Home Cronaca Vittima di bullismo ora scatta foto contro gli abusi: il riscatto di...

Vittima di bullismo ora scatta foto contro gli abusi: il riscatto di una giovane artista

Cassino - La storia di Taisia Fedele, l’artista 26enne che ha tramutato il dolore in forza. Ora la sua prima mostra

- Pubblicità -
- Pubblicità -

Ha trasformato il dolore in arte e lacrime in talento. Taisia Fedele, artista cassinate di 26 anni, sta esponendo in questi giorni presso il palazzo della Cultura di Cassino, la sua prima mostra fotografica.

Un viaggio nel mondo degli adolescenti dove cattiveria e insensibilità sembrano aver trovato terreno fertile soprattutto nei confronti dei più deboli, di coloro che non sono in grado di difendersi e che molto spesso invece di reagire scelgono di percorrere una strada senza ritorno.

“La mia esperienza con i bulli a scuola è stata devastante. Ma ancor più devastante è stato quando ho provato a parlarne con una professoressa che invece di aiutarmi ha deciso di far finta che tutto andasse bene. Il mio incubo è iniziato quando mi sono iscritta ad un’app e da quel momento ho iniziato a ricevere decine di messaggi anonimi ma offesivi provenienti da alcuni ragazzi della mia classe. Parole cattive, offese gratuite che giorno dopo giorno hanno profondamente minato la mia psiche. Una lunga serie di angherie quelle che ho dovuto subire: dalle palline di carta intrise di sputo lanciate tra i miei capelli agli epiteti più offensivi che una donna possa sentire. Poi è arrivato il tracollo, qualche settimana prima dell’esame di Stato sono stata anche ricoverata nel reparto di psichiatria dove ho trascorso ore intere a riflettere sul mio destino e nel contempo a studiare. Perché prendere la maturità per me significava ottenere la libertà, la serenità. Oggi quella terribile esperienza l’ho lasciata alle spalle ma ne ho fatto tesoro a tal punto che mi sono iscritta ad un corso biennale di fotografia ed ho quindi portato avanti, trasformandola in lavoro, la mia passione. Attraverso le foto che scatto racconto il dolore della gente ma anche il mio. Perché nessuno deve più soffrire quanto ho sofferto io”.

- Pubblicità -
Exit mobile version