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Zes unica, la Cgil guida la rivolta dei territori laziali esclusi e chiede di iniziare da Frosinone e Latina

Dopo l'annuncio della premier Meloni ad Ancona sull'inclusione di Marche e Umbria vengono rilanciate le aspirazioni del Lazio Meridionale

Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio
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“Il Cdm approverà la norma che consente di allargare la zona economica speciale anche alla Regioni Marche e Umbria”. La doccia gelata per le province di Frosinone, Latina e Rieti – reduci da una lunga e infruttuosa battaglia, portata avanti anche dalla Regione Lazio, per essere inserite nella Zona Economica Speciale (Zes) del Sud e non subire le conseguenza della concorrenza di territori agevolati confinanti, è arrivata direttamente dalle parole della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante la presentazione degli interventi del Governo per lo sviluppo delle Marche, ad Ancona. Era l’ottobre del 2023 quando il presidente Rocca in persona aveva avviato l’interlocuzione con Palazzo Chigi giungendo a scrivere all’allora ministro del Pnrr, Raffaele Fitto: il Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha scritto una lettera a Raffaele Fitto per ricordare che “la Regione Lazio esprime preoccupazioni riguardo all’equità tra le regioni e l’impatto sulle regioni confinanti, in quanto il Lazio confina con tre delle regioni coinvolte nella ZES Unica: Abruzzo, Molise e Campania. Si teme che questa iniziativa possa penalizzare ulteriormente le regioni già in difficoltà economica, generando uno squilibrio negli investimenti. La Regione Lazio propone un regime speciale esteso alle aree in difficoltà di sviluppo confinanti con la ZES Unica, con agevolazioni equiparate a quelle delle regioni del Mezzogiorno. In particolare, si chiede un’attenzione speciale per le imprese nelle province del Lazio meridionale, tra cui Latina, Frosinone e Cassino”. A 21 mesi di distanza si scopre che non era necessario appartenere al Sud depresso per essere agevolati, visto che nella Zes ci finiscono regioni sviluppate – che vanno al voto – come le Marche.

Di Cola: “Occorre chiedersi come mai siamo territorio ingiustamente escluso”

Secondo Natale Di Cola, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, occorre chiedersi “come mai il nostro territorio continui ad essere ingiustamente escluso dalla Zona Economica Speciale. Infatti, le aree più critiche del nostro territorio e le ex aree della Cassa del Mezzogiorno della nostra regione non solo non beneficiano delle opportunità che prevede la normativa, ma già hanno subito ulteriori danni al tessuto economico e sociale, come la delocalizzazione di aziende verso le regioni che beneficiano dei vantaggi della ZES, che ora circondano quasi completamente il Lazio”. Di Cola auspica “che le forze politiche e i rappresentanti istituzionali del territorio agiscano affinché il consiglio dei ministri includa nella ZES alla Regione Lazio e fare in modo che si abbiano degli strumenti in più per reagire alla condizione di stagnazione e crisi economica in cui versano tanti territori della Regione Lazio e a cui, come già abbiamo evidenziato, non si riuscirà a dare risposte adeguate con le misure della Zona Logistica Semplificata, il cui iter di approvazione ancora non è concluso”. Dall’inizio dell’anno, infatti, sono “aumentate del 14% le ore di cassa integrazione, concentrate principalmente nei settori dell’automotive, del trasporto aereo e del manifatturiero ma che sono in crescita in 28 comparti su 42, sono in aumento del 10% i neet, ossia i giovani rimasti al di fuori di percorsi di istruzione, formazione e lavoro e cala la nuova occupazione del 4% nei primi tre mesi del 2025”. Un contesto, questo, che “rischia di acuirsi, per questo, come chiediamo da tempo, è fondamentale che la Regione Lazio sia inclusa nella ZES e possa uscire da una situazione di svantaggio”, conclude.

Il consigliere provinciale del Carroccio: “Ottaviani aveva lanciato l’allarme”

“L’estensione della Zona Economica Speciale (ZES) alle regioni Marche e Umbria, approvata oggi dal Consiglio dei Ministri, rappresenta un’occasione mancata e una scelta che rischia di compromettere l’equilibrio territoriale del Centro Italia”. Lo scrive in una nota il consigliere provinciale della Lega, Andrea Amata: “La decisione, pur legittima nel merito, è fortemente squilibrata sul piano strategico e geografico, poiché esclude le province del Lazio – in particolare Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo – che da anni vivono una situazione socioeconomica fragile e che confinano direttamente sia con le aree appena incluse nella ZES che con quelle già ricomprese nel perimetro agevolato. La creazione di un corridoio ZES che abbraccia Abruzzo, Campania, Molise, Marche e Umbria finisce per isolare il Lazio, ponendolo in una posizione di oggettivo svantaggio competitivo. Le province di Frosinone e Latina, storicamente caratterizzate da un tessuto industriale dinamico ma oggi in sofferenza, rischiano una progressiva desertificazione economica, aggravata dalla delocalizzazione delle imprese verso territori limitrofi più attrattivi perché incentivati. L’onorevole Nicola Ottaviani ha più volte lanciato l’allarme nei mesi scorsi, chiedendo al Governo di includere nel perimetro della ZES anche le porzioni di Lazio più esposte al rischio di emorragia produttiva, ma la richiesta è stata, ad oggi, ignorata. Estendere i benefici della ZES a Umbria e Marche e non alle province laziali puó apparire come una scelta tecnicamente incoerente e politicamente iniqua, che premia territori più solidi a discapito di quelli più fragili. È il contrario di una politica di coesione territoriale efficace, e rischia invece di aumentare le disuguaglianze tra regioni confinanti”.

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