Cinquantotto anni, sposata e madre di un figlio di 19 anni, di professione insegnante, ma prima ancora dirigente di Cooperative sociali. La sua passione per la politica attiva inizia nel 1992, ricoprendo ruoli di segretaria politica, dirigente, capogruppo ed assessore. Per 10 anni è stata coordinatrice della conferenza delle donne della Provincia di Frosinone. Oggi è il presidente provinciale del Pd. Politicamente è sempre dalla stessa parte, sia quando si vinceva, sia quando si perdeva, perché ritiene che in politica occorrono serietà e coerenza. Per lei il senso di appartenenza a una comunità e ai suoi valori sono elementi fondamentali ed irrinunciabili. Stefania Martini, candidata alla Camera sia nel collegio plurinominale di Frosinone-Sora, sia in quello di Cassino-Terracina, parla della sua visione della politica e delle proposte che intende portare avanti.
Quella che il Pd sta per affrontare è una sfida importante. Il nemico, per voi, è innanzitutto Giorgia Meloni. Perché, a suo avviso, la leader di FdI non può essere rappresentativa delle donne?
“Da femminista non mi sento rappresentata da Giorgia Meloni perché non ha la cultura femminista, Rappresenta, infatti, la donna che si è omologata al pensiero maschilista della politica. Non tiene minimamente in considerazione il ruolo negato ancora a tante donne in molte ambiti della società. Il suo modello, e della destra in generale, è quello ungherese dove la donna deve rimanere a casa a fare figli, perché il suo protagonismo nella vita sociale rappresenta una minaccia in un paese maschilista e sovranista. La prova di quanto sostengo è nel programma del suo partito, che risolve le misure a favore della natalità e delle donne con la proposta di erogazione di un assegno di poche lire per ogni figlio. Proprio come fa il governo di Orban”.
E la vostra proposta cosa prevede?
“Il Centrosinistra democratico, progressista ed il PD, invece, promuovono il sostegno alla natalità, all’infanzia, all’adolescenza e la parità di genere con proposte di misure concrete ed attuabili che ne rispettano l’esigenze e i diritti. La nostra parte politica ha, infatti, voluto ed introdotto l’assegno unico famigliare attualmente in vigore. Proponiamo, inoltre, il suo potenziamento e la sua universalità. Accanto a questo, inoltre, puntiamo a un forte investimento nel servizio integrato di educazione e istruzione da 0 a 6 anni, che significa istituire in tutti i comuni d’Italia, in maniera gratuita, asili nido, sezioni primavera e scuole per l’infanzia. Eliminando così il pagamento della retta da parte delle famiglie. La scuola dell’infanzia la vogliamo parte integrante del sistema scolastico statale: ad oggi non ne fa parte perché non obbligatoria. Vogliamo anche che il servizio mensa e trasporto scolastico, per tutti gli ordini di scuola siano gratuiti, perché anche questi ad oggi non lo sono. A Frosinone, ad esempio, il costo di un pasto per un bambino è arrivato a 5,27 euro, il che significa un enorme esborso per le famiglie, con il rischio che i bambini non possano frequentare la scuola dell’infanzia e, quindi, vedere negato il loro diritto di crescita formativa. Noi siamo convinti che i carichi economici dei genitore debbano essere condivisi. Pertanto proponiamo una legge per introdurre la totale parità nei congedi di maternità e paternità, il rilancio delle misure per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per padri e madri. Riteniamo che fornire servizi ed agevolazioni alle famiglie possa davvero permuovere la natalità. Un progetto, il nostro, che non ha nulla a che vedere con la paghetta per ogni nascita avanzata dalla destra, che riporta alle mente le misure del ventennio fascista dei figli alla patria”.
La piaga della disoccupazione sembra non avere limiti. Quali sono le misure che andrebbero adottate?
“Il Centro sinistra e il Pd propongono un Piano strategico per l’occupazione, soprattutto quella femminile, che vede l’introduzione del salario minimo e la parità salariale, con l’obiettivo di contrastare quella zona grigia nelle applicazioni dei CCNL, nelle progressioni di carriera e nell’erogazione degli incentivi di produzione. Il centro sinistra, a differenza della destra, propone persino il riconoscimento del valore dell’attività di cura che tante donne svolgono ogni giorno ma che ad oggi non è sostenuto economicamente. Ma accanto a tutto ciò, anche un grande investimento per aumentare i servizi sociali di cura per disabili, anziani, giovani e bambini, facendolo attraverso reti di sostegno per le persone fragili troppo spesso lasciate sole. Non tralasciando nemmeno le misure per l’occupazione e la dignità del lavoro per giovani e donne, e il sostegno all’acquisto di case e bonus per l’affitto che sono l’unica garanzia che possa permettere ai giovani di progettare il loro futuro e mettere su famiglia”.
Perché ritiene che il programma della destra non sia valido?
“Basti pensare che loro non hanno un unico programma di governo e questo la dice lunga sulla la loro attendibilità per la guida del Paese. Una su tutte: propongono per i giovani il ritorno al servizio di leva obbligatoria, mettere un fucile in mano a un ragazzo o una ragazza di 18 anni è una follia, Noi, invece, pensiamo che le forze armate non possono che essere professionali, così come lo sono ora in tutti i Paesi avanzati. Vogliamo che ai nostri giovani sia garantita formazione culturale e professionale e non siano costretti ad abbandonare gli studi. Vogliamo portare l’obbligo scolastico fino ai 18 anni e dare maggiori misure per garantire l’accesso alla formazione universitaria. Noi siamo per istruzione e cultura. Loro per nemici e guerre. Tutto questo in uno dei periodi più delicati per la storia del nostro Paese e dell’Europa”.
C’è chi ritiene che l’Unione Europea marginalizzi l’Italia. Lei cosa ne pensa?
“L’Italia è uno dei paesi fondatori dell’Unione Europea. Abbiamo avuto sempre un ruolo principale a fianco della Francia e della Germania. Oggi la destra italiana ha come modello europeo l’Ungheria di Orban che il Parlamento Europeo ha definito un Paese non democratico e da sanzionare. La vittoria della destra ci porterebbe davvero ad assumere un ruolo marginale in Europa e a una pericolosa vicinanza con Putin. Tutto ciò mettendo ulteriormente a rischio la nostra economia, la nostra coesione sociale, i diritti acquisiti e la nostra stessa democrazia”.
Della Meloni abbiamo parlato. E gli altri?
“Salvini e Berlusconi ma lo stesso Conte hanno commesso l’errore di mettere a rischio il Paese facendo cadere il governo Draghi, causando così il voto anticipato e la debolezza dell’Italia nella politica internazionale. Oggi la destra si candida a governare la nazione ma non ha una visione comune, né soluzioni reali ed attendibili ai problemi enormi che ci aspettano in autunno: caro vita, crisi energetica, sanità, lavoro, famiglie ed imprese. Capitolo a parte sono i diritti costituzionali e civili su i quali la destra vuole rimettere in discussione tutto e portarci indietro di 50 anni. Insomma poiché in quello schieramento il centro è ormai irrilevante nella sua rappresentanza politica, significa che non rappresentano né la competenza né l’attendibilità necessaria per governare. Ed una grande parte dei cittadini lo ha capito”.
I sondaggi, però, parlano di sconfitta certa per il centrosinistra.
“Il Segretario Letta afferma che ‘nessun destino è già segnato’ ed io la penso esattamente così. Alle elezioni tutto può accadere, come del resto è già accaduto spesso anche in questi nostri collegi, dove chi si è creduto vincente, si è ritrovato poi perdente. Nella nostra campagna elettorale di queste settimane, fatta strada per strada e piazza per piazza, abbiamo avuto la conferma che la sfida è difficile ma non è impossibile. Anzi il contrario. Il 25 settembre davanti alla necessità di dare una guida seria al Paese, i cittadini andranno a votare e sceglieranno noi idel Partito Democratico, perché rappresentiamo l’unica garanzia di un governo serio ed affidabile”.