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Stellantis Cassino, Marsella (Fim-Cisl): “Il governo convochi Filosa e dica se lo stabilimento ha un futuro”

Dal 23 luglio fermo produttivo che si aggancerà alle ferie: la produzione dovrebbe riprendere il 18 agosto. Ma nessuno crede che avverrà

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Stellantis Cassino chiude per fermo produttivo e ferie praticamente dal 23 luglio per lastratura e verniciatura (il montaggio cesserà le attività venerdì 25): la produzione dovrebbe riprendere il 18 agosto “ma nessuno crede che questo possa davvero avvenire”, chiosa il segretario Fim-Cisl di Frosinone e provincia Mirko Marsella. “Si produce talmente poco che la peoccupazione non è mai stata così grande a fronte di dati drammatici”.

  • C’è il partenopeo Filosa che ha preso le redini. Forse qualche segnale sarebbe dovuto già arrivare…

“Infatti è vero che Filosa si è insediato da poco ma con la situazione che viviamo, che definire stagnante è il minimo, credo che sia arrivato il momento di conoscere da lui qual è il futuro dello stabilimento sia a livello di modelli che di tempi di produzione. Non è possibile restare in silenzio. La situazione è già degenerata e l’intero territorio è in ginocchio. Da qui a qualche settimana salteranno altri posti nell’indotto, gli ammortizzatori sociali sono stati utilizzati in maniera impressionante. Mai visto nulla del genere. È il momento di fare chiarezza”.

“L’azienda deve assumersi la responsabilità di dire come stanno le cose”

  • Il nuovo Ad ha iniziato un giro di stabilimenti partendo da Mirafiori e Modena: quando arriverà a Cassino?

“Non siamo informati sul giro che deve fare Filosa ma immagino che, se è andato in quei due siti farà sopralluoghi anche in altri stabilimenti. Almeno per rispetto dei lavoratori. Che vivono non solo il dramma della decurtazione del salario ma un altro incubo legato all’incertezza e alla forte preoccupazione sull’avvenie delle proprie famiglie. La responsabilità che l’azienda deve assumersi è di dire chiaramente quale è il futuro che dobbiamo attenderci”.

  • Peraltro l’annuncio degli investimenti in Marocco conferma come, da 4 anni a questa parte, su Piedimonte San Germano sia mancata la volontà di invertire la tendenza allo smantellamento.

“Pare proprio così e l’annuncio dell’obiettivo di un milione di auto prodotte in Italia è in realtà finito in Marocco. Era il ministro del Made in Italy Urso ad annunciare la cifra-obiettivo e vorrei capire da lui e da Filosa come possiamo tornare ad un livello di produzione minimo senza conoscere le prospettive degli stabilimenti. Che poi va detto che il sito di Cassino è in assoluto quello colpito dalla crisi peggiore e dalle incognite più pesanti”.

  • La politica locale, Regione Lazio a parte, facendo quel che può, è tornata nell’immobilismo. Intendete come rappresentanti dei lavoratori dare una scossa alle istituzioni?

“Qualche chiacchierata ce la siamo fatta tra organizzaizoni sindacali e se la situazione non cambia sarà inevitabile alzare il livello. Ora arriva agosto e tutti vanno in ferie. Noi ci aspettavamo che entro luglio si fosse svolto o programmato un incontro ministeriale col nuovo Ad ma al momento non abbiamo date al Mimit. Credo che le pressioni oltre alle nostre abbia il dovere di farle il governo convocando immediatamente Filosa”.

Dal crollo dell’automotive al declino del commercio con la crisi di Le Grange

La posizione dei metalmeccanici Cisl sull’opera del governo la dice lunga sulla drammaticità della situazione dell’automotive (Sbarra o non Sbarra sottosegretario). Peraltro nel cassinate gli effetti del crollo Stellantis ormai si fanno sentire in tutti i settori. Emblematico l’appello dei lavoratori del centro commerciale Le Grange di Piedimonte San Germano, dove ormai si contano più serrande abbassate che locali aperti. “La politica locale non può più tacere – implorano i lavoratori -. Come si sono spesi – e continuano a farlo – per altre emergenze occupazionali del territorio, i rappresentanti istituzionali devono oggi dare un segnale forte anche per Le Grange. Perché qui non si sta affrontando semplicemente una crisi commerciale: siamo di fronte a un processo che ha tutta l’aria di essere pilotato, e che sta lasciando dietro di sé disoccupazione e abbandono”. Per la verità non risulta – a dirla tutta – che la politica del territorio si sia spesa per altre emergenze occupazionali. Chiacchiere propagandistiche e zero idee non salvano l’occupazione e manco la manifattura.

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