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Tav, crisi industriali e servizi sanitari, Pompeo: “Pd fermo e territorio immobile” – L’INTERVISTA

L'ex presidente della Provincia e ex sindaco di Ferentino, attuale dirigente dem: "La rinascita del territorio resta un sogno nel cassetto"

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Sul tavolo non c’è nulla, solo sterili rivendicazioni, mentre il Pd è ancora bloccato dalla incredibile telenovela congressuale e della cabina di regia economica. In tempi passati ci si riuniva almeno per ragionare di infrastrutture e sviluppo, ma di tutto ciò non c’è traccia ormai da tempo. È la sintesi dell’intervista su crisi industriali e stazione in linea Tav con Antonio Pompeo, già presidente della Provincia di Frosinone e sindaco di Ferentino, attuale responsabile regionale di Energia Popolare per il Partito Democratico.

L’intervista

  • C’è un commissario ad acta sul tesseramento contestato, il parlamentare fiorentino Federico Gianassi. Sta iniziando i giri di consultazione con i vari leader del partito ed i due candidati alla segreteria Luca Fantini e Achille Migliorelli, per farsi un’idea di quel che è successo e gestire la situazione. Riaprirà il tesseramento o cosa pensa possa fare?

“Riaprire il tesseramento a me sembra la cosa più corretta; altre decisioni appaiono impraticabili. La nomina della segretaria Elly Schlein parla esclusivamente di un commissario ad acta per il tesseramento. Ma di certo il partito vive un momento di stallo, non si sta dando seguito ad alcuna azione politica. È, invece, il momento in cui dovrebbe essere presente nel dibattito politico in una fase delicata e difficile per la provincia di Frosinone, a partire dalla situazione Stellantis fino alle criticità della sanità. Credo che di temi ce ne sarebbero tanti da affrontare, sviscerare e fare oggetto di proposte”.

Federico Gianassi, commissario ad acta del tesseramento del congresso provinciale del Pd di Frosinone

“Partito inattivo in una fase difficile per la vita della nostra provincia”

  • Un silenzio ed una inattività sempre più gravi, tanto più che anche da parte dell’ipotetica governance di area vasta, non si scorgono iniziative. Così tutto s’avvita sperando che almeno la Regione se ne accorga.

“Qua non si fa niente. Si è perso tempo a stiracchiare la fermata Tav da una parte all’altra del territorio, quasi pensando che la realizzazione dell’importante infrastruttura nella nostra provincia fosse ormai cosa fatta e si trattasse pertanto solo di un problema di collocazione. Si sono fatti convegni e iniziative ma di fatto niente s’è mosso. C’era bisogno di azione, di coordinamento del territorio, coinvolgere stakeholder, sostenere gli emendamenti. Il Governatore Francesco Rocca ha fatto chiarezza sul fatto che non ci sono altre ubicazioni possibili per realizzare l’infrastruttura. Aggiungendo che prevedere l’Alta Velocità a Frosinone equivarrebbe a dire di non voler realizzare l’opera. Ma siamo sempre al punto che ancora si deve decidere se la stazione in linea si fa oppure no. È mancata inoltre, ripeto, un’azione di vero coinvolgimento di tutti gli stakeholder del territorio, come avvenuto negli anni passati attraverso l’impegno del presidente Maurizio Stirpe, per sondare la disponibilità del ceto imprenditoriale e bancario ad investire su tale progetto, evitando così obiezioni sui costi. Ma neppure questa operazione è stata messa in cantiere”.

“Aspettiamo lo studio di fattibilità, ma passa il tempo: non si farà niente”

  • L’onorevole Ottaviani ha fatto stanziare dalla finanziaria approvata a fine 2024 tre milioni di euro per uno studio di fattibilità. È almeno qualcosa. No?

“Eppure il 2026, almeno dai primi ragionamenti, sarebbe dovuto essere l’anno in cui l’opera sarebbe stata addirittura terminata. Ma con il trascorrere dei giorni appare sempre più evidente che la Stazione Tav a Ferentino-Supino non si farà. Ma il punto vero è che in questi mesi non ci sono state iniziative forti, valide e concrete. E che quindi sul tavolo non c’è nulla. Dall’iniziativa organizzata dal Comune di Ferentino nel mese di novembre, passando per le altre che ci sono state su tutto il territorio della provincia fino ad arrivare agli emendamenti nella legge di bilancio dello stato per finanziare l’opera nulla di fatto si è mosso. Ci si è limitati a sterili rivendicazioni di primogenitura e campanilismo che di fatto hanno ulteriormente indebolito la fattibilità dell’opera e regalato all’esterno l’immagine di un territorio non ancora pronto e maturo ad ospitare un intervento di tale portata”.

  • Poi ci sono le polemiche tra nord e sud della Provincia.

“Così come dissi nel mio intervento nell’aula consiliare del Comune di Ferentino e così come ribadito nei giorni successivi sulla stampa, c’era bisogno da subito, nella consapevolezza che il progetto riguarda la provincia di Frosinone nella sua interezza, di un lavoro che unificasse le varie proposte e creasse un’azione di coordinamento anche con gli altri enti al fine di iniziare a programmare le infrastrutture a servizio della fermata. Così come la necessita di un’azione politica forte ed unitaria presso i veri interlocutori: Ferrovie dello Stato, Rfi e Trenitalia. Soltanto la Cisl, attraverso l’opera del segretario Enrico Coppotelli, ha continuato a sollecitare uno scatto su parametri oggettivi e concreti”.

“Fallito l’obiettivo di inserire l’opera nel piano industriale decennale Fs”

  • Eppure i soldi non mancano. In queste ore si sta procedendo a correttivi negli obiettivi del Pnrr sulla «revisione di buona parte degli investimenti ferroviari», che coinvolge l’Alta velocità sia al Sud sia al Nord…

“Nel 2020 quando vennero istituite le fermate a Frosinone e Cassino, si parlò chiaramente di una Stazione Tav, per merci e per passeggeri. Si fece riferimento ad ‘un bacino potenziale di un milione di passeggeri’. L’area per la Stazione dell’Alta Velocità era stata individuata tra Ferentino, Sgurgola, Supino e Morolo, in una zona delimitata dal fiume Sacco, da via La Mola, via della Farna e via Vado dell’Isola. A due passi dal casello autostradale di Ferentino e dall’imbocco della superstrada Ferentino-Frosinone-Sora. Ma bisognava far inserire l’opera nel Piano industriale decennale di Ferrovie dello Stato, quello 2022-2031. Nel quale erano stati previsti investimenti da 190 miliardi di euro. Questo obiettivo è stato fallito. Con la volontà politica le cose si fanno ma purtroppo quello che poteva davvero rappresentare la rinascita del territorio, resta un sogno nel cassetto. E ormai non possiamo più permetterci di vivere di sogni”.

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