5 febbraio 1955: 68 anni fa la nascita della Bpc

Il presidente Vincenzo Formisano e il direttore generale Roberto Caramanica ripercorrono la storia a guardano al futuro

68 anni di storia. Il 5 febbraio 1955, presso lo studio del Notaio Violo, a Cassino, venne costituita ufficialmente la Banca Popolare del Cassinate, con un capitale sociale di 11.500.000 lire. La guerra era finita da pochi anni, lasciando ferite profonde nella città di Cassino e in tutto il territorio.

I bombardamenti, con il loro seguito di macerie, dolore, distruzione, non avevano però cancellato l’amore per la vita e per un territorio da parte di chi era sopravissuto e, anzi, ancora più forte era la voglia di ricominciare, di guardare al futuro, di rimettersi in gioco. E’ da questo spirito che nasce la Banca Popolare del Cassinate, grazie all’iniziativa di un gruppo di 43 soci, guidati dal Senatore Carlo Restagno, all’epoca Sindaco di Cassino, che aveva intuìto la voglia di rinascita che animava la città e aveva immaginato che una Banca Popolare, amministrata e diretta da persone del posto, potesse essere un prezioso contributo per la ricostruzione e potesse sostenere la ripresa delle prime iniziative artigianali, commerciali ed imprenditoriali.

Come era facile immaginare l’inizio non fu facile, ma pian piano i cassinati con grande disponibilità e fiducia accolsero il progetto e cominciarono ad affidare i loro risparmi al nuovo Istituto, che iniziò ufficialmente la propria operatività nel giugno dello stesso anno.

Da allora, un graduale e costante cammino di crescita, con l’apertura di diverse filiali, la crescita del numero dei clienti e dei soci, l’impegno a stare al passo con i tempi, con un un’attenzione speciale a famiglie e piccoli imprenditori nello spirito di quanto diceva Luigi Luzzatti, padre delle banche popolari: «poco a molti e non molto a pochi».

Celebrare oggi, 5 febbraio, l’anniversario della nascita della BPC – dice il Presidente Vincenzo Formisano – è motivo di orgoglio e di commozione. Raccolgo il testimone di chi mi ha preceduto. Penso a coloro che, nel ruolo di presidente, si sono succeduti alla guida del’Istituto: il Senatore Restagno, l’ing. Roberto Tamburrini, il Geom. Raffaele Varlese, il Prof. Pietro Malatesta e infine Donato Formisano mio padre. Dalla sua voce ho potuto ascoltare, sin da bambino, il racconto di quegli anni e, poi, da giovanissimo, ho iniziato a condividere con lui la vita della banca, cresciuta nel tempo grazie alla fiducia dei risparmiatori. Oggi abbiamo 25 filiali, più di 130 dipendenti, 1903 soci e continuiamo a sostenere il territorio, valorizzando e supportando la creatività e il lavoro, erogando credito, sostenendo l’arte, la cultura, la solidarietà, lo sport, offrendo occupazione ai giovani. Legata alla tradizione, ma costantemente aperta al futuro, la banca rappresenta per tanti un punto di riferimento. E oggi, dopo un anno record, nel quale si è consolidata la leadership della banca, ricordare quell’anniversario non è un semplice far memoria di cose del passato, ma è un modo per dire grazie a tutti coloro che l’hanno resa possibile (amministratori, direttori, dipendenti, soci, clienti) e un modo per ricordare a noi stessi e a tutti i nostri stakeholders qual è lo spirito che anima la BPC; il mondo è cambiato, sono cambiate le tecnologie, sono cambiate tantissime cose, ma a rimanere costanti sono i valori che ispirano l’azione della banca e che sono quelli dei fondatori: le relazioni personali e umane, la vicinanza al territorio, la voglia di guardare al futuro con senso di responsabilità, rispetto, entusiasmo, l’attenzione alle nuove generazioni. La storia della nostra banca è una storia di cui essere orgogliosi e che resta il punto di partenza da cui muoversi per agire nel quotidiano e costruire il futuro”.

Negli ultimi venti anni – dichiara il Direttore generale Roberto Caramanica – abbiamo assistito a grandi cambiamenti del sistema bancario italiano, riassumibili in due grandi direttrici: progressiva  debancarizzazione dei piccoli centri e maggiore concentrazione bancaria. Sempre meno sportelli, sempre meno banche territoriali, sempre più grandi banche. Tuttavia, se è vero che il mondo sta cambiando, che cambiano le sfide del mercato grazie al progredire incessante della tecnologia, è anche vero che il presidio fisico del territorio e la profonda conoscenza del sistema economico – caratterizzato nel nostro Paese dalla presenza ampiamente prevalente di PMI e microimprese – restano le chiavi di volta che continuano a giustificare la presenza e il successo delle banche locali. Una banca locale ben gestita ha una rilevanza sistemica nel proprio contesto di riferimento e costituisce una risorsa centrale per le famiglie, per le imprese, per la comunità. Per queste ragioni, 68 anni di storia della Banca Popolare del Cassinate rappresentano un traguardo, o meglio una tappa straordinaria, che abbiamo tanti motivi per festeggiare e di cui possiamo essere orgogliosi”. 

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