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Omicidio Thomas Bricca, martedì il Riesame per Roberto e Mattia Toson: le indagini proseguono

Alatri - Padre e figlio continuano a dichiararsi estranei ai fatti. Domani l'affidamento al Racis per le nuove perizie sugli smartphone

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Alatri – Martedì prossimo, 1 agosto, si riunisce il Tribunale del Riesame per Roberto e Mattia Toson. Venerdì scorso, nel carcere di Civitavecchia, dove i due si trovano dal 18 luglio, gli interrogatori di garanzia di padre e figlio accusati di aver ucciso Thomas Bricca con un colpo di pistola alla testa. Davanti al Gip del Tribunale di Frosinone, Antonello Bracaglia Morante, assistiti dai loro legali, Angelo Testa, del Foro di Frosinone, e Umberto Pappadia, del Foro di Santa Maria Capua Vetere, i presunti assassini hanno scelto la via del silenzio in attesa di impugnare davanti al Riesame il provvedimento di carcerazione.

Per gli avvocati i loro assistiti sono “provati ma determinati a ribadire la loro estraneità alla gravità dei fatti contestati”. I Toson – hanno riferito nei giorni scorsi gli avvocati Testa e Pappadia – hanno contestato alcuni passaggi dell’ordinanza di custodia firmata dal Gip ed hanno definito “assolutamente false” diverse dichiarazioni testimoniali che li considerano gli autori del delitto.

Le indagini proseguono

Intanto, le indagini vanno avanti. Manca ancora l’arma del delitto e non c’è traccia neppure del T-Max scuro utilizzato dai sicari per raggiungere via Liberio, sotto al “Girone”, lo scorso 30 gennaio. Due nuovi smartphone in uso a Roberto e Mattia Toson sono stati sequestrati dai carabinieri del Reparto Operativo di Frosinone durante l’arresto di padre e figlio. I telefoni cellulari, che potrebbero contenere materiale probante di spessore investigativo, sono stati inviati al Racis di Roma per la copia forense e per l’estrazione dei dati. Per questo motivo, domani, 27 luglio, in Procura a Frosinone, verrà conferito l’incarico agli esperti del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche che dovranno occuparsi della verifica dei dati presenti sui due nuovi smartphone dei quali, fino all’arresto, non si conosceva l’esistenza. 

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