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Comune di Frosinone, Iacovissi (Psi): “Consiliatura di cambiacasacca. Colpa del trasversalismo” – L’intervista

Parla il capogruppo consiliare socialista e già candidato a sindaco per le prossime amministrative, con 4 liste di sostegno ormai definite

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Consigliere Iacovissi, dopo il Christian Alviani tornato in maggioranza, anche Francesco Pallone ha avuto la stessa folgorazione sul sostegno al sindaco. Ma sono solo due episodi di una serie di riassetti che vanno avanti ormai da mesi. Cosa ne pensa?

“Quello che sta accadendo è la certificazione di una consiliatura che politicamente è terminata e si regge per ragioni tattiche e di sopravvivenza e ci porterà a concludere il mandato nel 2027 solo perché a far da ‘ponte’ a marzo ci sono le provinciali. Sicuramente questi cambi di casacca fanno assurgere questa stagione amministrativa a quella col record di passaggi: non ricordo scomposizione e ricomposizione del quadro politico consiliare così ampia come avvenuto in questi ultimi 3 anni e mezzo”.

  • L’aderenza politica a schemi di contrapposizione centrodestra-centrosinistra s’è andata a far benedire da un pezzo.

“Se guardiamo agli equilibri attuali e li confrontiamo con quelli del 2022 è come se paragonassimo mondi diversi e la fotografia che oggi ci restituisce il consiglio comunale è completamente sbiadita rispetto a quella scattata dagli elettori. Il paradosso qual è? Che a seguito degli ultimi fatti la maggioranza numericamente si rafforza perché arriva a 18 voti. Ma politicamente è più debole perché sono scossoni che finiscono su un corpo già fragile, al quale già da almeno 2 anni e mezzo manca il collante politico. Oltretutto, rifugiarsi dietro l’aspetto unicamente amministrativo è un errore per chi attua questa scelta ed oltretutto non rende neppure onore allo status del capoluogo”.

Sindaco numericamente rafforzato ma politicamente indebolito

  • Rafforzamento numerico fine a sé stesso e non all’effettiva governabilità?

“Politicamente nel 2022 la città aveva scelto un progetto di centrodestra sebbene aperto alle liste civiche. Oggi, se dovessimo giudicare la coloritura politica della maggioranza, avremmo grande difficoltà a discernerla. Siamo ad uno stadio da ‘commedia dell’arte’ in cui è difficile collocare singoli personaggi e individuare posizionamenti politicl precisi. Siamo ad un’amministrazione di modello trasversale, ad una ‘macedonia’ in cui puoi trovare pere, mele, pesche e susine senza quel nettare che unisce i gusti. E sappiamo che per fare una buona macedonia serve l’amalgama che renda il prodotto omogeneamente buono per essere mangiato. Perché il sospetto è che si mescolino frutti di varia estrazione col solo obiettivo di riempire il cestino”.

  • Metafore a parte, secondo lei da che parte va a parare la consiliatura Mastrangeli?

“Chiaro che quando hai una situazione del genere, in cui è difficile definire i contorni, restano un’incognita gli sbocchi, non si sa se si va all’azzeramento, al rimpasto, al riassetto, non sai neppure se le spaccature dichiarate possono rientrare. Ma è un dibattito che non appassiona né i cittadini e neppure noi che all’opposizione assistiamo, da tre anni, a quello che sembra un balletto continuo. Noi pensavamo che la maggioranza facesse la maggioranza e che dovessimo svolgere un ruolo chiaro di minoranza. Questa cosa non è avvenuta”.

In Consiglio comunale geografia dei colori partitici indecifrabile

  • Colpa del centrosinistra mica solo del centrodestra…

“A me non interessa quel che avviene in altri schieramenti ma è vero che il tema è generale. Al punto che a livello di equilibri in Consiglio siamo arrivati a una situazione di difficile decifrabilità. Così perdiamo la chiave per andare alle interpretazioni di quel che avviene politicamente. In mezzo a questa confusione ci rimette, di sicuro, l’azione amministrativa e, quindi, i cittadini che meriterebbero chiarezza, prima politica e poi amministrativa. Il ‘minestrone amministrativo’ può curare il sintomo ma non agisce sulle cause profonde della patologia. È necessario che si chiarisca chi sta con chi e, soprattutto, per fare cosa. Diventa complicato anche per noi che stiamo all’opposizione capire chi è la controparte”.

  • Veniamo specificamente al centrosinistra. Frantumato.

“La condizione del centrosinistra di cui parla risale almeno al 2012. Noi da parte nostra avevamo tentato di fare uno sforzo di ricomposizione nel 2017, quando il Psi decise di convergere sul candidato dem proprio per rimarcare l’impronta politica della coalizione. Alle Elezioni del 2022 mancò il presupposto dell’omogeneità politica di un disegno comune. Tanto è vero che la coalizione di quell’anno, della quale non facevamo parte, oggi non esiste più. Il nostro ‘avviso ai naviganti’ che costruire una alleanza mettendo insieme tutti pur di arrivare alla vittoria, non era il viatico migliore, non fu ascoltato. In caso di sconfitta il quadro, come visto, si scioglie. In caso di vittoria insorgono problemi seri”.

Quel pezzo di centrosinistra, una ‘corazzata’ ormai scomparsa

  • Prioritario, quindi, evitare il trasversalismo?

“Il traversalismo può essere un ottimo collante per aggregare consenso, per vincere le elezioni, ma diventa pessimo strumento per governare processi amministrativi. La coalizione uscita dalle elezioni d’impronta di centrosinistra si prestava a logiche trasversali. È accaduto che quella coalizione, costruita col solo obiettivo della vittoria, non ha retto alla sconfitta. Subito dopo l’inizio della consiliatura, quella aggregazione che si riteneva una ‘corazzata’ che aveva i favori del pronostico, si era dimostrata politicamente debole”.

  • La sua conclusione e le cose che oggi vuol mettere in pratica in vista del voto del 2027?

“Che bisogna dire alle persone chi sei e cosa vuoi fare alla città. Serve il coraggio di presentarsi per come si è. Noi ci siamo messi in cammino e ci siamo resi conto da tempo che non c’era possibilità di attendere, aspettando Godot. Abbiamo iniziato un percorso aperto a tutti, senza rancori e veti. Ci siamo dati uno start perché ritenevamo che l’attuale situazione della maggioranza non ci consentisse di perdere tempo prezioso. Non volevamo arrivare all’appuntamento elettorale senza il fiato necessario ad una elaborazione programmatica. Comunque l’azione politica ha bisogno di coraggio, responsabilità e trasparenza e noi pensiamo di aver dato prova di tutto questo”.

Stiamo ricostruendo dalle macerie e non potevamo aspettare Godot

  • Centrosinistra in salita ma anche voi evidentemente…

“Ricostruiamo dalle macerie. In questi primi mesi – da settembre ad oggi – ho notato che questa nostra scelta di anticipare i tempi sta premiando perché iniziamo a far conoscere il messaggio politico e a tessere la rete dei rapporti. Abbiamo già creato 4 liste: quella del Psi, ‘Frosinone Aperta’ guidata dal dottor Papetti, ‘Area Vasta’ e Provincia in Comune di Luigi Vacana. Il processo è in evoluzione e speriamo che si uniscano altre forze”.

  • E col Pd ci sarà convergenza?

“Per quanto abbia fatto la 23esima tessera consecutiva dal 2003 con la stessa famiglia, non mi permetto di guardare a casa d’altri. Il Pd è alle prese con un congresso impegnativo. Ribadisco che da parte mia, e nostra come Psi, non abbiamo nessuna velleità né egemonica, né soprattutto pregiudiziale. Ci sono state in passato visioni differenti. Ma in tutt’Italia sosteniamo sindaci del Pd, nella regione siamo presenti in tutte le amministrazioni del centrosinistra a sostegno del Pd e ad ogni elezione siamo in coalizione col Pd. L’ancoraggio del Psi è chiaramente al centrosinistra”.

Non si può chiedere alla comunità psi di rinunciare all’azione politica

  • Però?

“Non ci si può chiedere di rinunciare all’iniziativa politica. Non si può inibire a una comunità politica come la nostra, molto ampia e vivace a Frosinone, di programmare il proprio futuro. Ovvio che l’avversario è sempre dall’altra parte e mai sarà il Pd. La nostra proposta politica resta nel centrosinistra e avremo sempre il rispetto necessario e chiediamo lo stesso rispetto. Non c’è conflittualità: il dato politico che in 8mila comuni siamo sempre alleati del Pd o in maggioranza o minoranza e qualcosa vorrà pur dire. Anche durante l’ultima campagna elettorale non c’è stato da parte mia alcun accenno polemico o attacco ai dem. Ma, non essendoci coalizione a Frosinone, assente lo strumento che tiene insieme tutti, noi cerchiamo solo di colmare il vuoto politico. Altrimenti il rischio è di traccheggiare all’infinito e, nonostante i disastri della maggioranza, di aspettare fino all’ultimo minuto. Ma non possiamo certo permettercelo noi, che ci dichiariamo alternativi”.

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