La crisi industriale ed occupazionale del Lazio meridionale e il dibattito sulla mancata inclusione di Frosinone, Latina e Rieti nella Zes unica del Mezzogiorno stanno movimentando il dibattito politico e sindacale di questa ripresa di attività di fine agosto. Come riferito dalla maggioranza del presidente Rocca, si rilancia l’idea di adottare per le tre province in questione misure equivalenti alle agevolazioni che sono in vigore al Sud e in Abruzzo. Su questa posizione ha dato disponibilità e sostegno la Cisl Lazio del segretario Enrico Coppotelli. – LEGGI QUI –
Una posizione critica sulla situazione economica e sulle mancate strategie di sostegno al tessuto produttivo è stata presa dall’Ugl provinciale di Frosinone, per bocca del segretario generale Enzo Valente: “L’esclusione dalla ZES, la zona economica speciale, sta provocando ulteriori danni all’economia – sottolinea -. E le responsabilità ricadono sui rappresentanti della politica locale. Poco meno di un anno fa è stato creato, presso l’amministrazione provinciale, il Comitato per la Crescita e lo Sviluppo Sostenibile che poco ha fatto fino ad ora. L’unica certezza è che da qualche anno Frosinone non è più nella zona economica speciale, persa per una disattenzione della nostra politica, e questo sta facendo andare via le imprese. L’alternativa per tornare ad essere attrattivi era stata individuata nella creazione della ZLS, la zona logistica semplificata che oggi non ha portato risultati tangibili. E’ sembrata più una trovata politica per giustificare la perdita della Zes che una vera e concreta possibilità di ripresa economica”.
Valente punta l’indice sulla “trovata politica” della zona logistica
A sottolineare la drammaticità della situazione economica complessa della regione ha pensato la Cgil ricordando come si registrino meno assunzioni, più precarietà e part-time. Lo dicono i dati Inps dell’Osservatorio sul mercato del lavoro elaborati dalla Cgil di Roma e Lazio e relativi al primo trimestre dell’anno in corso.
Natale Di Cola, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, ricorda come “tra gennaio e marzo 2024 le nuove assunzioni sono state 218.716, l’8% in meno rispetto l’anno precedente, e il saldo con le variazioni contrattuali e le cessazioni dei rapporti di lavoro è pari a 57.420, in calo del 10% sia per la contrazione delle assunzioni che per la riduzione delle variazioni contrattuali che coinvolgono quasi esclusivamente i rapporti di lavoro full time. Infatti, delle assunzioni effettuate nei primi tre mesi del 2024 il 34,5% è un part time, in aumento di due 2,5 punti percentuali. Guardando alle tipologie contrattuali, mentre i contratti stabili riguardano meno di un’assunzione su 5 e i rapporti a tempo determinato oltre il 54%, aumenta il ricorso al lavoro in somministrazione (10%), ai contratti stagionali (7%) e intermittenti (5%). Seppur parziali sono dati che preoccupano rispetto lo stato di salute del tessuto economico e produttivo della nostra regione perché non evidenziano nessuna inversione di tendenza ma l’acuirsi dei mali del lavoro, tra part time involontario e forme di precarietà più spinte. È tempo – conclude Di Cola – che si apra una discussione profonda e coraggiosa sul modello di sviluppo della Capitale e della Regione per uscire dalla stagnazione economica e creare occupazione stabile, sicura, dignitosa e tutelata anche in vista del Giubileo che deve tramutarsi in un’importante occasione per risanare il mercato del lavoro del nostro territorio”.

Tiero annuncia una riunione urgente degli stakeholder del Lazio
Dalla maggioranza regionale resta sul punto della crisi economica il meloniano Enrico Tiero: “Ho apprezzato l’intervento del segretario generale regionale della Cisl Lazio, Enrico Coppotelli, perfettamente in sintonia con quanto proposto dal sottoscritto sul tema della Zes e sulla possibilità di far rientrare i territori del basso Lazio e del reatino in una sorta di area cuscinetto con conseguenti benefici per imprese ed investitori. Ribadisco come fatto pochi giorni fa, che da tempo, il sottoscritto, insieme al collega Daniele Maura, ha chiesto di avviare una seria discussione all’interno del Consiglio regionale su questo tema. A tal proposito sottolineo come sia stata depositata una mozione che chiede un impegno della Regione a garantire al basso Lazio e alla zona di Rieti la creazione di un’area che permetta l’accesso di queste aree ai benefici della Zes unica. Ho peraltro recentemente aperto all’idea della Regione Lazio di istituire un regime speciale, esteso alle aree in difficoltà di sviluppo già individuate, confinanti con la Zes Unica, avente le stesse agevolazioni previste per le regioni del Mezzogiorno. Dunque occorre con urgenza unire le nostre forze per consentire ai territori del basso Lazio e a mio parere anche del reatino, di poter accedere a forme di benefici sul piano economico e fiscale, per rendere ancora competitive le nostre imprese. E’ quindi mia intenzione convocare entro la fine del mese di settembre, una riunione aperta a tutti gli stakeholder della nostra regione per aprire una discussione seria su questo fronte insieme a enti locali, rappresentanti istituzionali, associazioni di categoria e naturalmente anche le parti sociali, al fine di valutare le possibili azioni da mettere in campo. A tal proposito auspichiamo che vi sia una grande sinergia attorno a questa battaglia. Mi auguro che anche la Cisl del Lazio voglia essere al nostro fianco in questa iniziativa. Tutti dovremmo marciare nella stessa direzione, ognuno con le proprie sensibilità, purché compatti e uniti dall’esigenza di creare un gioco di squadra per il bene dei territori che amiamo”, conclude il presidente della commissione Sviluppo economico e Attività produttive del Consiglio regionale del Lazio.