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Scuola, Marsili: “Sostenere le paritarie non è una questione economica. In gioco tenuta sociale del Paese”

La presidente della Fondazione Bonifacio VIII richiama l’attenzione sul ruolo educativo e comunitario delle scuole paritarie e cattoliche

Immagine di repertorio
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Un appello che va oltre la dimensione finanziaria e entra nel cuore del dibattito educativo italiano. È quello lanciato da Anna Marsili, presidente della Fondazione Bonifacio VIII e di Ancei Formazione, intervenuta sul contributo alle famiglie che scelgono le scuole paritarie.

Anna Marsili

Marsili chiarisce subito un punto: non è un tema economico, perché “il dibattito non può essere affrontato soltanto in questi termini”. Negli ultimi anni, osserva, la scuola statale ha beneficiato di investimenti significativi: fondi PNRR, aumenti stipendiali, incentivi per i docenti, interventi sulle strutture. Parallelamente, però, molte realtà educative del territorio vivono una fase di difficoltà. Sono infatti centinaia le scuole paritarie — soprattutto nelle aree periferiche — che rischiano la chiusura, un fenomeno che per Marsili rappresenta una perdita grave per l’intera comunità.

“Quando chiude una paritaria non è un pezzo di privato che viene meno: è un presidio educativo che si spegne, un luogo che sostiene i giovani anche nelle domande più profonde, spesso dimenticate dal dibattito pubblico”.

Domande che molti adolescenti si pongono, sottolinea la presidente, e che alimentano un disagio crescente: “Perché vivere? Che senso ha quello che faccio? Dove sto andando?”. Interrogativi che non derivano da carenze materiali, ma dall’assenza di adulti significativi, figure di riferimento, comunità educative solide.

In questo contesto, le scuole paritarie — e in particolare quelle cattoliche — continuano a rappresentare spazi in cui i ragazzi possono trovare ascolto, accompagnamento e una prospettiva valoriale, contribuendo a prevenire solitudini, dipendenze e comportamenti autodistruttivi.

Secondo Marsili, il sostegno economico alle famiglie non crea corsie preferenziali, ma garantisce pluralismo, equità e libertà educativa, tutelando un segmento fondamentale del sistema formativo nazionale. “Il contributo non è un privilegio: è ciò che permette di preservare la tenuta educativa e sociale del Paese”.

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