Home Attualità Mosca olearia, a rischio la qualità dell’olio extravergine: picco di infestazioni nei...

Mosca olearia, a rischio la qualità dell’olio extravergine: picco di infestazioni nei frantoi ciociari

La qualità dell'olio extravergine locale a rischio per l'attacco della mosca olearia nonostante la raccolta e molitura anticipate

Immagine generica
- Pubblicità -
- Pubblicità -

Così come confermato con l’ultimo bollettino fitosanitario della Regione Lazio per l’anno 2025, le condizioni metereologiche di settembre hanno favorito l’ovideposizione e, quindi, lo sviluppo della mosca olearia, con un picco di infestazione in specifiche aree: il clima caldo/umido di fine stagione ha maturato precocemente le olive, rendendo i frutti più vulnerabili all’attacco di questo insetto. Gli stessi produttori hanno riscontrato forme attive come uova, larve e fori di uscita. In considerazione di queste condizioni avverse alla raccolta ed alla produzione di olio, la medesima è stata ulteriormente anticipata rispetto alle stagioni precedenti e poi la corsa alla molitura: letteralmente presi d’assalto i frantoi locali, da Alatri ad Anagni a Veroli, così come Monte San Giovanni Campano, Isola del Liri, Arpino, Sora, affinché le cassette colme si stoccassero nel più breve tempo possibile, per limitare la proliferazione del parassita. Manca una settimana alla fine di ottobre e gli oleifici del comprensorio sono in relax, la maggior parte dei coltivatori ha concluso la raccolta e spremuto le olive, già nei primi giorni del mese. Molti produttori hanno deciso di lasciare i frutti sull’albero.

Un’altra annata a rischio elevato, quindi, che ha fatto tremare sia i piccoli produttori locali che le grandi aziende strutturate italiane, anche se queste ultime gestiscono, di stagione in stagione, le minacce fitosanitarie attraverso monitoraggi costanti delle coltivazioni e la pratica di azioni di tutela della coltura. Come nel 2023, la scarsa produzione ed il problema fitosanitario non si sono rivelate una previsione ma un’amara realtà: il problema non è stato solamente nella quantità del raccolto bensì la qualità dell’olio extra vergine italiano, minacciato, per l’appunto, dall’attacco della mosca olearia. La “conta del danno” non è stata ancora confermata ma si stima una perdita del 50%: un duro colpo per l’economia degli agricoltori ma anche per le nostre tavole, le nostre tradizioni, la nostra cultura.

Ricordiamo che la mosca olearia è un insetto: la larva minatrice della drupa è considerata la più grave insidia per gli olivi, la sua prolificazione non incide solo sulla perdita di produzione ma anche sulla resa e qualità dell’olio che ne deriva. Infatti i frutti compromessi dalla mosca olearia non sono commestibili, l’olio risulterà acido, amaro, con odore pungente, con proprietà organolettiche mediocri, per cui non può essere considerato “extra vergine”. L’attacco della mosca olearia è facilmente riconoscibile dai frutti intaccati oppure dalle piccole larve che si muovono al loro interno.

- Pubblicità -
Exit mobile version