Frosinone, Papetti duro sul mancato voto pro-Pal: “Dalla destra questo ed altro”

Il consigliere comunale della Lista Marzi duramente polemico con la maggioranza consiliare e avverte: "Non la appoggerò mai"

Armando Papetti è fuori Italia e non ha preso parte, proprio per questo, alla seduta consiliare di ieri sera a Palazzo Munari nel corso della quale l’ex sindaco Domenico Marzi ha presentato un ordine del giorno pro Palestina con l’intento di mettere sul tappeto un testo a lungo meditato e smussato, in grado di raccogliere il voto unanime dell’assise. Ma, come riferito nel nostro resoconto, non è andata così e il rinvio chiesto da Fratelli d’Italia s’è trasformato in una stroncatura vera e propria, quando i presenti alla ripresa della seduta – subito dopo la riunione dei capigruppo – erano troppo pochi per consentire che l’assise proseguisse. “Ho appreso con sdegno che il Consiglio comunale di Frosinone, di cui faccio parte, ha deciso di far mancare il numero legale in aula per votare la mozione presentata dal mio gruppo per il riconoscimento dello stato della Palestina e la condanna degli eccidi perpetrati da Israele sulla popolazione civile della striscia di Gaza”, afferma seccamente Papetti.

“Scelta del Comune di voltare le spalle ad atti criminali contro un intero popolo”

Che aggiunge: “Non si può rimanere muti ed indifferenti davanti a migliaia di vittime
innocenti, soprattutto bambini e donne: questo mancato atto sul riconoscimento è una grave mancanza morale e di complice silenzio, non voglio dire di politica in quanto da un governo di destra ci si può aspettare questo ed altro. La scelta del Comune di Frosinone di voltare le spalle a tali atti criminali, nega il diritto alla dignità e all’esistenza di un popolo che da decenni subisce l’occupazione dei propri territori e delle proprie case. Riconoscere gli eccidi non è un fatto politico ma di etica e di morale. Voglio dire una volta per tutte – ha alzato il tono Papetti – che mai appoggerò un governo di destra, andrei contro la mia coscienza politica e la mia etica”. Un messaggio duro con valenza politica, da leggere anche e soprattutto nella prospettiva del prossimo voto comunale tra poco più di due anni.

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