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Usura, estorsione e minacce: il commercialista Zaccardelli a giudizio. Imputati anche il figlio ed un pregiudicato

Nel procedimento si è costituito parte civile Luigi Scacchi, presunta vittima, rappresentato in aula dall’Avv. Danilo Iafrate

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Si è svolta oggi presso il Tribunale di Cassino l’udienza preliminare a carico del commercialista di Isola del Liri, Massimo Zaccardelli, attualmente sottoposto agli arresti domiciliari dallo scorso 5 aprile, del figlio Paolo Zaccardelli e di Alfredo Cinelli. I tre sono accusati, a vario titolo, di estorsione in concorso, mentre sul solo commercialista grava anche l’accusa di usura.

Durante l’udienza odierna, Cinelli, difeso dall’Avv. Venafro, ha avanzato richiesta di essere giudicato con il rito abbreviato, scelta che ha comportato il rinvio del procedimento al prossimo 29 ottobre, come disposto dal GIP dott. Falchi Delitala.

Nel procedimento si è costituito parte civile Luigi Scacchi, presunta vittima dei reati contestati, rappresentato in aula dall’Avv. Danilo Iafrate.

Gli imputati erano assistiti dai legali Avv. Ottaviani, Avv. Coratti, Avv. Corsetti e Avv. Quadrini.

La ricostruzione dei fatti

Le indagini, coordinate dalla Procura di Cassino e condotte dalla Squadra Mobile, con il supporto del Commissariato di Sora, sono scaturite da una denuncia presentata da un imprenditore edile, che aveva avviato alcuni lavori nell’abitazione dei Zaccardelli. L’uomo, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, aveva ricevuto un anticipo per l’opera, ma poco dopo i due – padre e figlio – avrebbero preteso la restituzione di una somma sette volte superiore. Al rifiuto dell’imprenditore, sarebbe stato coinvolto un pregiudicato locale – Cinelli – che, con minacce e intimidazioni, riuscì a farsi consegnare 1.500 euro in tre tranche. Proprio durante l’ultima consegna, il 28 novembre 2024, lo stesso fu arrestato in flagranza di reato.

Da quell’arresto scattarono ulteriori accertamenti, compresa una perquisizione nello studio di Zaccardelli, che portarono alla luce altri episodi sospetti. In particolare, sarebbero emersi elementi a carico dei due commercialisti in relazione a un prestito da 5.000 euro concesso a due imprenditori in difficoltà, ai quali – secondo l’accusa – fu poi richiesto di restituire il doppio della cifra, obbligandoli infine a saldare anche dei debiti personali del commercialista presso una rivendita edile della zona.

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