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Medio Oriente in fiamme: attacco USA a siti nucleari iraniani, risposta con missili su Israele

L’attacco arriva a pochi giorni dal fallimento di un tentativo diplomatico tra Washington e Teheran: un nuovo capitolo del conflitto

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Il conflitto in Medioriente è entrato nel suo 625esimo giorno e l’escalation sembra non conoscere tregua. Gli Stati Uniti hanno sferrato un attacco aereo mirato contro tre installazioni nucleari iraniane, in un’operazione annunciata dal presidente americano Donald Trump come “completamente riuscita”. I bersagli colpiti sarebbero i siti di Fordow, Natanz ed Esfahan. Particolarmente pesante il bombardamento su Fordow, dove – secondo quanto riferito – sarebbe stato sganciato “un intero carico di bombe”.

Tuttavia, gran parte dell’uranio altamente arricchito presente nella struttura sarebbe stata spostata in una località ignota prima dell’incursione, riducendo l’efficacia del colpo. Trump ha poi rivolto un messaggio diretto alla popolazione iraniana – come riportano i media nazionali ed esteri -, avvertendo: “Accettate la pace, o il prossimo attacco sarà ancora più devastante”.

La reazione di Teheran è arrivata senza indugi. L’Iran ha lanciato due raffiche di missili contro Israele, colpendo diverse aree urbane. Esplosioni e forti detonazioni sono state avvertite a Tel Aviv – dove due palazzi sono stati rasi al suolo – e nelle città di Gerusalemme e Haifa. Le autorità locali segnalano numerosi feriti. Tra gli armamenti impiegati, anche il temuto missile Kheibar, utilizzato per la prima volta in questo conflitto.

I pasdaran hanno minacciato ulteriori ritorsioni, promettendo di “trasformare in cenere” le basi americane dislocate in Medioriente. Dallo Yemen, anche le milizie Houthi si sono unite alla rappresaglia, dichiarando l’intenzione di colpire le forze statunitensi nel Mar Rosso.

La risposta israeliana non si è fatta attendere: nelle ore successive, l’aviazione ha lanciato una serie di raid su obiettivi militari nell’ovest dell’Iran. Fonti non ufficiali parlano dell’impiego delle potenti bombe GBU-57, capaci di penetrare bunker sotterranei, sganciate da bombardieri strategici B-2.

L’attacco arriva a pochi giorni dal fallimento di un tentativo diplomatico tra Washington e Teheran: secondo indiscrezioni, l’Iran non sarebbe riuscito a stabilire un contatto diretto con la guida suprema Ali Khamenei, compromettendo ogni possibile apertura al dialogo. La regione, intanto, si prepara a un nuovo, drammatico capitolo del conflitto.

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