La città ha parlato, e lo ha fatto con una chiarezza che lascia poco spazio alle interpretazioni. Con il 52,59% dei voti, pari a 6.978 preferenze, Andrea Querqui è il nuovo sindaco di Ceccano. Una vittoria piena, netta, conquistata già al primo turno, che segna non solo un cambiamento di guida amministrativa, ma anche una cesura politica profonda con il recente passato.
Il distacco con il secondo classificato, il candidato del centrodestra Ugo Di Pofi (20,58%), non è solo numerico, ma culturale. La candidatura di Querqui ha riportato in primo piano parole come credibilità, coerenza e visione, elementi che negli ultimi anni sembravano assenti dal dibattito cittadino.
La forza della sintesi e della coerenza
Molti osservatori prevedevano un ritorno del centrosinistra alla guida della città, ma pochi avrebbero scommesso su una vittoria al primo turno. E invece Querqui, farmacista di professione e sostenuto da una coalizione ampia e ben strutturata, ha saputo catalizzare un consenso trasversale. Ha superato fratture storiche, proponendo un linguaggio fatto di concretezza, partecipazione e rispetto. La sua è stata una proposta inclusiva, capace di unire sensibilità diverse senza scadere in compromessi al ribasso. Gli elettori hanno riconosciuto questo approccio.
Dall’altra parte, il centrodestra è arrivato all’appuntamento elettorale già in crisi dopo la fine dell’amministrazione Caligiore. La presenza di altri due candidati, Manuela Maliziola (8,98%) e Luigi Mingarelli (3,28%), che avrebbero potuto sottrarre voti a Querqui, si è rivelata marginale.
Un’affluenza che parla di voglia di partecipazione
Il dato più significativo, tuttavia, è l’affluenza al 71,94%, ben superiore alla media regionale e nazionale. In un’epoca segnata da un crescente astensionismo, è un segnale forte. La comunità ceccanese ha scelto di tornare protagonista, indicando una chiara volontà di ricostruzione e cambiamento.
Querqui eredita una situazione complessa: il commissariamento, le tensioni politiche, il bisogno di risanare la macchina amministrativa e rilanciare servizi e politiche sociali. Ma parte da un mandato forte. Ha promesso interventi mirati, razionali, e non proclami. Ora la sfida è trasformare il consenso in governo.
Giovani protagonisti su fronti diversi
In questo scenario, i giovani hanno avuto un ruolo cruciale. Due percorsi diversi, ma accomunati dalla volontà di esserci, di contare.
Da una parte, l’esperienza di “Progresso Fabraterno”, un movimento nato nel novembre 2020 da un gruppo di giovani che ha voluto costruire una proposta alternativa, radicata sul territorio. A raccontarlo è Francesco Ruggiero, primo candidato della lista, che ricorda come il progetto sia nato dal desiderio di offrire un’alternativa all’arroganza, dando voce a temi spesso trascurati come salute mentale, ambiente, cultura, diritti. Hanno organizzato eventi, momenti di sensibilizzazione e partecipazione attiva. Trentacinque ragazzi, tutti sotto i 28 anni, protagonisti del futuro. La loro lista è stata tra le più votate in città con oltre 900 preferenze. Un risultato che premia l’impegno quotidiano e la capacità di proporre una politica concreta e visibile.
Uno sguardo oltre la sconfitta
Dall’altra parte, c’è chi vede nella delusione attuale l’occasione per un nuovo inizio. I giovani che si sono candidati nelle fila di Gioventù Nazionale non nascondono le difficoltà di questa fase, ma rilanciano proprio dalla partecipazione. Il progetto non si ferma: si guarda già avanti, alle scuole, ai luoghi di formazione, alla costruzione di un’identità politica rinnovata che parta dai giovanissimi. Anche in questo campo, l’idea è che i ragazzi non debbano essere spettatori ma protagonisti, e che ogni esperienza, anche una sconfitta, sia un passaggio utile per ricostruire.
Luca Loffredi, presidente di Gioventù Nazionale, rivendica quanto costruito negli ultimi anni di governo cittadino: la riqualificazione di impianti sportivi, piazze, rotatorie e dello stadio. Sottolinea inoltre come, se oggi Fratelli d’Italia è un movimento forte a livello locale, è anche grazie al lavoro e alla guida di Massimo Ruspandini. Allo stesso tempo, Loffredi mette in evidenza come personalismi e mancanza di unità politica abbiano compromesso il risultato elettorale: secondo lui, se l’unità fosse stata reale, il ballottaggio sarebbe stato possibile. Ora lo sguardo è rivolto al mondo della scuola come punto di partenza per coinvolgere i più giovani e rilanciare un progetto rinnovato, anche sotto il profilo anagrafico.
Una città che sceglie di ripartire
Due visioni, due traiettorie, un obiettivo comune: riportare i giovani al centro della vita pubblica.
Ceccano ha scelto, e nella sua scelta ha tracciato una linea netta: partecipare, rinnovare, ricostruire. Tocca ora a chi ha ricevuto fiducia dimostrare di esserne all’altezza. Ma qualcosa è certo: i giovani non resteranno ai margini. Sono entrati nel presente. E da lì, guardano al futuro con determinazione.