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Virus West Nile: due casi autoctoni nel Lazio. Cos’è la “febbre del Nilo”, come si trasmette e quali sono i sintomi

Il virus si trasmette all’uomo attraverso la puntura di zanzare infette. Non esiste ancora un vaccino ma si può fare prevenzione

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Sono stati confermati i primi due casi autoctoni di virus West Nile nel Lazio. – LEGGI QUI – A risultare positivi due pazienti di circa 70 anni, residenti nella provincia di Latina, attualmente ricoverati presso l’ospedale “Santa Maria Goretti”. Entrambi si trovano in condizioni stabili e sono sotto costante osservazione da parte del personale medico.

La diagnosi è stata confermata dall’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma, nell’ambito del sistema di sorveglianza nazionale sulle arbovirosi. Nelle prossime ore, la Asl di Latina effettuerà dei controlli entomologici aggiuntivi. Sono in corso accertamenti su altri due casi sospetti, entrambi residenti nel comune di Latina.

Riunita la cabina di regia regionale

Nel pomeriggio di mercoledì 16 luglio è stata attivata una cabina di regia regionale con la partecipazione della Asl di Latina, dello Spallanzani, dell’Istituto Zooprofilattico e di altri enti sanitari. Obiettivo: coordinare le azioni di prevenzione, controllo e informazione rivolte ai medici di medicina generale, ai pronto soccorso e alle strutture sanitarie del territorio.

Le raccomandazioni indirizzate alla Provincia di Latina

  • la sensibilizzazione dei medici (in particolare medici di famiglia, pediatri di libera scelta, medici dei dipartimenti emergenza, pronto soccorso e del territorio), dei veterinari del territorio, e il supporto clinico e di laboratorio alla gestione del paziente;
  • interventi di disinfestazione mirati nei focolai larvali di zanzara Culex pipiens (entro un raggio di 200 metri dai luoghi di sospetta circolazione virale);
  • informazione ai cittadini sull’importanza della prevenzione dalle punture di zanzara e sulla collaborazione per eliminare i focolai larvali;
  • prendere in considerazione la diagnosi di West Nile nei pazienti con febbre di nuova insorgenza senza causa evidente;
  • effettuare visite cliniche sugli equidi, nonché un’attività straordinaria di sorveglianza sierologica negli allevamenti situati intorno ai focolai sospetti o confermati.

In un territorio quale quello che caratterizza la Provincia di Latina, Culex pipiens utilizza come focolai larvali soprattutto canali di medie, piccole e piccolissime dimensioni (canali di irrigazione, canalette di scolo bordo strada, ecc.).

Al fine di rendere più efficaci le attività di controllo del vettore, si raccomanda di allertare le amministrazioni comunali della Provincia affinché provvedano a censire e georeferenziare questi corpi idrici, dando mandato alle ditte appaltatrici di provvedere a trattamenti larvicidi periodici di quelli in cui sia presente acqua, anche in minime quantità; per la protezione della popolazione che vive in centri abitati, si raccomanda di effettuare questi trattamenti in un’area che comprenda il centro abitato stesso e una ulteriore area di 2 km dalle abitazioni più esterne all’abitato.

Inoltre, si raccomanda a tutti i medici della regione e in particolare della provincia di Latina, di porre la massima attenzione alla diagnosi di casi invasivi neurologici da virus West Nile con tempestiva valutazione neurologica di forme febbrili protratte in persone a rischio di forme gravi e di includere l’infezione da virus West Nile nella diagnosi differenziale delle encefaliti, meningiti a liquor limpido, poliradicoloneuriti (simil Guillain-Barré) e paralisi flaccide acute.

Da quando si è diffusa la notizia, in tanti si sono chiesti cosa fosse il virus denominato anche “febbre del Nilo”, quali fossero i sintomi e se ci fossero forme di prevenzione. Con le indicazioni fornite dall’ISS, cerchiamo di fare chiarezza.

Cos’è il virus West Nile

Il West Nile Virus (WNV) è un virus appartenente alla famiglia dei Flaviviridae, isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, nel distretto da cui prende il nome. È ormai diffuso in molte aree del mondo, compresa l’Europa. In Italia è considerato endemico in varie regioni del Nord e del Centro.

Il virus si trasmette all’uomo attraverso la puntura di zanzare infette, in particolare del tipo Culex. Gli uccelli selvatici rappresentano i principali serbatoi. È importante sottolineare che non si trasmette da persona a persona.

Sintomi e forme gravi

La maggior parte delle persone infette non sviluppa sintomi. Circa il 20% può manifestare sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. I sintomi più gravi, come encefaliti o meningiti, si verificano in meno dell’1% dei casi e colpiscono soprattutto gli anziani e le persone immunocompromesse.

Prevenzione: cosa fare

Non esiste ancora un vaccino contro il West Nile. La prevenzione consiste principalmente nel limitare l’esposizione alle punture di zanzare e nell’evitare la proliferazione degli insetti. Ecco alcuni consigli pratici:
• utilizzare repellenti e indossare abiti coprenti all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto
• installare zanzariere alle finestre
• evitare ristagni d’acqua: svuotare vasi, secchi, sottovasi e contenitori
• cambiare spesso l’acqua delle ciotole per animali
• riporre le piscinette per bambini in verticale quando non in uso

La sorveglianza in Italia

Il monitoraggio dei casi è regolato dal Piano Nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi (2020–2025), che integra la sorveglianza umana, veterinaria e ambientale. In Italia la sorveglianza è attiva tutto l’anno, con un’intensificazione tra maggio e novembre nelle aree già considerate endemiche.

Il sistema è coordinato a livello nazionale dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), in collaborazione con il Ministero della Salute e l’ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie).

Allerta e attenzione

Con i primi due casi autoctoni registrati nel Lazio, la vigilanza sul territorio è stata rafforzata. Le autorità sanitarie invitano i cittadini a seguire le indicazioni preventive e a rivolgersi al medico in presenza di sintomi sospetti, specie durante i mesi estivi.

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