Sono tre i ciociari rimasti coinvolti nella maxi inchiesta che ha portato all’arresto della sindaca di Terracina Roberta Tintari (nella foto). Si tratta di Giovanna Nardone di San Giorgio a Liri, in qualità di direttore dei lavori, e del geometra Giuseppe Zapponi di Frosinone. Nel registro degli indagati sono finiti ben cinquanta nomi, sei le persone agli arresti domiciliari e sette interdette dai pubblici uffici.
Il provvedimento della procura di Latina ha disposto anche il sequestro preventivo di un camping, di un ristorante e dei beni di una associazione esistenti presso la cosiddetta Arena del molo di Terracina. Le indagini, iniziate nel 2019 nell’ambito dell’operazione “Mare sicuro”, condotte dalla Guardia Costiera, hanno permesso di accertare una “pluralità di fatti – ha riferito una nota della procura – di rilievo penali connessi alla gestione dei servizi relativi alla balneazione, a illegittime sanatorie riguardanti opere e manufatti insistenti sul pubblico demanio marittimo, a lavori e opere pubbliche eseguite e commissionate dal Comune di Terracina nonché alla illegittima acquisizione e gestione di fondi economici strutturali”.
La Procura ha anche confermato di avere scoperto “condotte di pubblici funzionari, all’interno del comune di Terracina, che appaiono finalizzate al perseguimento di interessi personali e non coerenti dunque con i compiti istituzionali”.