Un nuovo, sanguinoso attacco ha colpito il nord-est della Nigeria, dove almeno 60 persone hanno perso la vita nella città di Darul Jama, al confine con il Camerun. Secondo quanto riferito da fonti di sicurezza, un gruppo di jihadisti è piombato nel centro abitato a bordo di motociclette, aprendo il fuoco con fucili d’assalto e appiccando incendi alle abitazioni.
Tra le vittime risultano anche cinque soldati nigeriani, segno della portata e della brutalità dell’assalto, che ha devastato la comunità locale nonostante la presenza di una base militare.
L’attacco, attribuito a miliziani jihadisti attivi nella regione, conferma come la minaccia estremista resti viva in un’area già duramente segnata da anni di conflitti. Sebbene la violenza sia diminuita rispetto al periodo più critico degli scontri con Boko Haram tra il 2013 e il 2015, i ribelli – in particolare i combattenti legati alla fazione Stato Islamico dell’Africa Occidentale (Iswap) – continuano a colpire villaggi e comunità rurali, lasciando dietro di sé morte e distruzione.
Le autorità nigeriane hanno avviato operazioni di pattugliamento e rafforzato la sorveglianza nella regione, ma la posizione geografica – un’area remota e di difficile accesso al confine con il Camerun – continua a rendere complessa la difesa delle popolazioni locali.
L’ennesima strage accresce i timori per la sicurezza e la stabilità del nord-est nigeriano, dove migliaia di civili vivono ancora sotto la costante minaccia di nuove incursioni jihadiste.