Home Lifestyle FOCUS – Shiatsu: i benefici dell’antica disciplina giapponese che affascina gli italiani

FOCUS – Shiatsu: i benefici dell’antica disciplina giapponese che affascina gli italiani

Continua il nostro 'viaggio' alla scoperta delle antiche discipline orientali che, nell'ultimo decennio, hanno conquistato l'occidente

Immagini di Damiano Fontecchia
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Continua il nostro ‘viaggio’ alla scoperta delle antiche discipline orientali che, nell’ultimo decennio, hanno conquistato l’occidente, sempre più attento alla ricerca del benessere psico-fisico. Per il secondo appuntamento con il Focus sul benessere, in esclusiva per i nostri lettori, abbiamo cercato di conoscere più da vicino una delle tecniche più antiche di trattamento: lo Shiatsu.

Shiatsu: una storia antica come il mondo

Le radici più profonde dello shiatsu devono essere ricercate innanzitutto nella cultura e nella medicina cinese e negli influssi che questa generò a partire circa dal 200 a.C. sulla medicina giapponese. In particolare, furono dapprima i medici coreani ad introdurre la medicina cinese nelle isole giapponesi. Con l’inizio del periodo Kamakura (1192), la diffusione delle pratiche di salute, compreso il Do-in (auto trattamento) e l’Ankyo (primi trattamenti su ricevente), presero sempre più piede grazie ai monaci buddisti. Il “kanpo”, nome generico con il quale si identificano l’insieme delle medicine giapponesi di derivazione cinese, si sviluppa ininterrottamente nei secoli successivi, pur con fasi di maggiore o minore diffusione. In tutto questo lunghissimo periodo, è certo che l’Anpuku (trattamento addome), l’Anma (tecnica di massaggio giapponese) e le loro derivazioni, furono praticate con grande diffusione e trasversalmente sia tra i ceti più popolari che tra quelli più nobili. Le prime forme scritte dell’esistenza di una tecnica chiamata “shiatsu”, sembrano risalire al periodo Taisho (1913-1918 circa) quando il maestro Tenpeki Tamai, cominciò ad utilizzare regolarmente il termine shiatsu nella presentazione del suo lavoro.

Cos’è lo Shiatsu

Lo Shiatsu (in giapponese “Shi=dito e Atsu=pressione”) è una pratica manuale manipolatoria, diffusa in Giappone sin dal VI secolo – come medicina cinese, ed introdotta in Occidente all’inizio degli anni ’70 grazie all’opera di diffusione di due grandi Maestri, Tokujiro Namikoshi e Shizuto Masunaga. Essa stimola nel ricevente -ukè, colui che riceve con rispetto- attraverso delle digitopressioni perpendicolari e costanti esercitate con palmo, gomito, ginocchio e pollice, un processo di “autoguarigione”; il corpo reagisce e si “rigenera” grazie alla sua stessa energia che viene rimessa in moto dal trattamento.

Lo Shiatsu è, infatti, basato sulla medicina tradizionale cinese e sulla funzione del “Ki”, l’energia vitale che scorre nei “meridiani”, i canali che attraversano il nostro corpo, regolandone tutte le funzioni vitali. Un’antica tecnica giapponese di digitopressione del corpo che ha, dunque, come finalità quella di favorire l’armonia globale della persona riportando l’omeostasi originaria (equilibrio mente/corpo). Non un massaggio, è bene puntualizzare, ma un’affascinante pratica energetica che coinvolge il livello fisico, energetico, emozionale, mentale e spirituale.

Per comprendere meglio questa disciplina siamo andati a Frosinone nello “studio olistico Washi” di Dario Gabrielli, operatore Fisieo (federazione Italiana shiatsu insegnanti ed operatori, iscritto nel ROS registro operatori shiatsu n°881) ed insegnante di discipline bio naturali che opera nel settore da oltre 20 anni. Dario Gabrielli è, inoltre, specializzato in shiatsu Namikoshi e Masunaga, riflessologia plantare, medicina tradizionale cinese ed ideatore del massaggio energetico del viso Ki.do.kao© e del massaggio dei meridiani tendino-muscolari MTM©.

Dario, quali i benefici dello Shiatsu per mente e corpo?
“Shiatsu no kokoro wa haha gokoro o Seba inochi no izumi wa Ku.” Tradotto: “Lo spirito dello shiatsu è quello di un cuore di madre, quando facciamo la pressione, allora appare la fonte della vita”. Questa era un’antica canzone che cantavano gli shiatsuka giapponesi e mi piace introdurre l’argomento con queste parole, perché racchiudono il senso di benessere che dona lo shiatsu. Con l’esperienza ho imparato a riconoscere lo shiatsu come un mezzo di consapevolezza prima ancora di guardare ai suoi benefici. Perché, se non si raggiunge la consapevolezza del sé, come parte integrante di un sistema macrocosmico, allora non avremo mai i mezzi per contrastare i nostri squilibri, a partire dai semplici disturbi somatici fino allo sviluppo delle malattie. L’indole occidentale è quella di prestare attenzione a se stessi solo nel momento in cui si sta male. Questo comportamento è insito in noi e spesso le persone tendono a reprimere i sintomi più che a comprenderli. Qual è la differenza? Il reprimere non fa altro che alimentare un meccanismo a catena che si ripresenterà ogni volta che il nostro corpo o la nostra mente, saranno sottoposti ad uno stress maggiore. Comprendere un proprio disturbo, invece, dà la possibilità di modificarne le cause. Lo shiatsu è il mezzo che unisce corpo e mente in un unico sistema nel quale l’uno influenza l’altro rendendoli inscindibili come lo yin/yang (Tao).

Lo “stress” è un fattore comune a molti: il 90% dei miei riceventi utilizza il termine stress per parlare di un suo problema. Ciò che dobbiamo sapere però, è che lo stress è necessario alla nostra vita in quanto stimola le surrenali producendo adrenalina. È il sovraccarico dei nostri sistemi di sostentamento fisico e psicologico che ci porta inevitabilmente a percepire lo “stress” come un fattore negativo e non di stimolo. Proviamo a comprendere meglio tutto questo cercando di rispondere dentro di noi alle seguenti domande: Quanta attenzione do ai movimenti del mio corpo quando lavoro o faccio un’attività sportiva? Quanta attenzione do alla qualità di come mangio e al tempo che dedico al mangiare? Quanta attenzione do al mio respiro quando cammino? Quanta attenzione do alla qualità del mio riposo? Quanta attenzione do ai miei bisogni/desideri? Quanta attenzione do alla differenza tra dovere e volere nella mia quotidianità? Sappiate che il benessere di mente e corpo, nasce dalle giuste risposte a queste domande e dal giusto approccio al “QUI ED ORA”, concetto radice dello Shiatsu.

Quindi mi sento di dire che i benefici dello shiatsu partono innanzitutto dalla consapevolezza. La consapevolezza di essere un microcosmo inserito in un macrocosmo, ci dà la possibilità di osservare noi stessi e ciò che ci accade in un modo completamente diverso, così da comprendere la qualità del nostro mal di schiena, della nostra insonnia, della nostra stitichezza, della nostra ansia, del nostro mal di testa, del nostro desiderio di mangiare salato piuttosto che dolce, del perché ci svegliamo di notte sempre alla stessa ora. Ci dà la possibilità di capire come un’emozione possa condizionare la postura o la fisiologia e tanto altro. Non è un’osservazione o una diagnosi occidentale ma un mezzo che fa comprendere tutto ciò attraverso le funzioni energetiche dei singoli meridiani”.

Perché avvicinarsi a questa disciplina?
“Lo shiatsu non è un metodo terapeutico, esso esula dal concetto di terapia e malattia di competenza medico/sanitaria, ma è una tecnica di notevole supporto alla moderna medicina. Io stesso mi avvalgo di diverse figure professionali, più in particolare di psicoterapeuti, in quanto il mio percorso evolutivo nello shiatsu è incentrato sulla psicosomatica, sulla fisiognomica interpretativa e sull’anatomia emozionale. Con questa premessa, posso affermare che chi si rivolge a me, viene sempre con un problema specifico e tra i più comuni come mal di schiena, dolori al collo, insonnia/ansia, gonfiore addominale, disturbi dell’intestino, tensione sulle spalle ecc. ma inconsapevole della natura di questi problemi. Il mio lavoro è, prima di tutto, dare alle persone i mezzi per comprendere l’origine di tali disturbi in relazione alla loro qualità di vita. Il trattamento è si un mezzo di benessere generalizzato che crea armonia fisica e mentale ma è attraverso l’interpretazione delle funzioni energetiche dei meridiani che possiamo trovare il punto di svolta per fare in modo che il disturbo diventi solo un richiamo di attenzione verso se stessi e non un qualcosa che deve essere necessariamente represso. Abbiamo troppa ansia di star bene piuttosto che desiderio di capire cosa fare per star bene. Il corpo non ha una voce, l’unico modo che ha per dirci cosa non va è la manifestazione del dolore o del meccanismo somatico. Lo shiatsu aiuta a prendersi cura e non a curare! Lo shiatsu è un percorso per la vita che cresce con te e ti accompagna in ogni tuo cambiamento, evoluzione, crescita e sviluppo, sia fisico che psicologico. Avvicinarsi allo shiatsu, vuol dire accogliere ed ascoltare se stessi in un modo sano e rispettoso”.

Come si svolge un trattamento?
“Una seduta shiatsu si svolge a terra su un Futon (letto giapponese) con un abbigliamento comodo. L’operatore instaura un primo contatto in Hara (addome) con il ricevente, in quanto è proprio nell’hara che traiamo le informazioni per iniziare il trattamento. Ciò avviene attraverso uno specifico passaggio con le mani sull’addome nelle aree di diagnosi energetica, per poter trovare il meridiano in pieno (Jitsu) e quello in vuoto (Kyo) i quali hanno un rapporto di mal compenso, in quanto il repletio (pieno), attraverso la sua funzione energetica, cerca di sostenere il meridiano inanitas (vuoto). Lo scopo dello shiatsu, quindi, è quello di favorire il libero fluire dell’energia per far si che i meridiani interessati tornino alle loro funzioni primarie, per poter essere di supporto all’intera rete energetica e favorire l’omeostasi (equilibrio mente/corpo). Nell’atto pratico, è un metodo che prevede manovre di mobilitazione articolari atte a liberare le articolazioni stesse per favorire il passaggio dell’energia, allungamenti e trazione degli arti, pressioni rilassate perpendicolari, costanti e profonde, eseguite con pollici, palmo, gomiti o ginocchia sul percorso dei meridiani o su punti specifici. La seduta dura circa un’ora e non segue mai un metodo standard in quanto, essendoci 12 meridiani ordinari (senza considerare quelli straordinari), ogni volta che si riceve shiatsu lo si fa in modo completamente diverso, sia in relazione ai Kyo/Jitsu ma anche e soprattutto in base allo stato della persona nel “qui ed ora” e cioè nello stato in cui il soggetto si presenta in quel preciso momento con tutte le sue caratteristiche fisiche, emotive, psicologiche e spirituali. A fine trattamento si torna in Hara per vedere se la situazione tra il Kyo ed il Jitsu è più in armonia, spiegando al ricevente le ragione dello squilibrio attraverso le interpretazioni delle funzioni energetiche. Non a caso lo shiatsu, viene definito un’arte intellettuale proprio perchè dietro la parte pratica c’è sempre un aspetto teorico fondamentale per la comprensione del metodo. Personalmente, nel mio lavoro, utilizzo i Kyo/Jitsu, integrando la diagnosi con la medicina tradizionale cinese e la riflessologia plantare, ma soprattutto con la fisiognomica interpretativa che mi dà la possibilità di fare diagnosi attraverso l’osservazione dettagliata delle caratteristiche del ricevente (aspetto, postura, tono della voce, qualità della pelle, odori, costituzione, rughe del volto ecc)”.

E’ indicato per tutte le persone o ci sono delle controindicazioni?
“Lo Shiatsu è un metodo adatto a tutti, le controindicazioni sono davvero limitate a problematiche psicologiche gravi quali schizofrenia, o fratture degli arti, o patologie e disturbi che hanno bisogno necessariamente delle competenze mediche. Non ha limite di età, ad esempio il mio ricevente più piccolo aveva un anno e mezzo, mentre il più anziano ne aveva circa 85. Il bello è che ognuno di loro ha saputo darmi molto per crescere nel mio lavoro e per capire che l’energia è un grande mezzo per poter “parlare” con le persone pur stando in silenzio. Lo shiatsu è un interscambio, in quanto trattare un ricevente dà modo di contattare anche te stesso nella tua energia. E quel gioco empatico finisce per farci muovere insieme verso un unico flusso. Consiglio a tutti, almeno una volta nella vita, di ricevere un trattamento Shiatsu senza aspettare di stare necessariamente male! Non osservatelo come un metodo per curare ma, come detto prima, vedetelo come un mezzo per prendersi cura di voi stessi, che è un concetto molto più olistico (da ólos=totalità) capace di stimolare la parte sana ed attivare le risorse vitali innate, favorendo così il mantenimento dello stato di salute. Si può quindi ricevere a prescindere che si abbia un problema o meno”.

Sfatiamo un mito…Non si tratta di un semplice massaggio
“Molte persone parlano di massaggio Shiatsu ma è un definizione sbagliata per due ragioni. La prima è che shiatsu si traduce come “digitopressione” e quindi dire massaggio di digitopressione non è corretto; la seconda è che il “massaggio” si divide in estetico e terapeutico e lo shiatsu non è ne l’uno e ne l’altro. Lo shiatsu è un’arte autonoma ed indipendente la cui filosofia si radica al taoismo e le sue manualità sono patrimonio della cultura estremo orientale, con riferimenti nella medicina tradizionale cinese. Lo shiatsu si indirizza ad attività di armonizzazione del Ki (energia) nell’essere umano unitariamente inteso, concorrendo alla prevenzione di condizioni energetiche disarmoniche o alla trasformazione delle disarmonie già in atto. Ciò significa creare le condizioni affinché l’individuo possa armonizzare la sua natura interna in relazione con l’ambiente esterno (micro e macrocosmo). L’operatore shiatsu opera secondo sequenze e modalità relative alla particolare struttura e situazione energetica del ricevente, valuta le condizioni del Ki e ne facilita il flusso seguendo specifici criteri di riequilibrio. Attualmente in Italia lo shiatsu è considerato una libera professione regolamentata dalla legge 4/2013 ma, affinché un operatore possa essere definito un professionista del settore deve seguire un iter formativo conforme alle regole stabilite dalle varie associazioni e federazioni di categoria che prevedono una formazione su base triennale ed aggiornamenti continui. La formazione dell’operatore shiatsu è originale ed autonoma. È prodotta dalla compresenza di specifici elementi tecnici e culturali che sono oggi patrimonio soltanto di quanti fanno ricerca in questo campo e praticano tale professione. Essendo un mercato libero, si può incappare in operatori non qualificati o con percorsi non adeguati e quindi consiglio sempre a coloro che vogliono avvicinarsi allo shiatsu di richiedere le credenziali dell’operatore, al fine di tutelale loro stessi e la categoria dei professionisti”.

Come contattare Dario Gabrielli – Web: trattamentiolistici.blogspot.com; Instagram: dario_shiatsuka_studio_washi; Facebook: studio olistico Washi; YouTube : shiatsuka77

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