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Zuppi, il cardinale che potrebbe diventare papa ha radici ben piantate in Ciociaria

Il cardinale Zuppi è tra i papabili in vista del Conclave. Ma pochi sanno che ha radici profonde proprio in Ciociaria

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Tra silenzi antichi e tensioni moderne, il Conclave si avvicina. In gioco non c’è solo un nome, ma l’anima stessa di una Chiesa che cerca continuità, identità, respiro globale. E tra i porporati che si affacciano con passo leggero ma deciso sulla soglia di San Pietro, uno sembra portarsi dietro un bagaglio più umano che diplomatico: il cardinale Matteo Maria Zuppi. Un nome che nelle ultime settimane ha acceso le lavagne dei bookmaker esteri. Ma più che per le quote, Zuppi conquista perché a differenza di altri – diciamolo – non cerca la ribalta, eppure finisce sempre lì, al centro della scena.

E forse non è un caso. Perché Zuppi ha il passo del parroco e il respiro del cardinale, il garbo del diplomatico e il fuoco del missionario. Ma soprattutto, ha avuto la fiducia di papa Francesco. Non solo una stima istituzionale, ma una vera e propria sintonia spirituale. A lui il pontefice aveva affidato l’incarico delicatissimo di missionario per la pace in Ucraina: colloqui con i vertici di Mosca, aperture sui bambini deportati, mani tese dove altri hanno alzato muri. Chi ha conosciuto bene papa Francesco, sa che non affida certe deleghe se non a chi parla la sua stessa lingua: quella degli ultimi.

Un cardinale della strada, con la polvere addosso

Zuppi è il cardinale della strada. La sua carriera è costellata di periferie, umane e geografiche. Non a caso, da giovane prete lo si trovava a Trastevere accanto alla Comunità di Sant’Egidio, a dar voce e dignità a immigrati, senzatetto, anziani dimenticati. Poi in Mozambico, dove fu tra i protagonisti della mediazione che mise fine a una guerra civile durata diciassette anni. Niente scrivanie, tanta polvere e chilometri. Una diplomazia che cammina.

Oggi è presidente della Cei, la conferenza dei vescovi italiani, ma resta per molti “don Matteo”. E questo dice tutto.

Veroli, Arcinazzo e le radici di una fede concreta

Ma Zuppi ha anche un’altra particolarità, che qui da noi vale più di mille titoli: è figlio – e nipote – della nostra terra. La sua famiglia paterna ha radici a Veroli, dove la nonna Giovanna Stirpe abitava nel cuore del centro storico. A Veroli Zuppi è di casa, tanto che nel 2021 ha ricevuto la cittadinanza onoraria. Ma non finisce qui. Gli Altipiani di Arcinazzo, nel territorio di Trevi nel Lazio, sono stati il rifugio estivo della sua infanzia, e lì ancora oggi torna, per celebrare messe e ritrovare i volti familiari. Suo padre, Enrico Zuppi, direttore dell’Osservatore Romano per oltre trent’anni, fece costruire proprio lì la cappella di famiglia. Un legame autentico, non di facciata. E anche Trevi nel Lazio, nel 2024, ha voluto dirgli grazie con la cittadinanza onoraria.

È curioso come spesso la Storia si diverta con la geografia. Perché la Ciociaria ha già dato alla Chiesa ben sei papi, da Ormisda a Bonifacio VIII. E oggi potrebbe tornare protagonista con un altro figlio – anzi, nipote – illustre.

Il favorito silenzioso: Zuppi nel Conclave che verrà

Il Conclave è imminente. Non c’è un favorito assoluto, ma Zuppi è nei radar di tutti. Lo si dà tra i primi tre papabili, subito dietro a nomi blasonati come Pietro Parolin e Peter Turkson. Sui social è tra i più citati. Nei sondaggi interni alla Chiesa, raccoglie consensi trasversali. E anche tra i fedeli, non pochi sussurrano: sarebbe un papa perfetto per questo tempo. Un papa che viene da lontano, ma con i piedi ben piantati sulla terra. La nostra terra.

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