L’ascensore inclinato di Frosinone doveva rappresentare una rivoluzione per la mobilità cittadina. Un’infrastruttura moderna, pensata per unire la parte bassa e quella alta della città. Invece, a quasi vent’anni dall’ideazione, si è trasformato in un monumento allo spreco. Milioni spesi per un impianto mai entrato davvero in funzione correttamente. Inaugurato nel 2010, dopo anni di lavori, l’impianto fu consegnato in via provvisoria. Da quel momento è iniziata una storia fatta di continui stop: chiusure per motivi di sicurezza, brevi riaperture, guasti tecnici, verifiche straordinarie, silenzi. L’ultima vera ripartenza è datata 8 marzo 2021. Pochi giorni dopo, il 23 aprile, l’ascensore è stato richiuso. Questa volta per gravi vizi strutturali.
Ci sarebbero stati errori nella progettazione e nella costruzione. Il Comune avviò un accertamento tecnico. In tutto questo, ciò che più inquieta è la scelta del luogo. L’impianto sorge su un terreno già fragile: lo stesso dove tempo fa crollò il viadotto Biondi. Un’area instabile, nota per i suoi cedimenti. Eppure proprio lì è stato installato un sistema delicato, costoso e strategico. È legittimo chiedersi chi abbia preso quella decisione e su quali basi.




Milioni spesi, nulla di fatto
Il Comune ha nel frattempo approvato il raddoppio della linea. Il progetto prevedeva una seconda cabina, l’adeguamento delle stazioni e un investimento di 1,5 milioni di euro. Successivamente sono arrivati anche i fondi del PNRR: altri 3,5 milioni. I lavori dovevano iniziare entro la fine dell’estate 2024. Siamo a maggio 2025. Nulla è partito.
Si dice che si stia aspettando il via libera da ANSFISA, ma nel frattempo il silenzio domina. Nessun aggiornamento ufficiale. Nessuna dichiarazione da parte dell’amministrazione. Nessun confronto con i cittadini. Intanto l’ascensore resta fermo, e l’area circostante si degrada. Atti vandalici, incuria, abbandono. Questo silenzio è forse il segnale più grave. La mancanza di trasparenza uccide la fiducia. E ogni giorno che passa senza risposte rende questa vicenda ancora più intollerabile.
I cittadini non possono più accontentarsi di “ci stiamo lavorando”. Un’opera così importante non può restare abbandonata senza che nessuno sia chiamato a rispondere. Nessuna infrastruttura può essere lasciata a marcire nell’indifferenza. L’ascensore inclinato oggi non è solo un progetto fallito. È una ferita urbana visibile, un insulto alla buona fede dei cittadini.