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Omicidio Thomas Bricca, oggi l’interrogatorio dei Toson: Roberto e Mattia non rispondono al GIP

Padre e figlio si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Il provvedimento restrittivo verrà impugnato davanti al Tribunale del Riesame

Roberto Toson e suo figlio Mattia
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Mattia e Roberto Toson, padre e figlio di 47 e 21 anni, in carcere a Civitavecchia da martedì scorso con l’accusa di aver ucciso, in concorso tra loro, Thomas Bricca, il 19enne assassinato lo scorso 30 gennaio al “Girone” con un colpo di pistola alla testa, si avvalgono della facoltà di non rispondere.

Oggi l’interrogatorio di garanzia. I presunti assassini, assistiti dai loro legali, Angelo Testa, del Foro di Frosinone, e Umberto Pappadia, del Foro di Santa Maria Capua Vetere, hanno scelto di non rispondere alle domande del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Frosinone, Antonello Bracaglia Morante. Ieri, nel corso di un colloquio con i loro avvocati, i Toson hanno continuato a ribadire la loro totale estraneità ai fatti contestati, ritenendo false le testimonianze contro di loro. Ora il provvedimento restrittivo verrà impugnato davanti al Tribunale del Riesame. Intanto padre e figlio restano nel carcere di Civitavecchia. L’avvocato Pappadia ha commentato: “Stiamo lavorando. Affidiamo la nostra difesa all’autorità giudiziaria”.

Stando alle ricostruzioni dei Carabinieri, a sparare quel lunedì 30 gennaio, sarebbe stato Mattia, arrivato in Largo Cittadini a bordo del T-Max scuro guidato dal padre. Caschi integrali, uno bianco e uno nero, almeno due i colpi d’arma da fuoco esplosi, da una distanza di circa 19 metri e da un revolver. Come riportato nelle 295 pagine dell’ordinanza del Gip, il vero obiettivo sarebbe stato Omar Haoudi, principale avversario dei Toson nelle risse avvenute il 28 e 29 gennaio. Haoudi, la sera del delitto, indossava un piumino bianco uguale a quello della vittima. L’ipotesi confermata dagli inquirenti è dunque quella dello scambio di persona, circostanza che non fornirebbe un’attenuante.

La richiesta cautelare

Il Gip, nell’ordinanza di custodia cautela scrive: “Sussiste nella specie anche il concreto ed attuale pericolo, in relazione alle modalità e circostanze del fatto ed alla personalità degli indagati, di reiterazione della condotta criminosa, con la commissione di altri gravi delitti con l’uso di armi o di altri mezzi di violenza personale. Consta quindi l’esigenza cautelare specialpreventiva di cui all’art. 274 comma 1 lett. c) c.p.p.”. E ancora evidenzia che: “si procede per omicidio volontario pluriaggravato e quindi per uno dei gravi reati in ordine ai quali sussistendo esigenze cautelari, è applicata la custodia in carcere…“.

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