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Vaga sulla Casilina tra rischi e pericoli, “Un povero Cristo da salvare”: l’appello del sindaco Capraro

Villa Santa Lucia - Il primo cittadino e i carabinieri hanno informato della questione procura e prefettura

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Da settimane, chi percorre la Casilina, all’altezza del Todis di Villa Santa Lucia, lo ha notato: un uomo, apparentemente di origine marocchina, in evidente stato confusionale. A volte seminudo, spesso spaesato, altre volte pericolosamente vicino al ciglio della strada. È stato soccorso più volte da Carabinieri, Polizia e personale del 118, ma ogni tentativo di offrirgli aiuto concreto sembra scontrarsi con un muro di burocrazia, silenzi e mancanze del sistema.

A farsi carico pubblicamente della vicenda è il sindaco Orazio Capraro, che con un comunicato ha spiegato cosa ha fatto — e cosa purtroppo non ha potuto fare — per tutelare questa persona invisibile, di cui non si conosce né il nome né il passato.

“Sono settimane che cerco una soluzione per quest’uomo — ha dichiarato Capraro —, ho interpellato anche il prefetto, ma l’iter per il ricovero in una struttura è lungo e farraginoso. E strutture adeguate, purtroppo, non ce ne sono”.

Il sindaco parla con umanità, ma anche con frustrazione. Perché di fronte al disagio evidente di un essere umano che vaga di notte, senza orientamento né protezione, non esistono risposte rapide. Solo attese. E rischi.

“Non sappiamo nulla di lui, né il suo vissuto. Ma continuiamo, insieme ai carabinieri di Piedimonte San Germano, a tenerlo monitorato. Ogni notte potrebbe essere quella in cui accade qualcosa di irreparabile”.

A chi lo accusa di non fare abbastanza, Capraro risponde senza giri di parole: “Chi specula su una vicenda così drammatica lo fa con ignoranza o con cinismo. Se qualcuno ha soluzioni reali, io sono qui, pronto a collaborare. Ma oggi la mia unica priorità è la sicurezza di quest’uomo e dei miei concittadini. Non i voti, non i like. Solo la dignità umana”.

In una società che troppo spesso guarda dall’altra parte, quella di Capraro è una voce che chiede aiuto per chi non può chiederlo da solo. Perché dietro a quel corpo sporco, confuso e smarrito, c’è un uomo. E ogni uomo ha diritto alla cura. Alla vita. Alla dignità.

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