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Stangata Brescia, ma il club annuncia battaglia legale. Il Frosinone respira e tiene i piedi a terra

La sentenza - al momento - spinge i lombardi in C, rianima il Frosinone, che conquisterebbe la salvezza, e modifica la griglia dei playout

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Serie B – Un verdetto atteso, ma non per questo meno pesante. Il Tribunale Federale Nazionale ha ufficializzato, nella serata di ieri, intorno alle 19.30, la decisione che cambia volto alla parte bassa della classifica di Serie B: il Brescia è stato sanzionato con quattro punti di penalizzazione, precipitando in zona retrocessione diretta con 39 punti. La sentenza – al momento – spinge i lombardi in Serie C, rianima il Frosinone, che conquisterebbe così la salvezza, e modifica la griglia dei playout, ora fissati tra Salernitana e Sampdoria.

La stangata ha anche colpito il presidente Massimo Cellino e il figlio Edoardo con sei mesi di inibizione ciascuno. Una scure pesante, frutto del deferimento per l’utilizzo di crediti d’imposta risultati falsi nei pagamenti fiscali, secondo quanto accertato dall’Agenzia delle Entrate.

Un effetto domino decisivo

La decisione ha conseguenze immediate sulla griglia finale della Serie B. La penalizzazione inflitta alle Rondinelle “salva” il Frosinone, che resta in cadetteria senza passare dai playout. Lo spareggio-salvezza si giocherà invece tra Salernitana e Sampdoria, con andata il 15 giugno e ritorno il 20, come già indicato dalla Lega. A completare il quadro, arrivano sei mesi di inibizione per il presidente Massimo Cellino e per il figlio Edoardo, consigliere delegato.

La sentenza: nessuno sconto per il Brescia

A firmare la decisione è stata la sezione disciplinare del TFN presieduta da Carlo Sica, con relatori Francesca Paola Rinaldi, Carlo Purificato e Luca Voglino, che hanno accolto integralmente la linea dura della Procura Federale. Il deferimento del Brescia era scaturito da irregolarità nei pagamenti di contributi Inps e Irpef, effettuati tramite crediti d’imposta rivelatisi inesistenti, come accertato dall’Agenzia delle Entrate.

Nel dettaglio, la società è stata penalizzata per un totale di 8 punti: 4 da scontare nell’attuale stagione (con effetto immediato sulla classifica) e altri 4 da applicare nella prossima, se verrà confermato tutto nei prossimi gradi di giudizio. Un colpo durissimo per un club già in affanno da tempo, dentro e fuori dal campo.

Il Brescia si appella: la battaglia legale continua

La linea difensiva della società si è basata sull’assenza di dolo e sulla presunta truffa subita dalla società che ha ceduto i crediti fiscali. Una buona fede ribadita più volte da Cellino, che si prepara ora a una battaglia legale su più fronti. È atteso l’appello alla Corte Federale d’Appello entro il 12 giugno, ma in caso di nuovo rigetto si andrà verosimilmente anche al Collegio di Garanzia del CONI, fino a spingersi – eventualmente – nella giustizia amministrativa, con ricorso al TAR e al Consiglio di Stato.

Questa la nota ufficiale del club: “Brescia Calcio prende atto della decisione di stasera del Tribunale Federale Nazionale. Esaminerà le motivazioni anche con riguardo a tutte le articolate difese che sono state portate all’attenzione dei Giudici federali e riserva sin d’ora di presentare reclamo alla Corte Federale d’Appello”.

Frosinone salvo, ma con i piedi per terra

Chi sorride – con moderazione – è il Frosinone. La formazione ciociara, coinvolta fino all’ultimo nella corsa salvezza, si ritrova ora aritmeticamente fuori dalla zona rossa grazie al ribaltone giuridico. Nessuna esultanza plateale, però. Il club di Maurizio Stirpe mantiene un profilo basso e continua ad allenarsi, in attesa delle conferme dai successivi gradi di giudizio.

Prossime tappe: attesa e incertezza

Con i playout già fissati a calendario e la stagione che si allunga ben oltre il previsto, il futuro del Brescia resta appeso a un filo. La società spera in una revisione della sanzione o quantomeno in un rinvio dell’effetto alla prossima stagione, così da evitare la retrocessione diretta. Ma la linea dettata dalla FIGC sembra chiara: tolleranza zero. E mentre i legali del club lombardo preparano le nuove mosse, sul campo resta solo il verdetto più amaro. Perché, al di là delle aule, ciò che conta è la classifica. E oggi, quella dice Serie C.

La stagione non si concluderà dunque sui campi, ma nei palazzi della giustizia sportiva. Il caso Brescia – tra penalizzazioni, ricorsi e possibili strascichi penali – è solo l’ultimo esempio di un calcio che continua a fare i conti con le proprie fragilità strutturali. E mentre i tifosi attendono verdetti e certezze, è chiaro che la partita più importante, oggi, si gioca lontano dal pallone.

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