“Il maresciallo Franco Mottola mente quando sostiene di aver sfondato lui, con un pugno, la porta dell’alloggio a trattativa privata presente nella caserma dei Carabinieri di Arce. A sostenerlo è il procuratore generale Francesco Piantoni, durante la sua requisitoria dinanzi alla Corte d’Assise d’Appello di Roma. Per Piantoni, infatti, “il 3D del cranio di Serena Mollicone si incastra perfettamente nel 3D della porta. Questa è definita ‘una ottima corrispondenza’. Ancora più esplicita è l’integrazione: combacia tutto perfettamente”.
Ripercorrendo le consulenze tecniche e scientifiche il procuratore generale ha ricostruito le fasi dell’omicidio. “Franco Mottola – ha spiegato il magistrato in aula – ha mentito quando ha detto che aveva sfondato la porta con un pugno. Il segno, infatti, nel caso fosse andato come detto dal carabiniere (per il quale il pg ha chiesto una condanna a 24 anni di carcere) il pugno sarebbe stato ben più piccolo”.
Oltre che per l’ex maresciallo dei carabinieri sarà sollecitata la condanna anche per sua moglie Annamaria (22 anni) e per loro figlio Marco (22 anni). L’assoluzione sarà sollecitata, invece, per gli altri due imputati, i carabinieri Francesco Suprano (unico tra gli imputati presente in aula), per prescrizione, e Vincenzo Quatrale, perché gli indizi non hanno raggiunto la consistenza di prova. La sentenza è prevista per il 12 luglio.