singolo momento trascorso all’interno del programma, evidenziando ciò che le ha lasciato l’amaro in bocca. Oggi Luisiana si toglie qualche sassolino dalla scarpa. Si libera di quel fardello che non credeva di dover sopportare, ma rievoca anche quegli attimi di gioia e le amicizie nate lì, nonostante tutto.
Lo sfogo di Luisiana Zappa
“‘È stato un grande piacere e ho imparato a lavorare con cose nuove che non facevano parte del mio bagaglio’. Questo è stato il commento trasmesso dopo aver lasciato il programma. A questo punto, stiamo già iniziando a vedere le consuete testimonianze dei partecipanti precedenti. Frasi simili come ‘Mi è piaciuto molto’, ‘è stata un’esperienza unica’ o ‘mi ha cambiato la vita’ sono di solito le più comuni. A prescindere dai cliché associati a queste affermazioni, così spesso ripetute in vari programmi televisivi, credo che chi le dice ci creda davvero, anche se spesso vengono pronunciate senza pensarci troppo. Sono stata educata, con l’idea che non si dovrebbe nascondere la verità solo per mantenere le apparenze. In realtà, ho bisogno di dirlo per il bene della mia tranquillità personale. Ed è quello che descriverò in seguito. La mia esperienza: non ho un ricordo esatto delle parole che ho detto dopo essermene andata perché ero molto debole a causa di una grave infezione, ma in sostanza erano: non mi è piaciuta questa esperienza, non tornerei a ripeterla”.
“So che hanno il diritto di modificare come meglio credono, ma non capisco l’opzione di ripulire o forse proteggere l’opinione di un concorrente – continua la cuoca -. Sono sempre stata sincera e non ho mai avuto problemi ad ascoltare quello che avevano da dirmi, quindi non accetto che travisino la testimonianza solo per renderla più accessibile. Sono cresciuta con valori e principi che mi rifiuto di tradire, perché sono quelli che mi definiscono come persona. So che ognuno di noi ha un diverso insieme di principi che ci guidano per tutta la vita, quindi discutere se i miei siano più corretti di quelli degli altri è un esercizio inutile e ingiusto. Durante tutto il programma ho cercato di non criticare mai negativamente nessuno dei concorrenti perché non è il mio stile né penso che se lo meritassero e, anche se sono stati molto modificati o presi fuori contesto, credo che le mie testimonianze lo dimostrino”.
Il primo ‘incidente’
“Gran parte dell’identità di una persona è nel suo nome. So che la mia è una sfida per molti perché è raro. Capita spesso che lo scrivano male, ma lo correggono sempre. Il primo giorno del programma, mi è stato consegnato il mio grembiule ricamato con Lusiana. Ho chiesto che fosse corretto, ma invece è stato solo fatto un ricamo grossolano. Ed è stato così che, nel corso di 12 episodi, ho indossato qualcosa che non mi identifica e che mi ha fatto molto vergognare. Un’altra cosa che in un certo senso ci identifica è la nostra professione. Quando finalmente lo show è stato trasmesso in TV, ho scoperto, con mio grande stupore, di essere un avvocato anche se non avevo mai esercitato quella professione”.
Poca empatia
“Fin dall’inizio del programma ho detto che temevo che il fatto di non parlare correttamente il portoghese potesse influire sulle mie prestazioni nelle competizioni, ma non avrei mai pensato che gli avversari mi avrebbero scelto come capitano a causa della mia barriera linguistica – quindi per mettermi in difficoltà – per poi essere stata rubata all’altra squadra perché c’era un ingrediente associato a me, al mio modo di cucinare. Mi ha fatto sentire come un oggetto che poteva essere usato o scartato e non accetto l’argomento del “ma questo è un gioco”. Il fatto che si tratti di un gioco non significa che si possa trattare qualcuno come un oggetto. In effetti, il risultato di tutto questo circo è stato che la squadra in cui sono rimasta ha finito per perdere per criteri moralistici e non meritocratici (tenendo conto della reazione degli chef contro la decisione). Non sono stata costretta a cercare di aiutare ogni volta che ho avuto il vantaggio di scegliere le squadre o le coppie, ma l’ho fatto perché so che la competizione è possibile anche senza “gioco scorretto”. Mi dispiace molto che un concorrente come Domingos se ne sia andato così presto perché credo che se fosse rimasto avrebbe portato un maggiore equilibrio alla mancanza di umanità a cui mi riferisco”.
“Questo è Masterchef Portogallo”
Un’altra situazione che per me è stata un martirio è stata quella di sentirmi dire “questo è Masterchef Portogallo” e che dovevo farla finita con questo “non mi identifico con la cucina portoghese” (non ho mai detto che non mi identificavo con essa, ma forse ho espresso il concetto di non conoscerla così bene) e che dovevo evitare di fare la pasta. Ma quando un concorrente portoghese ha preparato un piatti di ravioli, la giuria ha “visto il Portogallo” in quel piatto. Nulla contro chi lo ha realizzato, ma la mancanza di coerenza dei criteri è stata lampante in molti momenti come questo. D’altra parte, posso dire che c’erano anche tanti piatti di influenza orientale presentati da diversi concorrenti portoghesi e, ancora una volta, nulla contro di loro, ma solo io sono stata avvertita che “questo è Masterchef Portogallo”. Infatti, se il criterio di Masterchef fosse stato quello di rappresentare solo il Paese in cui si svolge l’edizione, nessuno potrebbe festeggiare la vittoria che è stata ottenuta con un Bacalhau à Brás (lo adoro!) a Masterchef Australia. Dopo tanti episodi che hanno visto questa incoerenza di criteri, confesso che ho finito per fare quello che volevo e, cioè pasta. Credo che ci sia anche una mia dichiarazione in cui dico che se nella scatola degli alimenti/condimenti con farina e uova, farò sempre la pasta fresca. Confesso che non avevo mai visto Masterchef Portugal, e pensavo che sarebbe stato come le edizioni dell’Italia o dell’Australia. Pensavo che sarei stata in uno show in cui l’attenzione principale si sarebbe concentrata sul cibo e non sul sensazionalismo”.
Poca sensibilità
“Ci sono stati diversi momenti in cui sono stata criticata (per non dire peggio) – continua Luisiana – per non aver sorriso molto o pianto poco per le telecamere e che questo sarebbe stato un segno di freddezza, insensibilità o antipatia. Non posso accettare che qualcuno abbia un pensiero così basilare e limitato da non considerare nemmeno che qualcuno che non sorride sempre potrebbe essere soltanto…riservato. Sono sempre stata così e non ho mai fatto amicizia a prima vista. E se ero già discreta quando sono entrata nello show, con il passare degli episodi ho iniziato a sentirmi triste, non volevo essere lì. Forse coloro che dicono queste cose ad altre persone non si rendono conto di essere insensibili o addirittura crudeli. Sono contenta di aver raggiunto il 5° posto, ma se voglio essere onesta, una parte di me sarebbe stata sollevata se fossi andata via al posto di Rúben il giorno in cui siamo stati ultimi in un’eliminazione. Il giorno prima della mia eliminazione ero stata al pronto soccorso fino a tardi a causa di un’infezione che mi aveva lasciato molto debilitata e non avevo proprio voglia di tornare in studio e avevo paura che, a causa di alcuni di quei criteri incoerenti a cui il programma ci abituava, avrei dovuto continuare. Per fortuna sono tornata dalla mia famiglia dove ho potuto riprendermi tra le persone che mi rendono felice”.
Differenziazione
“Nella prima puntata ho detto che mi sono candidata a Masterchef perché il mio sogno è quello di avere un programma televisivo dove poter mostrare la cucina italiana e che magari la mia partecipazione al format mi avrebbe potuto aiutare ad avere un po’ di visibilità, ma non posso fare a meno di notare quanto segue: sulle pagine ufficiali di Facebook e Instagram mai è stata pubblicata una sola delle mie ricette vincitrici. Non conosco i criteri per selezionare i contenuti adatti ai social network di Masterchef, ma non posso fare a meno di trovare strano questo fatto”.
Master (senza) class
“Un’altra aspettativa sbagliata che avevo, forse a causa dell’edizione italiana e australiana di Masterchef – aggiunge Luisiana -, era che avrei anche fatto delle masterclass dove avrei appreso tecniche o abbinamenti culinari. Quello che posso dire è che sono stata in grado di imparare molto poco e soltanto da alcuni degli chef invitati perché molti di quei momenti erano nelle prove ad eliminazione in cui ero più impegnata a salvarmi o ero già sulla balconata (quindi salva per una settimana) e non riuscivo a vedere la lezione. Inutile dire che, fino al momento della mia eliminazione, non c’è stata alcuna masterclass da parte della giuria”.
Ma non è stato tutto negativo
“Oltre alle situazioni che ho descritto prima, ci sono stati anche momenti molto belli. Ho sentito rinomati chef dire che il mio piatto mi ha riportato alla mente ricordi di casa, che l’esecuzione tecnica è stata eccellente, ho stretto amicizie che credo possano andare oltre lo spazio del programma e sono stata contattata da molte persone care che mi hanno inviato messaggi di supporto. Infine, voglio ringraziare Bárbara, Carla, Domingos, Isabel, Madalena, Rúben e Rui, tutti gli chef con cui ho lavorato e anche tante persone anonime che rendono possibile questo programma, come la Food Team (che è composto da cuochi eccezionali) e il gruppo che ha accompagnato i concorrenti rappresentati da Tiago”.