In occasione della Festa della Repubblica, il “Comitato Referendario di Pontecorvo” ha reso omaggio al monumento ai caduti del paese, dedicando la cerimonia non solo alla memoria dei soldati, ma in particolare ai caduti sul lavoro, spesso dimenticati nei discorsi ufficiali. Un gesto forte, simbolico, che ha voluto colmare il silenzio delle istituzioni locali, assenti in un giorno in cui la Repubblica dovrebbe essere celebrata con unità e partecipazione.
Il gesto si carica di ulteriore significato se letto alla luce del prossimo referendum dell’8 e 9 giugno, che invita la cittadinanza a esprimersi su temi cruciali per il lavoro, quali l’abolizione dei licenziamenti illegittimi, maggiori tutele in materia di sicurezza sul lavoro e l’abolizione della reiterazione dei contratti di lavoro a tempo determinato, e sul dimezzamento dei tempi per la richiesta di cittadinanza per i cittadini stranieri. In questo senso, il parallelismo con il 2 giugno 1946 è evidente: allora fu il popolo a decidere la fine della monarchia e la nascita della Repubblica; oggi, come allora, si chiede ai cittadini di partecipare, di non lasciare la decisione agli altri, di scegliere e di contare.
“La Repubblica è nata da un referendum. È stata una scelta coraggiosa, popolare, netta. Noi oggi chiediamo lo stesso coraggio – ha asserito il Comitato – di fronte a un presente in cui il lavoro continua a uccidere e i diritti vengono messi in discussione. Il voto non è solo un diritto, è un atto di responsabilità verso chi è venuto prima di noi e verso chi verrà dopo”.
Il comitato ha concluso la cerimonia con un minuto di silenzio e la posa di una corona di fiori ai piedi del monumento. Una scena semplice ma potente, che ha ricordato a tutti che la Repubblica vive solo se i cittadini la difendono, ogni giorno, con scelte concrete e partecipazione attiva.