Provincia di Frosinone, la Corte dei Conti mette il naso nelle partecipazioni in 10 società pubbliche

Quanto alle società e agli organismi partecipati, l’Amministrazione Provinciale di Frosinone è stata invitata formalmente dalla Corte dei Conti “ad attuare ogni misura ritenuta opportuna per garantirne un maggiore livello di efficacia e al rispetto della relativa vigente normativa”. Dalla ricognizione delle partecipazioni detenute dalla Provincia di Frosinone al 31 dicembre 2023 (deliberazione di Consiglio n. 33 del 13 dicembre 2024), risulta che la Provincia deteneva sei partecipazioni societarie in Aeroporto di Frosinone s.p.a., in liquidazione; A.P.E.F. s.r.l.; PA.L.MER. – Parco Scientifico e Tecnologico del Lazio Meridionale; S.I.F. – Società Interportuale Frosinone s.p.a., in liquidazione; Ciociaria Sviluppo s.c.p.a., in liquidazione; S.A.F. – Società Ambiente Frosinone s.p.a.. In sede istruttoria, l’Amministrazione, oltre a chiarire che una delle società in argomento – la “A.P.E.F. s.r.l.”, controllata al 100% dall’Ente, rientra nella categoria delle società in house, ha precisato che un’ulteriore partecipata, la “Agenzia Frosinone Formazione e Lavoro”, ricade nella classificazione di “ente strumentale” ex art. 114 del Tuel. La sezione regionale di controllo per il Lazio della Corte dei Conti, nella deliberazione sul funzionamento del sistema dei controlli interni della Provincia – Esercizi 2022 e 2023 (di cui abbiamo riferito anche in un precedente servizio su Frosinone News), spiega che “a un esame più approfondito, effettuato mediante la documentazione allegata al rendiconto 2023, è stato appurato che la Provincia di Frosinone detiene anche le seguenti ulteriori partecipazioni: Fondazione Umberto Mastroianni, partecipata al 64,93%; Consorzio Industriale del Lazio, partecipato al 2,54%; Riserva Naturale Antiche Città di Fregellae e Fabrateria Nova e del Lago di San Giovanni Incarico, partecipata al 10% (il cui bilancio finale di liquidazione è stato presentato il 19 luglio 2023)”. I magistrati contabili mettono in rilievo due circostanze: innanzitutto che “non risulta indicata la Ciociaria Sviluppo S.c.p.a. che, come precisato dall’Ente stesso nella medesima relazione straordinaria delle partecipazioni detenute, può ritenersi chiusa”. Inoltre che Palazzo Iacobucci “è dotato di una specifica struttura dedicata al controllo sugli organismi partecipati e che sono stati definiti, per il biennio oggetto d’istruttoria, gli indirizzi strategici e operativi degli organismi strumentali detenuti”. I debiti ed i crediti reciproci tra la Provincia e le sue partecipate, risultano allegati ai rendiconti riferiti ai due anni in questione.

Manca la doppia asseverazione per gli organismi in cui l’ente è presente

La Corte dei Conti, però rileva che “il rendiconto 2023 (approvato con deliberazione di Consiglio provinciale n. 5 del 29 aprile 2024) presenta tra gli allegati l’asseverazione da parte dell’Organo di revisione dell’Ente, ma non quella del paritetico Organo delle partecipate; inoltre, per entrambi gli anni in esame, l’asseverazione si riferisce esclusivamente a cinque delle complessive dieci partecipate in precedenza indicate, restando escluse le tre partecipate in liquidazione e la Riserva Naturale e la Fondazione Umberto Mastroianni”.

Sul punto, il Collegio invita l’amministrazione provinciale “a promuovere l’iter per ottenere la doppia asseverazione dai rispettivi Organi di controllo per tutte le proprie partecipate, in modo da consentire la chiusura della riconciliazione”. Chiarimenti sono stati chiesti dalla sezione di controllo Lazio relativamente al “monitoraggio del grado di attuazione delle misure di razionalizzazione delle partecipazioni detenute – controllo che l’Ente ha attestato di aver adottato – tenuto conto che, dalla ricognizione delle partecipazioni detenute al 31 dicembre 2023, come visto, emergeva che per tre di queste risultava in atto la procedura straordinaria della liquidazione”. Al momento dalle documentazioni provinciali risultano solo “la perdurante procedura per la società “Aeroporto di Frosinone s.p.a.”, l’avvenuta dichiarazione da parte del Tribunale di Frosinone (in data 31 gennaio 2023) della chiusura del fallimento della “Società Interportuale Frosinone s.p.a.” e l’avvenuto deposito, presso la competente Camera di Commercio, dei registri sociali della “Ciociaria Sviluppo s.c.p.a.” che, conseguentemente, può ritenersi chiusa”.

Rischi collegati all’eccessivo prolungamento del periodo delle liquidazioni

I magistrati contabili sottolineano come “in materia di liquidazione sussistano specifiche criticità che impongono opportune e tempestive valutazioni in merito e che l’eccessivo prolungamento temporale si pone in contrasto con la funzione della procedura liquidatoria tesa, in base al Codice civile, a mantenere in vita la società al solo scopo di pagare i debiti e riscuotere i crediti, nella prospettiva della ripartizione dell’eventuale patrimonio residuo”. Ricordano, poi, agli amministratori provinciali che “le società a controllo pubblico sono tenute a predisporre annualmente, a chiusura dell’esercizio sociale, la relazione sul governo societario e a pubblicarla contestualmente al bilancio d’esercizio; benché il d.lgs. n.15/2016 non disciplini in modo dettagliato il contenuto della relazione, la norma prevede che tra i documenti che devono confluire in essa ci sia il programma di valutazione del rischio di crisi aziendale che, conseguentemente, deve essere adottato per tutte le società a controllo pubblico e non solo per quelle partecipate al 100% da una sola Amministrazione pubblica”. Non sono state trasmesse alla Corte dei Conti le delibere assembleari per la deroga della norma dell’amministratore unico relativamente a Saf ed Palmer. L’amministrazione provinciale ha dichiarato che “per le due società non trova applicazione la normativa richiamata, in quanto queste per dimensioni e caratteristiche, anche se partecipate da pubbliche amministrazioni, non rientrano nella classificazione di società ‘in house’ e non sono soggette a controllo pubblico”. Ma la Corte dei Conti è di avviso diverso e per questo richiama la deliberazione n. 11 del 20 giugno 2019 delle Sezioni riunite in sede di controllo di questa Corte, che “fa rientrare nella categoria delle società a controllo pubblico anche le società partecipate da più Amministrazioni pubbliche, ciascuna delle quali titolare di diritti di voto inferiori al 50% di quelli totali, le quali siano complessivamente in grado di disporre nell’assemblea ordinaria della maggioranza dei voti esercitabili, secondo quanto previsto dall’art. 2359 del Codice civile”.

“Carte dei servizi” sollecitate per Saf, Apef e anche per Piazza Gramsci

“La S.A.F. s.p.a. è notoriamente affidataria di contratti di servizio, in sede istruttoria sono stati chiesti chiarimenti sull’attestata mancata attuazione del monitoraggio sugli adempimenti relativi ai contratti di servizio o altre forme di regolazione degli affidamenti. Sul punto, benché l’Amministrazione abbia precisato che la Provincia di Frosinone non ha in atto alcun contratto di servizio con la “S.A.F. s.p.a.”, dalla risposta fornita con riferimento alla mancata pubblicazione, da parte degli organismi partecipati dall’Ente, della “Carta dei servizi”, sembrerebbe emergere che contratti di servizio siano stati stipulati con la “A.P.E.F. s.r.l.” e con la “Agenzia Frosinone Formazione e Lavoro”, posto che l’Amministrazione ha precisato “Sia l’Apef srl che l’Agenzia Frosinone Formazione e Lavoro, negli anni considerati, non avevano pubblicato specifica Carta dei Servizi. Tuttavia – scrivono sempre i magistrati contabili – in tutti i contratti di servizio erano state inserite utili informazioni relative agli standard di qualità dei servizi erogati, in linea con la normativa vigente”. In ogni caso la Corte dei Conti invita “l’Ente ad adoperarsi affinché le proprie partecipate pubblichino la Carta dei servizi”.

Ma il problema della Carta dei servizi investe direttamente l’amministrazione provinciale. La deliberazione della sezione di controllo lo scrive apertamente: “l’Amministrazione ad attuare una puntuale verifica sulla generalità dei servizi offerti e sulla conseguente necessità di adottare la “Carta dei servizi”, il Collegio ribadisce che questa – strumento di tutela per i cittadini, introdotto con la Direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 27 gennaio 1994 ‘Principi sull’erogazione dei servizi pubblici’ – costituisce il documento con il quale ogni ente erogatore di servizi assume una serie di impegni nei confronti della propria utenza riguardo ai servizi offerti, alla loro modalità di erogazione, agli standard di qualità e alle tutele previste”.

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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