Home Politica Stazione Tav, Mastrangeli e Fiorletta accelerano. Nel Cassinate malumori e silenzi imbarazzati

Stazione Tav, Mastrangeli e Fiorletta accelerano. Nel Cassinate malumori e silenzi imbarazzati

Centrodestra e centrosinistra appoggiano l'infrastruttura al nord della provincia ma i referenti dei partiti del sud preferiscono star zitti

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Il consiglio comunale straordinario di venerdì a Frosinone con la presenza di eletti e sindaci del territorio, ed il convegno di sabato mattina voluto dal primo cittadino di Ferentino, assestano altri due punti a favore della stazione in linea Tav a Ferentino-Supino. Al contempo emerge sempre più un’area di malumore nel Cassinate che sin dai primi anni duemila aveva avanzato l’ipotesi di realizzare una stazione sulla linea dell’alta velocità inizialmente a Pignataro Interamna e, successivamente, a Roccasecca. Ma iniziamo dal sindaco del capoluogo, Riccardo Mastrangeli, che ha aperto la seduta urgente del Consiglio comunale ringraziando per la partecipazione le consigliere regionali Alessia Savo e Sara Battisti, oltre all’onorevole Nicola Ottaviani, autore dell’emendamendamento sulla stazione Tav, ai vari sindaci e loro delegati del territorio e al consigliere Andrea Amata in rappresentanza del presidente della Provincia.

Mastrangeli ha spiegato che la motivazione della seduta urgente fosse legata al fatto che “il presidente Francesco Rocca sta imponendo una certa velocità al progetto, sul quale c’è effervescenza a livello regionale ma anche nazionale grazie all’iniziativa di Ottaviani”. Ha sottolineato la positività della sinergia col sindaco di Ferentino, Piergianni Fiorletta. Ha quindi ricordato che, visti i 32 milioni di investimento di Ferrovie dello Stato e Comune sullo scalo del capoluogo, è necessario realizzare un collegamento diretto con la stazione Tav: questo è possibile prolungando di un chilometro e mezzo il già esistente binario adibito oggi a solo trasporto merci, tra la stazione del capoluogo e lo stabilimento Froneri di Ferentino che già copre una distanza di 7 chilometri e mezzo. Ci sono poi i numeri del bacino d’utenza – ha ricordato Mastrangeli – che giocano a favore della collocazione al nord della provincia della stazione in linea sull’alta velocità: nel raggio di 25 Km dalla stazione Tav risiedono 361mila abitanti (277 mila da 20 a 69 anni), nel raggio di 40 km i residenti salgono a 806 mila (521 mila tra 20 e 69 anni); ad una distanza di 60 km primo siamo ad 1 milione e 773 mila abitanti, di cui 1milione e 141mila di età compresa tra 20 e 69 anni. I sindaci presenti sono stati Fiordalisio di Patrica, Barletta di Supino, Molinari di Morolo, il citato Fiorletta da Ferentino. Ma c’erano anche delegati da altri centri come Alatri e Veroli. Fiorletta – che ha organizzato nella sala consiliare un convegno intitolato Ave – Alta velocità Ermes – con riferimento diretto al mito delle città fortificate che rimanda al dio della comunicazione, della velocità e del commercio, ha affermato che “la nostra zona industraile è ancora appetibile”. Ha ricordato l’investimento da 70 milioni di euro NewCold-Froneri per un maxi magazzino ed i tre poli della logistica attivi nell’area. Ha però ammesso come il problema del calo demografico sia grave ed urgente da arginare: “Supino ha perso 300 abitanti, Ferentino mille negli ultimi 3 anni e l’intera provincia ne hanno persi mille in un anno. La Tav è in grado di invertire questa tendenza”.

Pasquale Ciacciarelli nel mirino nel sud della provincia prova a difendersi

Nel Cassinate il malumore intanto cova sotto la cenere. Il centrosinistra è ammutolito visto che Zingaretti prima ed il Pd provinciale ora, hanno detto chiaro e tondo che la soluzione è la fermata di Ferentino. Lasciamo stare che fine abbia fatto l’interconnessione di rientro dopo Cassino, che è apparsa e sparita nel nulla tra i fuochi d’artificio dell’ultima sfida elettorale dei vincitori. Nel centrodestra la situazione è simile: l’assessore regionale Pasquale Ciacciarelli è sotto accusa dopo l’emendamento Ottaviani e viene accusato di non difendere il territorio. Per questo l’esponente della giunta Rocca ha dovuto spiegare: “Fin dall’inizio del mio impegno politico in Regione Lazio, dapprima come Consigliere di opposizione nel corso della consiliatura Zingaretti ed ora come Assessore Regionale, la realizzazione della Tav a Cassino ha costituito una priorità costante della nostra azione politica, come concretamente è confermato dalla pluralità di atti consiliari presentati nel corso degli anni precedenti. Abbiamo assistito infatti in questi anni ad una costante strumentalizzazione e ad una costante propaganda politica da parte del centro sinistra sulla realizzazione della Tav a Cassino, risultato, a loro dire raggiunto, con l’introduzione di una fermata dell’Alta Velocità presso la stazione di Cassino. Se questa viene proclamata come una vittoria per la città, sicuramente si presenta come una vittoria mutilata, considerando che, non essendo stata pianificata la possibilità di consentire una diretta interconnessione tra la Stazione di Cassino e la restante linea ad Alta Velocità, viene meno e tuttora la città di Cassino è priva della vera ratio e funzionalità della Alta Velocità, ossia raggiungere la capitale con meno di 40 minuti. Per tale ragione ho sempre ritenuto necessario, affinché si potessero concretamente definire i presupposti per la vera Tav di Cassino, lavorare per la progettazione e realizzazione di un raccordo tra la stazione di Cassino- direzione Roma e la Linea Alta Velocità. Si presenta questa una delle principali priorità del nostro progetto politico sia come Governo Regionale che come Governo nazionale dove, attraverso l’approvazione dell’emendamento presentato dall’On. Ottaviani per la realizzazione di una stazione Tav tra Ferentino- Frosinone e Supino, si stanno gettando i presupposti per consentire all’intera provincia di Frosinone di disporre dell’Alta Velocità”. Sintetizzando l’ha messa giù così: Cassino si accontentava delle fermate nella stazione ma serviva la stazione in linea e, oggi, per fortuna che Ottaviani c’è. Intanto i consiglieri comunali di minoranza Giuseppe Sebastianelli e Franco Evangelista, hanno presentato una mozione sulla realizzazione della fermata tav tra Cassino e Pignataro chiedendo la convocazione di un Consiglio comunale ad hoc. “Avremo così modo di affrontare un argomento che sembra stare a cuore soprattutto al nord della Provincia. Non possiamo permetterci di perdere anche questa occasione”, hanno precisato i due.

Il prof. Lena chiede dove siano finiti gli studi commissionati a suo tempo

A tirare fuori la testa dalla “sabbia del centrosinistra” ci ha provato solo il consigliere comunale di maggioranza, Andrea Vizzaccaro: “L’iniziativa politica dell’ex Sindaco di Frosinone, attuale parlamentare della Lega, tesa ad ottenere una fermata sulla linea tav a Frosinone, lascia piuttosto perplessi, così come il silenzio degli autorevoli
rappresentanti della Lega di Cassino e della Provincia che tanto si sono spesi in campagna elettorale per l’On. Ottaviani. Sarebbe utile che i leghisti nostrani, ricordassero al suddetto parlamentare dell’importanza strategica di Cassino, per le ragioni che dovrebbero avere ben chiare ma che probabilmente vengono sottaciute per meri interessi di bottega”.

L’ex consigliere comunale di centrodestra, Massimiliano Leva, lancia un appello al sindaco ed al centrosinistra cassinate: “Non segua i diktat di zingarettiana memoria per la stazione alta velocità a Supino che è un non sense per la vicinanza alla capitale. Oggi, 100 milioni di euro sono veramente una cifra enorme per una nuova stazione, per cui si lavori realmente in alternativa ad una interconnessione a sud: dopo quella Tav-linea lenta a S. Vittore del Lazio si proceda alla realizzazione dello snodo linea lenta-Tav dopo Cassino, per dare centralità ad un bacino interprovinciale primario, con Campobasso e Formia, aumentando le corse Tav. Inoltre si lavori per migliorare la fruibilità e la tempistica di percorrenza della linea normale utilizzata da lavoratori e studenti pendolari”.

Una analisi complessiva l’ha fatta il professor Claudio Lena, attivista civico e con un passato anche di impegno politico: “Per la Tav a Cassino bisogna prendere esempio da quei politici che governarono Cassino ed il Cassinate negli anni 70, lì iniziò il lungo cammino di avvicinamento all’istituzione dell’Università degli Studi di Cassino, avvenuta nel 1979. Ebbero tutti il coraggio, di togliersi le maglie dei partiti che indossavano operando trasversalmente verso l’obiettivo da perseguire facendo prevalere il loro cuore per la Città Martire. Così, Cassino per la centralità che aveva e che ha tutt’oggi, a metà strada tra Roma e Napoli, confiniamo con 4 Province e 3 Regioni, ebbe la meglio sui due capoluoghi di Provincia: Latina e Frosinone. Condivido qualsiasi iniziativa che possa riaprire il tutto. Nella seduta del Consiglio comunale del 30 novembre 1992 delibera n°68/18 si può leggere chi era a favore della stazione tav in linea…. Pensiamo ai giovani e avviciniamoli alle grandi città del nord più generose dal punto di vista occupazionale rispetto ad un Lazio Meridionale in sofferenza e avaro a livello lavorativo che non trattiene più i giovani. Un’area geografica senza giovani non ha futuro. Un investimento di tale portata ha bisogno di studi per comprovarne la scelta che segnerà il futuro dell’intero Lazio Meridionale. Mi chiedo dove sono gli studi commissionati a suo tempo pagati con i soldi dei cittadini: sarei curioso di leggerli così come dovrebbero fare la stampa e le istituzioni come la Consulta dei Sindaci del Cassinate. E poi fatelo dire…i parlamentari, dopo che vengono eletti, rappresentano l’intera nazione e non singoli soggetti o gruppi di essi. C’è il divieto del mandato”.

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