Destano particolare attenzione le foto pubblicate da Vittorio Sgarbi sui suoi canali social. Si tratta delle prime immagini postate dopo mesi travagliati che lo hanno allontanato dalla vita pubblica: dai problemi di salute alla depressione fino al disaccordo con la figlia Evelina, terzogenita, la quale ha richiesto di nominare un amministratore di sostegno che curi gli interessi del padre, a parer suo non più in grado di gestire autonomamente il proprio patrimonio. L’udienza è stata fissata per fine ottobre presso il Tribunale Civile di Roma.
Gli scatti condivisi nella serata di ieri sui profili social del critico d’arte, accompagnati dalle parole “Più marchigiano di un marchigiano”, lo ritraggono alle urne nella città di San Severino, nelle Marche, dove risiede ufficialmente dal 2017: uno Sgarbi visibilmente dimagrito, scavato, invecchiato, con barba “incolta” di qualche giorno, sicuramente non nel suo stile. In un contesto così “delicato”, con il dovuto riguardo ed opportuna discrezione, reagisce e si muove la politica locale della città di Arpino, di cui Vittorio Sgarbi è sindaco, eletto dal popolo a maggio 2023 con il 44% delle preferenze: nelle fila dell’opposizione consiliare si fanno sentire l’avv. Niccolò Casinelli e l’ing. Andrea Chietini.
Casinelli incalza sul procedimento a carico del sindaco e torna a tuonare sulla richiesta di “Impedimento permanente del Sindaco” richiamando l’art. 53 del TUEL e l’art. 32 dello Statuto Comunale, affinché si intenda garantire la continuità amministrativa in casi di assenza prolungata del primo cittadino. Richiesta già avanzata a fine luglio ed ignorata dal vicesindaco ing. Massimo Sera: quest’ultimo chiarisca la sua posizione in merito, ovvero accolga o rigetti le istanze sottoposte alla sua attenzione e che siano oggetto di formali comunicazioni del Consiglio Comunale.
«Massimo Sera non teme neppure gli specchi più scivolosi ed imperterrito continua la sua arrampicata. Chiederò al vicesindaco di rendere il conto della sua condotta e della situazione innanzi al Consiglio Comunale. Come dissi in uno dei primi interventi di questa consiliatura, Arpino non può più aspettare, ha bisogno di un Sindaco e di un’amministrazione all’altezza della sua storia e dei suoi bisogni, quotidiani e futuri» dichiara Casinelli.
Sulla medesima lunghezza d’onda l’ing. Chietini «Sono dispiaciuto per le condizioni di salute di Vittorio Sgarbi ma, dal momento del suo insediamento, né lui in qualità di Sindaco né la sua maggioranza attualmente al governo del paese, sono mai stati in grado di seguire e rappresentare gli interessi di Arpino e degli arpinati. Si torni a nuove elezioni il prima possibile e si ridia dignità ad Arpino».
Cosa ne pensano gli elettori, il popolo, la comunità, i cittadini di Arpino? Un clima condiviso tra delusione ed indignazione, in molti si aspettano che venga formalizzata una richiesta di dimissioni dalla carica di sindaco o che i consiglieri comunali procedano con un dignitoso “autoscioglimento” facendo cadere la giunta. Del resto, come riportato in più occasioni dalla nostra redazione, la candidatura di Vittorio Sgarbi a sindaco della città di Arpino era stata propagandata come una “grande opportunità” per il paese, per l’intero comprensorio addirittura: una sorta di “sindaco attrattore” di investimenti e di attenzione da parte dei media, non solo per la Terra di Cicerone bensì per l’intera Ciociaria.
Ricordiamo che poco dopo le elezioni, proprio ad Arpino, Sgarbi ospitò i sindaci del territorio, il presidente della Provincia, Luca Di Stefano, ed il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, per affrontare questioni legate alla valorizzazione del patrimonio culturale ed allo sviluppo locale, con l’obiettivo di porre le basi per una importante intesa dalla quale sarebbero dovute scaturire iniziative congiunte per la tutela e la promozione dell’intero comprensorio. Propositi che sono durati quanto l’aperitivo che ha chiuso lo straordinario incontro. La “risonanza mondiale” promessa dal sindaco Sgarbi e dalla sua squadra di governo ha lasciato il posto ad un silenzio fallimentare, forse mai vissuto dalla città di Cicerone: una città ricca di storia, arte, cultura, tradizioni, folklore, che ha dato i natali a personaggi illustri, che può vantare scorci favolosi, panorami mozzafiato, percorsi naturalistici di rilievo nonché le eccellenze dei prodotti tipici, finita nel dimenticatoio più assoluto.