Morti sull’asfalto: sale l’allerta. La necessità di un cambio di rotta nell’educazione stradale

I dati dell’Istat non lasciano spazio a interpretazioni ottimistiche: le morti per incidenti stradali sono ancora una triste realtà

I dati pubblicati dall’Istat, purtroppo, non lasciano spazio a interpretazioni ottimistiche: le morti per incidenti stradali sono ancora una triste realtà. Secondo le ultime rilevazioni, nel 2023 sono stati registrati oltre 2.500 decessi, un aumento significativo rispetto agli anni precedenti, con un’incidenza maggiore tra i giovani adulti e le vittime degli incidenti notturni. Ma mentre i numeri parlano chiaro, sembra che l’urgenza di affrontare il problema non stia ricevendo la giusta attenzione.

In particolare, la situazione nel Lazio è preoccupante: nel 2023, la regione ha visto crescere il numero di vittime della strada, con un aumento del 5% rispetto all’anno precedente. Le cause principali restano quelle storiche, legate alla distrazione, all’alta velocità e all’abuso di alcol e droghe. La provincia di Frosinone, in particolare, ha registrato un incremento delle vittime, con giovani che perdono la vita in incidenti spesso causati da comportamenti imprudenti.

Nonostante l’allarme, le soluzioni sembrano sfuggire. Ma la risposta, come sempre, parte dall’educazione. Il conseguimento della patente non basta a fermare quella che appare come una vera e propria “strage silenziosa”. Le principali cause degli incidenti mortali sono legate alla scarsa consapevolezza dei pericoli della strada e alla violazione sistematica delle regole: eccesso di velocità, mancato rispetto dei segnali, guida sotto effetto di alcol o stupefacenti, e veicoli non sicuri. Questi fattori, combinati, costituiscono un mix esplosivo che alimenta la tragedia quotidiana. Secondo i dati dell’Istat, infatti, ben il 30% degli incidenti mortali coinvolge giovani tra i 18 e i 30 anni, un segmento della popolazione che spesso considera l’automobile come uno strumento di trasgressione piuttosto che come un mezzo di trasporto sicuro. In molti casi, la velocità e la guida spericolata sono vissute come un gioco, un modo per “provare” adrenalina. Ma questa mentalità, purtroppo, ha un prezzo troppo alto.

Il vero nodo da sciogliere, quindi, è la mancanza di una cultura della sicurezza stradale. La scuola, in questo senso, ha un ruolo cruciale. Non è più accettabile che l’educazione civica trascuri il tema della sicurezza sulle strade. La responsabilità di un cambiamento radicale inizia proprio dai più giovani, ed è fondamentale che l’educazione stradale diventi materia obbligatoria, non solo nelle scuole, ma anche nelle famiglie, che hanno il compito di trasmettere ai figli una visione responsabile della strada. Un intervento concreto potrebbe evitare che molte tragedie, come quelle che hanno recentemente colpito il Lazio, si ripetano. Se la cultura della sicurezza stradale fosse radicata fin da bambini, forse molti di quei 2.500 decessi, tra cui quelli dei giovani ragazzi nelle strade ciociare, sarebbero stati evitabili.

E allora, la vera domanda da porsi è: cosa aspettiamo a fare della sicurezza stradale una priorità? La risposta sta nelle scuole, nelle famiglie e nelle istituzioni, che devono lavorare insieme per educare una nuova generazione di guidatori consapevoli.

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Giuseppe Manzo
Giuseppe Manzo
Aspirante giornalista e giovane praticante collabora attivamente con Frosinone News. È studente presso l’università La Sapienza di Roma e studia Comunicazione pubblica d’impresa. Ha inoltre una pagina YouTube dove pubblica periodicamente inchieste di intrattenimento

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