Capretta presa a calci, gli animalisti si oppongono all’archiviazione: “Nuove indagini”

LEAL: "Il giudice, lo scorso 19 febbraio, ha ordinato una serie di ulteriori attività investigative": la battaglia per la verità prosegue

Il caso della capretta uccisa ad Anagni nell’agosto 2023 non è ancora chiuso. LEAL, insieme ad altre associazioni animaliste, si è opposta alla richiesta di archiviazione avanzata dal Pubblico Ministero e il Giudice per le indagini preliminari (GIP) ha accolto tale opposizione, disponendo nuove indagini per chiarire le circostanze del caso. – L’annuncio arriva dall’associazione animalista.

LEAL ha rivendicato il proprio diritto di opporsi all’archiviazione, sottolineando il ruolo di soggetto offeso in reati contro il sentimento per gli animali, come previsto dagli articoli 544-bis e 544-ter del Codice Penale. Il GIP ha riconosciuto la legittimità di tale opposizione, richiamando anche precedenti giurisprudenziali della Corte di Cassazione che confermano il diritto degli enti di protezione animale a intervenire in casi simili.

Secondo quanto emerso, il reato ipotizzabile in questa vicenda è quello di maltrattamento o uccisione di animali (articoli 544-bis e 544-ter c.p.), ma resta cruciale stabilire se la capretta fosse ancora in vita al momento delle violenze. È stata esclusa la possibilità di configurare altri reati, poiché il Codice Penale non prevede norme specifiche per atti compiuti su animali già deceduti.

“Il giudice in data 19 febbraio 2025 ha ordinato una serie di ulteriori attività investigative mirate a determinare con maggiore precisione le condizioni della capretta prima e durante l’episodio e per chiarire i punti ancora oscuri della vicenda tra cui: l’acquisizione di nuove testimonianze dai dipendenti dell’agriturismo dove è avvenuto il fatto, per confermare se l’animale fosse vivo al momento dell’aggressione; l’analisi dei sei dispositivi sequestrati agli indagati, per verificare l’autenticità dei video già acquisiti e cercare eventuali nuovi elementi (foto, video o messaggi) risalenti alla sera del 27 agosto 2023 o ai giorni successivi”. – Proseguono da LEAL.

Gian Marco Prampolini, presidente LEAL, commenta: “Un passo avanti nella tutela degli animali. La decisione del GIP è un importante passo avanti nella lotta contro i maltrattamenti. Ci auguriamo che la vicenda mantenga alta l’attenzione sull’importanza di pene più severe per i crimini contro gli animali, soprattutto laddove c’è discrezionalità da parte del giudicante. Questo caso rappresenta un banco di prova non solo per la giustizia italiana, ma anche per la sensibilizzazione verso i diritti degli animali. Auspichiamo che le nuove indagini possano fare piena luce sull’accaduto e garantire giustizia alla vittima innocente”.

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