Home Politica Referendum, un fallimento annunciato: dal Pd l’analisi di Antonio Pompeo

Referendum, un fallimento annunciato: dal Pd l’analisi di Antonio Pompeo

L'esponente Dem guarda ai risultati deludenti dell'ultima tornata referendaria e invita il Pd ad analizzare gli errori

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“Questo Referendum è andato male! Basta con letture fantasiose finalizzate a convincere più noi stessi che gli elettori. Una tornata referendaria troppo caratterizzata da logiche politiche, quasi rappresentasse un banco di prova per quella che per qualcuno dovrà essere la prossima alleanza nel centrosinistra con la marginalizzazione dell’area riformista”. – Antonio Pompeo, esponente del Pd locale ed ex presidente della Provincia di Frosinone analizza i risultati.

“In sostanza un tagliando per testare la tenuta della propria base elettorale nella speranza che quest’ultima, unita agli eventuali delusi dal governo di centrodestra, che potrebbero astenersi, possa determinare la vittoria alle prossime politiche. Nel peggiore dei casi ci si accontenterebbe di stare di nuovo all’opposizione, tanto gli interessi del Partito sono più importanti di quelli del Paese. Forse una delle cause per le quali sono andati alle urne solamente 14 milioni di italiani, che meritano comunque rispetto, è anche questa”.

“Necessario capire dove si continua a sbagliare”

È invece il caso di capire in cosa si continua a sbagliare e soprattutto dove si vuole andare. Solo attraverso una vera presa di coscienza e mettendo in campo idee serie e concrete su temi come i giovani, il lavoro, l’adeguamento degli stipendi, la sanità e la sicurezza si potrà allora costruire una vera proposta alternativa ed importante per il nostro Paese. – Prosegue Antonio Pompeo – Il Partito Democratico ha una vocazione governativa e deve declinarla anche quando sta all’opposizione. Ma non negando i problemi o le sconfitte”.

La situazione provinciale

Poi uno sguardo alla situazione del Pd in Ciociaria: “Per quanto riguarda la situazione in provincia di Frosinone, da mesi la stagione congressuale è ferma. Il punto non è quando si celebrerà il congresso, il punto vero è cercare un confronto nel superiore interesse del partito e per riprendere un cammino che affronti i veri problemi della nostra terra. Poi al congresso ognuno farà la sua partita. Dobbiamo ricordare che le soluzioni politiche vanno cercate e trovate. Nel rispetto dei ruoli e delle sensibilità. Ma vanno trovate. Il Pd deve rappresentare il fulcro di una coalizione in grado di vincere alle politiche (il prossimo Parlamento eleggerà il presidente della Repubblica) e alle regionali. Infine, i Comuni, ovunque c’è bisogno di centrosinistra. Non di centrodestra oppure di coalizioni trasversali che sono esclusivamente un regalo alla Destra. Chi dovrà farsene carico se non il Partito Democratico?”.

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