“Ci sono momenti nella vita in cui le parole pesano più del solito. Restano sospese, faticano a uscire, cercano spazio tra emozioni che si accavallano e pensieri che si rincorrono. Oggi è uno di quei momenti. E mentre provo a mettere ordine, capisco che l’unico modo per farlo davvero è scriverlo, come ormai faccio da 22 anni a questa parte. Dopo un percorso, iniziato nel settembre del 2022 e culminato con la mia nomina, nel giugno del 2023, fatto di entusiasmo, sfide, discussioni costruttive, soddisfazioni profonde e anche qualche inevitabile fatica, ho deciso di lasciare la carica di Direttore Responsabile delle edizioni di FrosinoneNews.eu e LatinaNews.eu, parte del gruppo editoriale GiNews. Non è una scelta improvvisa. Non è neppure una rinuncia. È, piuttosto, la fine di un capitolo importante. È un passo che ho deciso di fare con la consapevolezza di aver vissuto un’esperienza che mi ha cambiato, arricchito, formato più di quanto avrei immaginato quando tutto è iniziato.
In questi 3 anni – intensi come solo il giornalismo sa essere – ho avuto il privilegio di lavorare accanto a persone straordinarie. Professionisti che hanno affrontato ogni giorno con una dedizione rara, con un rigore che non ha bisogno di palcoscenici, con un impegno che spesso nessuno vede ma che regge il senso stesso di ciò che facciamo: informare, raccontare, spiegare, ascoltare. Sento però che è arrivato il momento di compiere un passo indietro, per lasciare spazio a nuove energie, nuovi percorsi, nuove intuizioni. Lo faccio con serenità, senza alcuna ombra, con la gratitudine di chi sa di aver dato tutto ciò che poteva dare… e spesso anche più di quanto pensava di avere dentro di sè.
“La gratitudine, oggi, merita nomi e cognomi”
La mia prima, profonda, riconoscenza va a Fulvio Ginebri, il nostro editore. Una figura capace di unire visione, coraggio e un’umanità che non si incontra così spesso in questo mestiere. Fulvio ha creduto in me con una fiducia smisurata, senza mai far mancare supporto, rispetto e libertà. Ha reso possibile ciò che, da solo, nessuno di noi avrebbe potuto portare avanti. Lo ha fatto anche con sacrifici che hanno superato i confini del semplice ruolo professionale. A Fulvio, che mi ha accolto nella sua famiglia – oggi capisco il significato di questa parola associata alla professione – non devo solo un grazie: gli devo la possibilità di essere diventato il direttore che ho provato a essere.
Accanto a me, ogni giorno, c’è stata Roberta Di Pucchio. Abbiamo diviso responsabilità, decisioni, dubbi, pressioni, entusiasmo. E se penso a ciò che porto via da questa esperienza, una delle prime cose che mi viene in mente è quanto mi abbia insegnato. Lo dico senza retorica: credo davvero di aver imparato più io da lei che lei da me. La sua lucidità, la sua capacità di vedere oltre, la sua calma quando io facevo fatica a trovarla e le sue incazzature quando quello troppo calmo ero io… sono stati un appiglio prezioso. È raro trovare persone così, nella vita e nella professione.
Poi c’è Cristina Lucarelli, che è stata una presenza bella, spontanea, viva. Tifiamo per colori diversi, e forse proprio per questo ci siamo trovati ancora di più. Abbiamo condiviso giorni che sapevano di leggerezza e determinazione, sorrisi e impegno. È stata una compagna di viaggio speciale, di quelle che rendono più umani anche i momenti di corsa. E come potrei non pensare a chi, ogni giorno, ha dato sostanza al nostro lavoro? Essere direttore significa anche riconoscere la grandezza di chi hai la fortuna di avere accanto. E io ho avuto accanto dei veri pezzi da novanta: Angela Nicoletti e Stefano Di Scanno, professionisti che non hanno bisogno di presentazioni, due colonne solide della nostra informazione, due voci che hanno dato forza e credibilità al giornale come pochi altri avrebbero saputo fare. La loro esperienza, la loro dedizione e il loro spessore hanno rappresentato per me un punto di riferimento costante.
E poi ci sono le collaborazioni, quelle che arricchiscono e completano: sul versante Frosinone, Sara Pacitto, Giuseppe Manzo e Mario Ceniccola; sul versante Latina, Sara Salvalaggio, Luigi Calligari ed Eleonora Paone. A ognuno di loro devo un grazie sincero. Ognuno ha portato un tassello diverso, indispensabile, e insieme abbiamo costruito un mosaico fatto di storie, attenzione al territorio, responsabilità e passione. Tutti, davvero tutti, hanno reso questa esperienza qualcosa che porterò con me per sempre. Qualcosa che va oltre un ruolo, oltre un contratto, oltre un titolo professionale. È stato un viaggio. Un pezzo di vita.
Il saluto ai lettori
E poi ci siete voi, i lettori. Siete stati la nostra bussola, la nostra motivazione quotidiana. Senza il vostro sguardo attento, critico, curioso, nessuno dei nostri sforzi avrebbe avuto senso. A voi va il mio grazie più profondo. Porto con me la certezza che il giornalismo, quando è fatto con onestà e cuore, può ancora fare la differenza. Può ancora illuminare, spiegare, unire. Può ancora essere un servizio. Comunque vada, continuerò a camminare con la stessa idea di giornalismo che mi ha accompagnato fino a qui: un giornalismo che ascolta, rispetta, si mette in discussione, si sporca le mani, sa guardare negli occhi chi racconta e chi legge. Questo non lo lascio. Questo resta. E questo continuerò a crederlo, ovunque andrò.
Chiudo questo articolo con un misto di nostalgia e gratitudine. Ogni fine porta con sé un inizio. E ogni storia che vale la pena raccontare, prima o poi, arriva a una svolta e ad un nuovo capitolo.
Grazie a tutti per aver fatto parte della mia.
Con profondo rispetto”.
Simone Di Giulio
