Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime forte preoccupazione per i ripetuti episodi di violenza che hanno scosso la città di Anagni, teatro negli ultimi mesi di risse e aggressioni che vedono coinvolti gruppi di adolescenti. A distanza di oltre un anno dal brutale pestaggio di un dodicenne in pieno centro, la situazione non appare migliorata e, anzi, sembra radicarsi in un modello di socialità notturna che unisce degrado e insicurezza. – Si legge in una nota del prof. Romano Pesavento, presidente CNDDU.

Le scienze dell’educazione e della psicologia sociale ci ricordano come la spinta a riunirsi in branco nasca dall’esigenza, tipica dell’età adolescenziale, di affermare la propria identità all’interno di un gruppo. Se questa esigenza non viene incanalata in contesti educativi e costruttivi, essa degenera in dinamiche di violenza, dove il senso di appartenenza si rafforza attraverso la sopraffazione dell’altro. Anagni mostra, in maniera evidente, quanto sia fragile il confine tra socialità e devianza se la comunità educativa arretra e lascia un vuoto di senso.
“Cultura della legalità nelle scuole”
Per questo il CNDDU ribadisce la necessità di un potenziamento strutturale della cultura della legalità nelle scuole, attraverso percorsi di lungo periodo, capaci di collegare teoria e pratica, norme e vissuti concreti degli studenti. La legalità, infatti, non è soltanto il rispetto della legge, ma la capacità di riconoscere l’altro come portatore di dignità, e di interiorizzare il limite come condizione di libertà autentica.
Occorre allora un’alleanza educativa ampia, che coinvolga famiglie, scuole, istituzioni, forze dell’ordine e associazionismo locale. È necessario ricostruire spazi di aggregazione sani, favorire attività culturali e sportive accessibili, offrire occasioni di protagonismo positivo ai giovani. L’assenza di alternative alimenta il vuoto, e il vuoto diventa terreno fertile per la violenza. – Prosegue la nota.
Anagni rappresenta oggi un simbolo di contraddizione: da un lato la città che custodisce un patrimonio storico e culturale straordinario, pronta ad accogliere il Festival del Teatro Medievale; dall’altro, le cronache notturne che parlano di aggressioni e paura. È compito delle istituzioni trasformare questa frattura in una sfida educativa: non possiamo permettere che il nome della città venga associato più al disordine che alla cultura.
L’appello
Il CNDDU lancia un appello concreto: è urgente sviluppare azioni forti e coordinate per il contrasto alle violenze giovanili, che includano campagne di sensibilizzazione cittadina, interventi educativi obbligatori nelle scuole, task force permanenti di ascolto e prevenzione, e piani locali di sicurezza integrata. La violenza minorile non può essere affrontata solo con l’emergenza, ma con strategie stabili che uniscano repressione e prevenzione, fermezza e educazione. – Conclude Pesavento.