“Ai proclami della campagna elettorale non stanno seguendo le risposte necessarie, se non una serie di auto-celebrazioni volte a tentare di far passare come straordinario niente più che il minimo sindacale, un atteggiamento di sopravvalutazione e servilismo che la vecchia sinistra non avrebbe mai consentito”: è il senso della polemica sollevata questa mattina da Ugo Di Pofi, capogruppo del gruppo Ugo Di Pofi Sindaco; Alessia Macciomei, capogruppo della lista civica Grande Ceccano; e Ginevra Bianchini, capogruppo di Fratelli d’Italia. Per Fratelli d’Italia, Grande Ceccano e Sempre con Ceccano sono intervenuti anche i primi dei non eletti: rispettivamente Diego Bruni, Gianluca Di Stefano e Antonella d’Annibale. Ha partecipato inoltre il commissario comunale della Lega, Alessio Patriarca, e per Fratelli d’Italia è intervenuto anche il presidente del circolo comunale, Rino Liburdi. Insomma il centrodestra di meloniani, leghisti e civiche d’area ha bocciato in toto i primi giorni di governo del sindaco Andrea Querqui. –LEGGI QUI.
“Maggioranza goffa e frantumata che va avanti senza direzione comune”
“Noi – hanno avvertito – non saremo qui soltanto a mettere bocca e opinare ogni atto dell’amministrazione come è accaduto in passato, ma – come abbiamo già dimostrato in questi mesi – continueremo a proporre idee e iniziative concrete per il nostro territorio. Ci siamo, siamo pronti a proseguire questo percorso con impegno e dedizione. I primi cento giorni, che abbiamo definito cento giorni di niente, mostrano già ritardi e criticità che non lasciano presagire nulla di buono, se non un’amministrazione lenta, disomogenea e incapace di dare risposte alla città”. L’attacco politico parte dalla situazione della maggioranza, ritenuta “piuttosto frantumata, una serie di gruppuscoli ognuno sconnesso dall’altro, che vanno avanti in maniera goffa senza una strategia o una direzione comune. Al netto oltretutto della preparazione umana che stiamo riscontrando davvero bassa, per quel che concerne l’amministrazione”.

“Approccio ideologico ai problemi. Il default? Dimostrata la bufala”
Ma c’è di più perché Di Pofi e colleghi denunciano “un approccio ideologico, scolastico, quasi infantile alla macchina amministrativa. In questi primi cento giorni l’amministrazione ha dovuto rinnegare tutti i proclami fatti in campagna elettorale, tradendo con sorprendente disinvoltura la fiducia degli elettori ceccanesi. Che hanno creduto alle loro fandonie elettorali, scioccati e delusi dalle cronache cittadine”. A differenza delle promesse “- mai più affidamenti diretti, con noi solo gare d’appalto – in questi primi cento sono stati fatti solo affidamenti diretti; segno evidente che è la prassi, la normalità e soprattutto previsto dalla legge”. C’è poi la “bufala del default del bilancio! Ben lungi dal trovarsi in default, l’amministrazione si ritrova con conti in ordine, un bilancio in pari e la possibilità di cofinanziamento di bandi e progetti. In poche parole Querqui raccoglierà i frutti dei sacrifici fatti in passato. Ciò nonostante ci troviamo di fronte ad un esecutivo ‘lumaca’ schiavo delle beghe interne, che non riesce a fare fronte alle esigenze della quotidianità”.
“Totale abbandono della città e nessun finanziamento di rilievo intercettato”
L’opposizione denuncia anche la bufala degli scuolabus, “che non sono partiti ad ottobre e chissà se partiranno; un’estate piuttosto spenta; il disastro dei cartelli della rete di impresa con l’assurdo dell’elogio dell’errore. Li sostituissero almeno; il punto più debole si riscontra sulla pulizia, sul verde, sul decoro e sulla nettezza urbana.
Aumentano le discariche abusive, praticamente assente il servizio di spazzamento e dei famigerati omini verdi, nemmeno l’ombra. Ovunque è un totale abbandono, dai parchi dei castelli con alberi caduti e lì da giorni ormai, alla mancanza di pulizia generale. (…) Sui finanziamenti recepiti, al netto di due per delle somme davvero molto irrisorie, non c’è il barlume di un colpo portato a casa. Anzi, stanno godendo dei frutti di alcuni bandi in itinere dalla precedente gestione. Nessuno ha la delega alle pari opportunità e questo la dice lunga. La solita sinistra dei diritti di facciata. La segreteria ancora al palo, ingabbiata tra le beghe interne ed i suggerimenti da fuori”.
“Il grande frusinate è solo la sottomissione dei vari centri al capoluogo”
Poi c’è la questione cimitero: “lavori ancora fermi, nessuna novità sul cantiere ed uno stato di abbandono mai così, con sporcizia ovunque. Ultimo ma solo in termini di ore, la folle ordinanza che penalizza i locali. In una città che ha già grandi difficoltà con il commercio, dove andrebbero premiate quelle realtà che spesso sopperiscono ad una scarsa attività comunale (mai come in questo caso), si tende a demonizzare chi lavora, paga le tasse e aiuta nella prevenzione e nel controllo”.
Accenno finale all’Area Vasta: “L’ex grande frusinate, progetto che ha cambiato nome solo dopo la nostra levata di scudi negli anni, guidata da Ruspandini, oggi appare una grande novità così come raccontata dal mainstream. In realtà è una sottomissione della nostra città in favore di altre. Alla quale ribadiamo la nostra totale contrarietà. Querqui risponde a logiche anti ceccanesi”.