Droga dello stupro, non è una leggenda urbana: il racconto di un gruppo di amiche al rientro da Ibiza

Partite dopo la maturità, al rientro dalla vacanza raccontano i loro sospetti alle famiglie: due delle ragazze sono state molto male

Si parla spesso della “droga dello stupro” come di una leggenda urbana. Eppure esiste, circola, e colpisce. Soprattutto d’estate, nei locali affollati delle mete più ambite dai giovanissimi, dove tutto è eccesso, musica alta, libertà e cocktail. Luoghi come Ibiza, Mykonos, Zante o l’Albania costiera sono tra le destinazioni preferite anche da comitive di ragazze molto giovani, spesso neomaggiorenni, che partono dalla provincia alla ricerca della loro prima vacanza da “grandi”.

Ma la disinformazione può diventare pericolosa. Perché se è vero che la maggior parte delle notti trascorre in modo innocuo, è altrettanto vero che il pericolo esiste. E può agire in silenzio.

Qualcosa di sospetto è accaduto ad un gruppo di neo-diciottenni partite alla volta di Ibiza dopo la maturità. Le ragazze, residenti nel comprensorio Sorano, al loro rientro hanno raccontato tutto ai familiari. Due di loro, mentre erano in un locale, si sono ritrovate completamente stordite, assenti, quasi prive di sensi. Fortunatamente le amiche non le hanno perse di vista e le hanno riaccompagnate nell’alloggio affittato per la vacanza che ha rischiato di trasformarsi in un incubo. “Avevamo bevuto solo un paio di drink, poi non ricordiamo più nulla. Ci siamo svegliate in casa, ma senza sapere cosa fosse successo. Non abbiamo denunciato per paura di non essere credute”. – Racconta una delle ragazze. Le rispettive famiglie stanno ora valutando la possibilità di intraprendere azioni legali.

Cosa sono le droghe dello stupro?

Si tratta di sostanze inodore, insapori e incolori, che una volta sciolte in una bevanda non danno alcun segnale. Le più note sono:

  • GHB (acido gamma-idrossibutirrico)
  • Ketamina
  • Rohypnol (Flunitrazepam)

Queste droghe abbassano le difese, la lucidità, la capacità di opporsi. Spesso inducono amnesia parziale: la vittima non ricorda nulla o solo frammenti. In alcuni casi, il corpo “sembra” reattivo, ma la mente è completamente assente.

Un pericolo invisibile

Secondo l’Osservatorio Europeo delle Droghe, negli ultimi cinque anni è aumentato l’uso di GHB nei contesti di vita notturna, specie in mete turistiche estive. In Italia, le denunce sono poche, ma gli esperti parlano di sottostima cronica: molte ragazze, anche se sospettano qualcosa, non si rivolgono a strutture mediche o alle forze dell’ordine.

La prevenzione parte dall’informazione. Ci sono delle semplici regole che possono aiutare a non cadere nella trappola, diffuse anche dalle autorità locali delle mete più gettonate per le vacanze tra i giovani: non lasciare mai il proprio bicchiere incustodito; non accettare drink da sconosciuti, nemmeno se sembrano gentili o “ben vestiti”; controllarsi tra amiche: se una si allontana o non si sente bene, non lasciarla sola; se c’è un sospetto, rivolgersi subito a un presidio medico e chiedere un test antidroga; denunciare: anche un dubbio può evitare una nuova vittima.

E il vero pericolo non sono le discoteche o le vacanze all’estero. È la disinformazione, il senso di colpa che paralizza, la paura di non essere credute. Proteggersi – e proteggere chi parte – comincia prima, quando si parla in modo diretto, onesto, senza tabù.

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