La Corte di Cassazione, con la sentenza numero 24178 del 7 luglio scorso, ha fissato un principio giurisprudenziale di grande rilievo in materia ambientale in relazione all’obbligo di gestione dei rifiuti. Le città e i paesi devono esser puliti: «La gestione dei rifiuti costituisce per i Comuni una assoluta priorità, in quanto incide su interessi di rango costituzionale, come la salute dei cittadini e la protezione delle risorse naturali, sicché non ha rilievo giuridico la insufficienza delle risorse, dovendo le stesse essere destinate in via prioritaria al soddisfacimento delle anzidette esigenze, rispetto ad altre».
Sindaci e funzionari di settore, quindi, possono essere chiamati in giudizio a rispondere dei reati ambientali eventualmente riscontrati per violazione di norme d’igiene anche solo per quanto riguarda la colpa. Una pronuncia che il dottor Giovambattista Martino, presidente di Fare Verde Città di Frosinone nonché capogruppo consiliare di FutuRa, condivide in pieno come la tutela della salute pubblica e dell’ambiente debbano essere considerate una priorità assoluta, alla quale destinare tutte le risorse finanziarie disponibili.

“L’obbligo giuridico e morale di intervenire con tutti gli strumenti”
“In particolare – spiega il professionista che è promotore anche da medico di varie battaglie contro l’inquinamento della Valle del Sacco e dello steso capoluogo -, riguardo la gestione dei rifiuti, la Corte Suprema ha stabilito che trattasi di attività primaria non derogabile e che i Sindaci e i funzionari pubblici hanno obbligo giuridico e morale di intervenire con tutti gli strumenti disponibili anche ricorrendo ad ordinanze contingibili ed urgenti. Novità rilevante è l’introduzione della responsabilità penale anche per colpa a carico di Sindaci e funzionari responsabili di mancato intervento o ritardo nella gestione. Ambiente e salute cardini ed obiettivo di sana amministrazione. L’ambiente e la salute non sono da considerarsi argomenti settoriali e di nicchia scissi dagli altri temi amministrativi, bensì il motivo guida da cui devono discendere tutte le decisioni: l’urbanistica, la mobilità alternativa, le infrastrutture, la gestione corretta del verde, il consumo di suolo, le risorse idriche, la bonifica dei corsi d’acqua e dei terreni, le fonti emissive in atmosfera (riscaldamenti ,fabbriche ecc.), la gestione dei rifiuti”.
Discariche spontanee e incontrollate disseminate sul territorio comunale
A proposito degli rsu, Martino ricorda come rappresentino “da anni e senza tregua, una pagina tristissima per la città di Frosinone. La discarica di Via Le Lame, montagna di 700 mila tonnellate di rifiuti senza controllo e senza caratterizzazione. L’incendio della Mecoris, capannone pieno di rifiuti di ogni genere dato alle fiamme, che ha portato alla luce un traffico ramificato e verosimilmente illecito, oggetto di indagini giudiziarie dai risvolti inquietanti. Il biodigestore per 100 mila tonnellate annue di rifiuti organici da trattare, sventato in extremis ed archiviato dopo cinque anni di battaglie e contrasti in Regione, grazie alle associazioni, ai Medici per l’Ambiente, ai cittadini di Selva dei Muli, tra i progetti esiziali per la città, se mai si fosse realizzato. Le discariche spontanee disseminate sul territorio comunale, incontrollate, ignorate e trascurate da anni, che in virtù delle documentate segnalazioni agli organi competenti con fotogrammi e geolocalizzazione di Fare Verde Provincia di Frosinone, con partecipazione attiva del Gruppo FutuRa, finalmente hanno trovato attenzione e concreta soluzione in questi ultimi mesi”.
Presto una campagna contro i ritardi nella rimozione dell’asbesto
Il dottor Martino elenca, quindi, “via Le Noci; parcheggio attiguo all’Agenzia delle Entrate; via Mola d’Atri con due siti di localizzazione; via Vetiche. E che dire dell’assegnazione del servizio rifiuti da parte dell’amministrazione all’azienda indagata dalla DDA di Napoli per il reato presunto di concorso esterno in associazione mafiosa? Svolge il servizio a Frosinone da dicembre 2024 ed ancora oggi, dopo nove mesi, non è ancora noto se ha firmato il contratto di affidamento con l’amministrazione comunale. La sentenza della Cassazione tornerà utile per affrontare un’altra criticità non più prorogabile: la disseminazione di amianto sul territorio comunale, che va censito, segnalato e bonificato utilizzando le
risorse per il bonus bonifica ed i finanziamenti dedicati e disponibili per le amministrazioni comunali. Inconfutabile lo sviluppo del cancro al polmone da amianto, materiale in Italia messo al bando dal 1992 ma ancora oggi responsabile di oltre 7000 morti l’anno. Fare Verde Frosinone, Gruppo Consiliare FutuRa e Medici per l’Ambiente daranno inizio alla campagna ‘Basta amianto a Frosinone, decenni di ritardo sono troppi‘”.